Stufe a pellet, arriva il bonus: come fare domanda

Chi acquista questo "combustibile rinnovabile" troverà uno sconto rispetto ai prezzi (folli) del 2022, grazie alla riduzione dell'IVA introdotta dalla Manovra. Ecco quanto si risparmia

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Oltre alla proroga del bonus sociale bollette, il 2023 porta con sé altre novità in tema di energia e agevolazioni per il riscaldamento domestico. Uno dei modi alternativi per risparmiare è rappresentato dalle stufe a pellet, per le quali è previsto un bonus ad hoc.

Al netto degli interventi statali sui prezzi di luce e gas, la legna e le biomasse da ardere restano ancora le alternative energetiche più convenienti sul mercato, nonostante gli aumenti record. Il pellet, poi, permette vantaggi anche dal punto di vista ambientale: è infatti una fonte di energia rinnovabile, in quanto l’anidride carbonica che emette quando brucia è la stessa assorbita dalla pianta durante la sua crescita.

Bonus pellet 2023: come funziona

Occorre fare una precisazione: quello che viene indicato come bonus relativo al 2023 riguarda l’acquisto del materiale da ardere e non l’acquisto e l’installazione dell’impianto di riscaldamento. Il cosiddetto bonus pellet 2023 consiste in una riduzione dell’aliquota IVA dal 22% al 10% per l’acquisto del combustibile, introdotta dalla Manovra 2023 per far fronte a rincari energetici. Per garantire la copertura della misura lungo tutto l’anno, il Governo ha stanziato un totale di circa 133,4 milioni di euro.

Il bonus spetta a tutti i cittadini senza distinzione di reddito ed è rivolto anche a chi vuole riscaldare ambienti non domestici e anche per chi compra il pellet allo scopo di rivenderlo. I possessori di partita IVA potranno abbattere e scaricare – interamente o parzialmente, a seconda del proprio regime fiscale – il costo dell’imposta. Per ottenere la riduzione dell’IVA non occorre alcuna richiesta: al momento dell’acquisto, si assisterà a uno “sconto” sul prezzo rispetto a quello trovato sul mercato fino a dicembre 2022. La riduzione dell’IVA al 10% è valida per tutto il 2023 e per qualsiasi chilaggio del pellet, e non solo per il più comune sacco da 15 chili.

Quanto si risparmia

Prendendo come riferimento il “classico” sacco da 15 chili di pellet, proviamo a calcolare il risparmio potenziale che un acquirente maturerebbe rispetto al 2022. Se a dicembre una confezione di pellet veniva a costare 15 euro (IVA esclusa), aggiungendo i 3,3 euro pari al valore dell’IVA al 22%, si arrivava a un prezzo finale di 18,3 euro.

Dal 1° gennaio 2023, lo stesso prodotto costa invece 16,5 euro (frutto della somma di 15 euro + 10% IVA, ovvero 1,5 euro). Il risparmio è perciò pari a 1,8 euro, al 12% sul valore dell’IVA.

Gli incentivi per le stufe a pellet

Per quanto riguarda invece gli impianti come le stufe, ci sono sostanzialmente due modi per sfruttare gli incentivi statali.

  • Il primo è richiedere l’Ecobonus, anche senza ristrutturazione. La detrazione fiscale è del 65% fino a un massimo di 30mila euro, nel caso di interventi di riqualificazione energetica per immobili già iscritti al catasto o con pratica di iscrizione in corso.
  • Il secondo è richiedere il Bonus mobili del 50%, nel caso di ristrutturazione edilizia, fino a un massimo di 96mila euro. A una condizione: che la stufa presenti un rendimento energetico non inferiore al 70%.