Assalto al portavalori in Calabria, critiche al Ministero dell’Interno

Portavalori bloccato sull’A2 tra Scilla e Bagnara: bottino da 2 milioni. I sindacati attaccano Piantedosi: “Prevenzione insufficiente”

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web dal 2005, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

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Un commando armato ha compiuto un assalto a un portavalori sull’A2 del Mediterraneo, nella galleria tra gli svincoli di Scilla e Bagnara, in provincia di Reggio Calabria. L’azione è avvenuta intorno alle 6.30 di lunedì 1° dicembre. I vigilanti sono rimasti illesi, mentre i banditi sono fuggiti con un bottino stimato in circa 2 milioni di euro. Il blocco del tratto ha provocato pesanti ripercussioni sul traffico in direzione Salerno, mentre Polizia e Carabinieri hanno avviato le indagini.

Auto incendiate e chiodi sull’asfalto: la vicenda

Secondo le prime ricostruzioni, l’assalto è stato preparato nei dettagli. I banditi hanno posizionato due auto di traverso all’ingresso della galleria, incendiandole subito dopo. Sull’asfalto sono stati sparsi chiodi per impedire qualsiasi spostamento al portavalori e agli altri veicoli.

Il mezzo blindato è stato bloccato all’interno della galleria. Sono stati esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco, senza feriti.

Sul posto sono intervenuti Vigili del Fuoco, Polizia e Carabinieri. La circolazione è rimasta interrotta per oltre un’ora. I veicoli leggeri sono stati deviati allo svincolo di Scilla con rientro a Bagnara, mentre i mezzi pesanti sono stati temporaneamente fermati allo svincolo di Campo Calabro.

Non sono note provenienza e destinazione del portavalori, anche se dai primi accertamenti sarebbe trapelato il valore del maltolto, ben 2 milioni di euro.

La denuncia dei sindacati del trasporto valori

L’episodio ha riacceso il confronto sulla sicurezza nel trasporto valori. In una nota congiunta, i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno espresso solidarietà ai lavoratori coinvolti e denunciato la fragilità strutturale del settore, definito

esposto e poco tutelato.

I sindacati chiedono un tavolo urgente con il Ministero dell’Interno e le autorità competenti per affrontare il tema delle protezioni del personale. Le segreterie regionali, ricordando di essere ancora in attesa di un confronto con il Viminale sulla crescente frequenza degli assalti ai portavalori, hanno sottolineato che:

Chi opera nella vigilanza privata non può continuare a lavorare in condizioni che mettono a rischio la propria incolumità.

Le dure critiche al Ministero dell’Interno

Il tema della sicurezza nel trasporto valori resta al centro delle critiche dei sindacati di categoria. Vincenzo del Vicario, segretario nazionale Savip, lamentava lo scorso marzo, in occasione di altri due agguati, che il settore continua a operare in un contesto dove le attuali misure di prevenzione non sono più in grado di contrastare l’evoluzione dei metodi criminali.

Secondo Del Vicario, le politiche adottate finora dal Ministero dell’Interno si concentrano quasi esclusivamente sulla repressione, senza investire negli strumenti e nelle risorse necessarie per prevenire gli assalti ai portavalori.

Il segretario Savip parlava in quell’occasione di circolari ormai superate, che non rispondono più alle esigenze reali del settore e non garantiscono standard moderni di protezione per le guardie giurate, e di una

disorganizzazione ministeriale pervasiva.

A pesare è anche l’aumento delle masse di contante movimentate su lunghe tratte, favorito dalla progressiva chiusura delle sedi locali della Banca d’Italia e dalla desertificazione bancaria.

Un cambiamento che espone ulteriormente il personale di vigilanza, spesso a bordo di mezzi non adeguati e senza un reale coordinamento operativo con le forze di polizia. Mancanza che, secondo Del Vicario, offre ai malviventi un vantaggio determinante nei tempi di intervento.

Il Savip parla apertamente di un sistema fallito, più volte segnalato senza ottenere risposte concrete. Per il sindacato, la sicurezza del trasporto valori non può più essere una questione marginale.

Per ridurre i rischi a cui migliaia di lavoratori sono esposti ogni giorno servirebbero:

  • una revisione completa delle norme;
  • un piano strutturale;
  • investimenti specifici su formazione, prevenzione e mezzi adeguati.