Il fascicolo per reati tributari a carico di Francesco Totti sarebbe destinato chiudersi con un’archiviazione. L’ex calciatore e storico capitano della Roma risulta indagato per omessa dichiarazione dei redditi sugli introiti incassati da sponsorizzazioni, spot e comparsate televisive. Collaborazioni che non sarebbero state occasionali e che avrebbero richiesto da subito l’apertura della partita Iva da parte della leggenda giallorossa. Obbligo in un primo momento ignorato, tanto da fare scattare i controlli da parte della Guardia di Finanza.
L’indagine
La frequenza dell’attività di Francesco Totti dopo il ritiro dal calcio giocato è stata accertata dalle indagini del Nucleo Pef della Finanza che hanno riferito le irregolarità al pm della procura di Roma Vincenzo Barba, il quale come atto dovuto ha iscritto l’ex numero 10 sul registro degli indagati per reati tributari.
La violazione contestata all’ex calciatore fa riferimento all’articolo 5 del decreto legislativo 74/2000, ovvero l’evasione sulle tasse o sul valore aggiunto, relativa all’omessa dichiarazione nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022, che prevederebbe una pena da 2 a 5 anni.
L’inchiesta era scattata a giugno, con una verifica fiscale da parte dei finanzieri per un ammontare di 1,5 milioni di euro. Secondo la Guardia di Finanza l’ex fuoriclasse non avrebbe pagato l’Iva sui guadagni derivati dagli spot pubblicitari girati per diverse aziende.
Stando a quanto riportato dal quotidiano La Verità, Totti avrebbe inizialmente dovuto al Fisco una cifra relativamente contenuta, che sarebbe però lievitata in seguito all’applicazione di sanzioni e interessi.
Su suggerimento del suo legale, l’avvocato Antonio Conte, l’ex campione avrebbe versato 200mila euro per regolarizzare la sua posizione contributiva, ma il pagamento in un’unica soluzione sarebbe arrivato tardi rispetto all’inizio delle indagine.
L’ipotesi archiviazione
Secondo quanto riportato da Agi, Francesco Totti sarà ascoltato tra il 9 e il 13 dicembre dai pm per chiarire la sua posizione e il fascicolo che lo vede indagato potrebbe essere chiuso.
Da quanto appreso dall’agenzia stampa, infatti, non ci sarebbe stata una convocazione ufficiale da parte dei magistrati e il saldo del debito con l’Erario, insieme l’apertura contestuale della partita Iva, potrebbe essere sufficiente per portare alla richiesta di archiviazione.
Tra gli accertamenti fiscali su Francesco Totti, la Guardia di Finanza avrebbe accantonato come aspetti privati quanto segnalato dagli avvocati dell’ex coniuge Ilary Blasi, con la quale l’ex calciatore ha avuto una separazione burrascosa.
I legali dell’ex moglie hanno accusato lo storico capitano della Roma di aver accumulato debiti per oltre tre milioni di euro nel gioco d’azzardo: “Risulta infatti che, nel periodo dal settembre 2020 al settembre 2023 Totti ha sperperato al gioco, mediante svariati bonifici, la maggior parte dei quali a favore del Casinò di Montecarlo, l’impressionante somma complessiva di a 3.324.000 euro” hanno scritto i legali, imputando all’ex giocatore di “aver sperperato denari che avrebbe dovuto destinare alla famiglia (non fosse altro che come patrimonio futuro da destinare ai suoi figli) per un milione di euro all’anno al gioco; solo in 20 giorni nel 2023 ha giocato 551.000 euro”.
I legali di Blasi avevano accusato Totti di non aver dichiarato nell’autocertificazione iniziale tutte le “carte di credito e tutti i conti correnti a lui intestati o cointestati o sui quali possa comunque operare” puntando il dito su un’”omissione gravissima“, dalla quale sarebbe partita l’inchiesta sulla mancata apertura della partita Iva.