Reddito di cittadinanza: va dichiarato?

Scopri con QuiFinanza se il reddito di cittadinanza fa reddito. Leggi l'articolo!

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Tre le domande principali sul Reddito di cittadinanza ci sono quelle in cui i cittadini si chiedono se deve essere dichiarato, se viene considerato ai fini ISEE e se fa reddito. Ci sono differenti dubbi infatti che si stanno ponendo coloro che percepiscono questo sussidio. Vediamo di chiarirli insieme.

Una cosa molto importante da sapere è che l’importo del sostegno economico lo scorso mese di marzo è stato ricalcolato sulla base del nuovo indicatore. Questo non significa che se l’ISEE è più alto allora l’importo del Reddito di cittadinanza dovrà essere sicuramente più basso, i fattori che possono incidere infatti sono differenti. A questo proposito ci teniamo a dire una cosa nello specifico, concentriamoci quindi su questo aspetto: quanto incide il Reddito di cittadinanza percepito l’anno scorso sull’ISEE e sul reddito.

Sono tanti i cittadini che beneficiano di questo sussidio che si sono chiesti se il valore ISEE non sia risultato più alto proprio per via della misura di sostegno che hanno percepito nel 2019 (Reddito di cittadinanza appunto). Su questo aspetto è il caso di parlare e fare chiarezza allora una volta per tutte, in modo che ogni utente sappia come stanno le cose.

Reddito di cittadinanza: rientra nell’ISEE ma non fa reddito

Il Reddito di cittadinanza è stato istituito grazie alla Legge 26/2019, la stessa che chiarisce un aspetto decisamente importante, sottolineando infatti che l’importo che i cittadini aventi diritto a questa misura percepiscono ogni mese “non fa reddito”. Si legge molto chiaramente al comma IV dell’articolo 3 che il beneficio economico è esente dal pagamento dell’IRPEF.

Facciamo ulteriore chiarezza su un altro passaggio importante: quanto appena dichiarato, che la Legge di riferimento stessa sottolinea, non significa che il Reddito di cittadinanza percepito non abbia alcuna conseguenza sull’ISEE. Infatti anche ogni altra indennità, come questa, deve essere obbligatoriamente indicata nell’ISEE. La normativa vigente è il D.P.R. 159/2013 e chiarisce a tutti i cittadini che ai fini ISEE bisogna valutare anche tutti quei redditi che sono da considerare come esenti da IRPEF, come appunto i “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche laddove non siano già inclusi nel reddito complessivo”.

E visto che, nella stessa Legge, non viene indicato il Reddito di cittadinanza come misura esclusa da questi trattamenti assistenziali, resta da intendere ovviamente che anche questo importo percepito dovrà essere indicato all’interno dell’ISEE del cittadino che lo riceve. Ci teniamo a sottolineare inoltre un alto aspetto importante da tenere in considerazione oggi, ovvero che tutti i redditi che vengono presi in esame negli ISEE 2020 sono quelli percepiti nel 2018.

L’ISEE del 2021 quindi sarà più alto visto che conterrà anche le mensilità di Reddito di cittadinanza che sono state erogate nel 2019.

Reddito di cittadinanza 2021: le novità

Se la normativa rimane invariata è noto che il Reddito di cittadinanza potrà essere richiesto anche il prossimo anno. Chi infatti sta già ricevendo questa indennità, può fare ancora la domanda alla fine dei 18 mesi di fruizione, rispettando un mese di sospensione, per poterne beneficiare ancora per i 18 mesi successivi previsti per Legge. Come abbiamo già accennato in apertura, però, molti cittadini che percepiscono il Reddito di cittadinanza sono spaventati dal fatto che l’ISEE del prossimo anno possa essere più elevato a causa appunto di questa indennità. È questo il motivo per cui ci sentiamo in dovere di tranquillizzare tutti e dichiarare con certezza che, anche se questa misura rientrerà nell’ISEE dei nuclei familiari che la ricevono, non porterà alcuna conseguenza negativa ai fini dell’ottenimento della misura di aiuto per gli altri 18 mesi di cui si può goderne per Legge.

È la normativa stessa che infatti sottolinea che, nel momento in cui si procede all’accertamento dei requisiti per il diritto al beneficio, l’ammontare del Reddito di cittadinanza percepito dal nucleo beneficiario eventualmente incluso nell’ISEE deve essere sottratto, “rapportato al corrispondente parametro di scala di equivalenza”. Quindi chiunque abbia percepito un Reddito di cittadinanza e abbia quindi un ISEE più elevato non vedrà alcuna conseguenza negativa sulla nuova richiesta del beneficio.