Berlusconi, crolla il suo patrimonio: ecco quanto vale adesso

L’ex presidente del Consiglio ha depositato la propria dichiarazione dei redditi in Parlamento: calo senza precedenti delle sue disponibilità personali

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Se volgessimo lo sguardo indietro e osservassimo come è cambiato lo stato patrimoniale dei politici italiani a partire dal 1994 (anno di inizio della Seconda Repubblica) e arrivando fino ad oggi, ognuno di noi potrebbe accorgersi di come si sia assistito ad un calo progressivo e costante dei valori inseriti nelle dichiarazioni dei redditi da parte degli esponenti di tutti i partiti presenti in Parlamento. I docenti di sociologia politica e di economia potrebbero individuare la causa di questo fenomeno semplicemente osservando la composizione degli eletti del contenitore che più di tutti ha segnato la storia di questa stagione, ossia Forza Italia.

La creatura fondata e tutt’ora presieduta da Silvio Berlusconi riuscì nell’intento di inserirsi in un quadro generale che – sotto i colpi inferti dai magistrati tramite l’inchiesta Tangentopoli – aveva visto la sparizione dei 3 pilastri su cui si era fondata la Prima Repubblica, ossia la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista e il Partito Socialista. Una nuova classe dirigente che si affacciava nei palazzi del potere e che proveniva, per la maggior parte, dalla cosiddetta società civile: avvocati e professori, imprenditori e intellettuali che – disgustati dagli scandali inerenti ai finanziamenti alla politica – speravano in un deciso cambio di passo grazie alla novità proveniente da Arcore.

Silvio Berlusconi deposita al Senato la propria dichiarazione dei redditi annua: sorpresa per la cifra comunicata dall’ex premier

Quelle persone, a differenza di quanto succede da qualche anno a questa parte, erano quasi tutti professionisti affermati di lungo corso che godevano di lauti compensi nell’esercizio del proprio mestiere fuori dall’Aula. Ed erano ben consapevoli del fatto che il compenso garantito loro dalla partecipazione parlamentare fosse di molto inferiore rispetto agli stipendi a cui erano abituati. Un meccanismo confermato dal reddito annuo che ognuno di loro era tenuto a presentare in Parlamento a cadenza periodica, cosa che accade tutt’ora. Ed è proprio il documento in cui sono indicati i beni di proprietà dei nostri rappresentanti che ci permette di fare questa riflessione d’apertura.

In particolare, a trovare spazio nelle colonne dei quotidiani e nelle pagine online delle agenzie di stampa è stata proprio la dichiarazione dei redditi di Silvio Berlusconi. Quasi come fosse lo specchio tramite cui leggere la contemporaneità, anche l’elenco depositato dal Cavaliere presso l’ufficio del Senato mostra un calo senza precedenti delle sue disponibilità (materiali e immateriali), un crollo che assume dimensioni davvero rilevanti se confrontato con quanto incassato dall’ex premier negli scorsi anni.

Crolla il patrimonio personale di Silvio Berlusconi: la dichiarazione dei redditi e il confronto con gli altri leader politici nazionali

Quella di Silvio Berlusconi era l’unica dichiarazione dei redditi che mancava all’appello tra quelle relative ai leader politici e partitici nazionali, che lo avevano anticipato nel corso degli 8 mesi intercorsi dall’insediamento del nuovo Parlamento avvenuto a seguito delle elezioni nazionali dello scorso 25 settembre 2022. Un fatto imputabile presumibilmente alle condizioni di salute del quattro volte presidente del Consiglio, che come tutti sappiamo ha vissuto momenti di grande difficoltà durante il suo recente ricovero presso l’ospedale San Raffaele di Milano.

Nonostante l’evidente minusvalenza constatabile paragonando i suoi attuali possedimenti con quelli del recente passato, il proprietario di Mediaset rimane comunque il politico più facoltoso tra quelli attualmente in attività. L’ultimo imponibile lordo riferibile a suo conto vede infatti indicata una cifra di poco inferiore ai 18 milioni di euro, che gli permette di staccare ampiamente il secondo classificato, ossia un altro ex inquilino di Palazzo Chigi come Matteo Renzi (solo per dare l’idea del divario abissale, il leader di Italia Viva si è fermato a “soli” 2 milioni e mezzo di euro).

Giusto per completezza, informiamo i lettori che a completare il podio dei più ricchi del Parlamento ci ha pensato un esponente del governo in carica, ossia Guido Corsetto. Il titolare del dicastero della Difesa ha infatti dichiarato un patrimonio lordo che si aggira attorno ad 1 milione di euro, mentre tutti gli altri eletti riportati nella graduatoria non superano la soglia dei 500mila euro lordi annui. A conclusione di questa disamina, è bene specificare che tutti i dati riportati sono relativi all’ultimo bilancio personale disponibile, ossia quello relativo all’anno scorso.

Il ritorno in Parlamento dopo l’incandidabilità: ecco come sono cambiate le finanze di Silvio Berlusconi rispetto al passato

Ma quanto e come è cambiato il reddito personale dell’attuale patron del Monza Calcio? Nel testo del documento – depositato presso gli uffici del Senato e pubblicato sul relativo sito ufficiale – vengono escluse le centinaia di immobili intestati alle società della holding di famiglia. Appaiono invece diverse altre proprietà appartenenti direttamente alla persona di Silvio Berlusconi: in questa lista sono inclusi 5 appartamenti e 2 box auto siti nell’area metropolitana di Milano, 3 ville locate nei pressi del Lago Maggiore, un lungo elenco di partecipazioni azionarie rilevate nel corso del tempo in diverse società e ben 3 imbarcazioni (rispettivamente la San Maurizio, l’enorme Magnum 70 e la cosiddetta Principessa Vai Via).

Il fatto è che solamente nel 2018 (ossia nel primo anno in cui il Cavaliere è tornato a pieno a fare politica, dopo il periodo di stop per incandidabilità sancita dalla legge Severino a seguito della condanna per evasione fiscale) la cifra percepita era di ben altra portata. Parliamo di un valore attorno ai 48 milioni di euro, ben 30 in più rispetto a quelli dichiarati oggi. La stessa soglia era stata confermata anche nel 2019, mentre nel 2020 – da eurodeputato eletto a Strasburgo – l’ammontare era sceso solamente di 1 milione di euro.

Chiaramente, alla base della crisi delle finanze dell’ex premier possono esserci diversi fattori che hanno avuto un impatto generalizzato sulla vita delle persone nel corso dell’ultimo (complicatissimo) biennio: dallo stop alle attività imprenditoriali causato dalla pandemia, fino alle ripercussioni dell’instabilità internazionale a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina. Ma pare comunque difficile giustificare un simile buco economico valutando solamente queste congetture: il timore è che abbiano influito anche dinamiche interne alla sua famiglia (in particolare, la scelta di intestare ai 5 figli buona parte delle quote delle sue storiche aziende).