Cos’è il questionario MiFID e perché le banche te lo fanno fare

A cosa serve il questionario MiFID e perché è così importante rispondere alle domande che vengono poste. L'utilità di questo strumento

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

È bene precisare fin da subito che il questionario MiFID non costituisce una semplice e superflua formalità. Ma è uno strumento che serve all’investitore di verificare se l’intermediario finanziario gli sta consigliando degli strumenti finanziari che siano adatti a lui. E alla sua situazione personale.

Volendo sintetizzare al massimo, il questionario MiFID è costituito da una serie di domande che gli intermediari, i quali stanno effettuando dei servizi di consulenza personalizzata, devono effettuare in maniera periodica ai clienti. Questo strumento, in buona sostanza, costituisce il recepimento in Italia di una ben precisa direttiva europea, conosciuta come Markets in Financial Markets Directive. Il regolamento europeo è entrato in vigore il 1 novembre 2007 e risulta essere a tutt’oggi valida.

A cosa serve il questionario MiFID

Il questionario MiFID è una direttiva comunitaria che regola delle precise norme nell’ambito degli strumenti finanziari con la finalità di far nascere un nuovo mercato europeo più ambizioso e integrato possibile. La normativa che viene raccolta all’interno di tale questionario, costituisce una preziosa fonte di innovazione in particolar modo per l’Italia. Tali norme sono infatti studiate prendendo come riferimento i floridi mercati in cui i trading finanziari del nord Europa e, più in generale, di tutte quelle nazioni nelle quali l’investitore impersona un ruolo di non poca importanza come invece accada nel nostro Paese.

Lo scopo principale del questionario MiFID è quello di far si che gli investitori siano maggiormente consapevoli del loro potere e di imporre agli intermediari il loro obbligo di elargire indicazioni precise riguardo i prezzi dei servizi offerti, gli strumenti finanziari da loro indicati, le modalità con cui verranno custoditi i prodotti offerti e come vengono elargiti gli ordini degli acquirenti. Il questionario MiFID regola al suo interno solamente alcuni precisi prodotti finanziari quali quote d’investimento, azioni e obbligazioni. Non si occupa invece della gestione di prestiti o depositi. Lo scopo principale della normativa stessa prevede di tutelare degli investitori.

Questionario MiFID: il test di adeguatezza

Il questionario MiFID consta, tra le altre cose, di un particolare “test di adeguatezza” attraverso il quale l’impresa rivolge delle precise domande al cliente. Tali domande puntano a capire quale tra le varie tipologie di investimenti, sia quella più adatta per soddisfare i bisogni del cliente. Il test di adeguatezza si compone quindi di alcune domande riguardanti gli obiettivi dell’investimento e la situazione patrimoniale del cliente.

È ponendo queste domande al cliente che l’impresa riesce a capire l’arco temporale nel quale questi intenda mantenere un preciso investimento, quanta propensione al rischio ha e quale sia la motivazione che lo porti a investire. Si punta quindi a capire se il cliente investa il suo denaro per farlo fruttare o, viceversa, se preferisce conservare il proprio capitale non sottoponendolo al rischio di incorrere in eventuali perdite. Tra le varie domande poste al cliente, il questionario MiFID ne propone alcune riguardo il reddito annuo netto. Al cliente infatti viene chiesto quale sia la sua fonte di guadagno, a quanto ammonti il totale del patrimonio in suo possesso, se abbia delle proprietà immobiliari, se ha debiti e, in caso di risposta positiva, a quanto ammonti la loro durata.