Prosegue la lotta alla pirateria da parte della Lega di serie A. Le misure già da tempo annunciate sono ora a un passo dall’entrare in vigore. La nuova via per la battaglia al “pezzotto” promette una vera e propria svolta, considerando la grande rapidità d’intervento sugli eventi live trasmessi. È stata espressa grande soddisfazione da parte della Lega di serie A per l’insediamento di un tavolo tecnico dedicato interamente alla repressione della diffusione illegale di contenuti protetti dal diritto d’autore.
Ciò che ci si ritrova a fronteggiare è un ampio sistema, che poggia le basi su un’infrastruttura tecnologicamente avanzata, in grado negli anni di rispondere rapidamente e con efficacia a tutti i tentativi di interrompere questo mercato nero. Gli schermi dei clienti che hanno optato per il “pezzotto” sono stati oscurati per un massimo di pochi giorni, per poi ricevere adeguati aggiornamenti e un ritorno online senza grandi problemi. Tutto ciò non dovrebbe più essere possibile.
Cos’è il Piracy Shield
Il sistema delle IPTV al centro del tavolo tecnico convocato e coordinato dall’Agcom. Un confronto proficuo al quale hanno preso parte non soltanto i detentori dei diritti che costantemente vengono piratati. Spazio per l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, gli internet service provider, i motori di ricerca, le Associazioni di categoria, gli hosting provider e la Fapav.
Appuntamento fissato per ottobre, per la messa in pratica di questa rete di controllo e denuncia. In merito si è espresso, con grande soddisfazione, Luigi De Siervo, Ad della Lega di serie A. Ha spiegato come sia evidente la volontà comune di tutte le parti in causa di agire in maniera concreta, netta e rapida per sventare questo sistema.
Una volta conclusi tutti gli step di verifica e i test di efficacia, si potrà partire con la piattaforma denominata Piracy Shield. Sarà in funzione da ottobre 2023 e garantirà “il blocco di segnali illegali di trasmissione dei match di serie A TIM, interrompendone la visione entro 30 minuti dalla segnalazione ricevuta”.
Un sistema che mira inoltre a rivolgersi agli utenti, che hanno deciso di affidare i propri dati sensibili a gruppi criminali, fornendo ad esempio gli estremi dei propri conti bancari, digitando dettagli su siti che di certo non garantiscono alcuna tutela. L’Ad della serie A spiega: “Vogliamo sensibilizzare gli utenti anche sulle sanzioni di natura penale ed economica cui andranno incontro”.
Multe anche per gli utenti
Il tema delle multe è molto importante, dal momento che per la prima volta si parla di agire in maniera forte nei confronti di chi usufruisce di tali servizi. Se è vero che i maggiori responsabili sono coloro che hanno realizzato un’infrastruttura criminosa, quest’ultima non avrebbe le basi solide che può vantare senza un pubblico di riferimento.
Come suggerito da De Siervo, sono previste sanzioni pecuniarie e penali per chi approfitta di servizi piratati. Chi crea siti del genere rischia fino a tre anni di carcere e 15mila euro di multa. Chi ne approfitta, invece, pagando un servizio illegale, potrebbe invece ritrovarsi costretto a pagare sanzioni fino a un massimo di 5mila euro.