La procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per l’ex presidente del Milan Li Yonghong, proprietario della società rossonera tra il 2017 e il 2018. L’imprenditore cinese è stato indagato fino ad oggi per false comunicazioni sociali, dal tempo dell’acquisizione del club dalle mani di Silvio Berlusconi per 740 milioni. Una vicenda rimasta sopita per sei anni, durante i quali rogatorie e verifiche bancarie in tutto il mondo hanno consentito di ricostruire gli assetti patrimoniali e i flussi finanziari di denaro dell’uomo d’affari, proveniente da conti anche con sedi in paradisi fiscali. E che adesso si potrebbe chiudere con un nulla di fatto.
La vicenda legale dell’ex presidente del Milan Yonghong Li
Le accuse nei confronti di Li Yonghong si basavano sulle dichiarazioni rese in via ufficiale di essere in grado di far fronte agli impegni finanziari nell’operazione di compravendita del Milan nel 2017. La società dell’imprenditore però fallì e nel luglio del 2018 la Elliott Management Corporation comunicò di aver assunto il controllo del club a seguito dell’inadempimento da parte dell’uomo d’affari delle proprie obbligazioni verso il fondo d’investimento americano.
Secondo i magistrati milanesi, a sostegno dell’acquisizione della società rossonera, Yonghong avrebbe beneficiato di ingenti risorse che sarebbero riconducibili a fondi e società con base alle Cayman o alle British Virgin Island, e pure a società di Hong Kong della moglie del magnate.
Stando a quanto riportato da Ansa, i pm avrebbero rilevato in questo contesto diverse operazioni ritenute “opache”, ma che non avrebbero presentato elementi sufficienti per determinare un presupposto di reato. Dagli accertamenti della procura, dunque, Li Yonghong sarebbe stato effettivamente in possesso dei capitali necessari per portare avanti l’operazione, che è però comunque fallita lasciando il timone in mano ad Elliot.
La battaglia giudiziaria tra Elliot e Blue Skye
Proprio il fondo americano sarebbe poi rimasto invischiato in un’altra vicenda legale sul successivo passaggio del controllo del Milan all’attuale proprietario, l’altro fondo statunitense RedBird di Gerry Cardinale.
Il caso tiene banco dal 2022, quando il fondo Elliott aveva ceduto la maggioranza delle azioni del Milan a RedBird. Il fondo Blue Skye di Cerchione e D’Avanzo, detentore del 4,27% di Project RedBlack, all’epoca controllante del club rossonero, aveva denunciato Elliott per frode nei confronti degli azionisti di minoranza, sostenendo di non essere stato consultato sul passaggio del controllo del club a Cardinale e di averne dunque subito un rilevante danno economico.
Di tutta risposta Elliot aveva denunciato a sua volta la controparte per estorsione e ricatto, “nel quadro dei contenziosi frivoli e vessatori avviati da BlueSkye”.
Una tesi respinta, con spese a carico dei denunciati, dalla nona sezione del tribunale correzionale del Lussemburgo, che ha definito in una sentenza “irricevibile” l’istanza civile presentata dal fondo della famiglia Singer, mentre a livello penale è stata annullata la citazione in giudizio dello scorso settembre per “libellé obscur”, (“formulazione oscura”).
La battaglia legale tra i due fondi però non si ferma qui e adesso la palla passerà agli altri tribunali, in Usa e in Italia, ai quali Blue Skye si è rivolto presentando altri esposti. Nonostante la sconfitta nel primo round, Elliot ha comunque fatto sapere di non volersi arrendere e che ripresenterà l’istanza: “Il Tribunale del Lussemburgo – ha dichiarato un portavoce del fondo Elliott – ha stabilito che la citation directe di Elliott deve essere redatta in modo più preciso prima di poter considerare il merito delle accuse che Elliott ha mosso contro BlueSkye. Elliott intende tenere conto di tali linee guida, riformulare e ripubblicare la citazione diretta“.