Maxi sequestro di formaggi: i lotti ritirati per rischio salmonella

Maxi sequestro di formaggi richiamati dal ministero della Salute per rischio salmonella: il ritiro dai supermercati ha interessato diversi lotti di diverse marche

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Federica Petrucci

Consulente del lavoro, redattore

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Lunedì 24 aprile il ministero della Salute ha pubblicato diversi richiami disponendo un maxi sequestro di formaggi ritirati dai supermercati per rischio salmonella.

Vediamo quali sono le marche e i lotti interessati.

Formaggio ritirato dai supermercati per rischio salmonella

Il richiamo del ministero della Salute per rischio microbiologico ha interessato i formaggi dei seguenti prodotti:

  • Caseificio Longo Tomino del Boscaiolo;
  • Cuor di Terra – Formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata;
  • Fior Fiore – Formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata;
  • Primia Percorsi di Gusto – Formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata;
  • Caseificio Longo – Formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata;
  • Tomino del Canavese Nonno Casaro – Formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata;
  • Terre d’Italia Tomino del Boscaiolo.

I lotti segnalati dal ministero della Salute

I richiami pubblicati dal ministero della Salute lunedì 24 aprile riguardano dei formaggi specifici, dei quali sono state fornite tutte le informazioni relative a marca, produttore, etichetta e lotto di produzione.

Le confezioni segnalate per possibile rischio di salmonella sono nello specifico:

  • Tomino del Boscaiolo Terre D’Italia commercializzato da GS Spa lotto di produzione 10 74 prodotto da Caseificio Longo con data di scadenza 27/28-04-2023 peso 180 grammi confezioni con uno e due tomini (ritirate in via cautelativa);
  • Tomino del Canavese Nonno Casaro, formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata prodotto da Caseificio Longo srl lotto di produzione 1074 marchio di identificazione stabilimento del produttore IT L7A1W CE data di scadenza 29-04-2023 peso 180 grammi (ritirato per possibile presenza di salmonella spp);
  • Formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata Caseificio Longo lotto di produzione 1074 marchio di identificazione dello stabilimento IT L7A1WCE scadenza 27-04-2023 confezioni da 540 grammi e un chilo (ritirate per presenza di salmonella);
  • Primia Percorsi di gusto formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata lotto di produzione 1074 marchio di identificazione dello stabilimento IT L7A1WCE scadenza 23-04-2023 peso 180 grammi Caseificio Longo srl (ritirato per possibile presenza di salmonella);
  • Fior Fiore formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata lotto di produzione 1074 marchio di identificazione dello stabilimento IT L7A1WCE scadenza 28-04-2023 peso 180 grammi produttore Caseificio Longo srl (ritirato per possibile presenza di salmonella);
  • Cuor di Terra formaggio a pasta molle con crosta edibile leggermente muffettata lotto di produzione 1074 marchio di identificazione dello stabilimento IT L7A1WCE scadenza 29-04-2023 e 27-04-2023 peso 180 grammi produttore Caseificio Longo srl (ritirato per possibile presenza di salmonella).

Come si manifesta la salmonella nell’uomo: i sintomi

Molti dei lotti di formaggio contaminato ritirato dai supermercati per salmonella hanno una scadenza imminente, in alcuni casi addirittura antecedente alla pubblicazione del richiamo del ministero della salute. Non è assolutamente inverosimile, dunque, che qualcuno li abbia già acquistati o consumati. Cosa fare allora?

Se si ha in casa un prodotto qualsiasi richiamato dal ministero della Salute (non solo per salmonella, ma anche per la rilevazione di altre problematiche: qui per esempio vi abbiamo segnalato le confezioni di acqua ritirate proprio recentemente dai supermercati), la prima cosa da fare è evitare di consumarlo in qualsiasi modo e, il prima possibile, riportarlo al punto vendita dove è avvenuto l’acquisto.

Cosa succede, invece, se il prodotto è stato già consumato? La salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche.

Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee – S. typhi e S. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere – in cui l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori – come S. typhimurium e la S. enteritidis – responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica (fonte: Istituto Superiore Sanità).

Le infezioni da salmonella possono verificarsi negli animali e nell’uomo e la gravità dei sintomi varia dai semplici disturbi del tratto gastrointestinale (febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea) fino a forme cliniche più gravi (batteriemie o infezioni focali a carico per esempio di ossa e meningi) che si verificano soprattutto in soggetti fragili (anziani, bambini e soggetti con deficit a carico del sistema immunitario).

I sintomi della malattia possono comparire tra le 6 e le 72 ore dall’ingestione di alimenti contaminati (ma più comunemente si manifestano dopo 12-36 ore) e si protraggono per 4-7 giorni. Nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso benigno e non richiede l’ospedalizzazione, ma talvolta l’infezione può aggravarsi al punto tale da rendere necessario il ricovero. Le salmonellosi nell’uomo, inoltre, possono anche causare lo stato di portatore asintomatico, che può quindi diffondere il batterio anche in maniera inconsapevole (qui l’ultimo caso di focolaio epidemico di salmonella in Europa).

Gli alimenti contaminati rappresentano uno dei veicoli più importanti di diffusione dell’infezione nell’uomo (qui l’elenco di altri prodotti ritirati dal ministero della Salute). Tuttavia, per poter causare la malattia è necessaria la colonizzazione massiva dell’agente patogeno nell’alimento prima dell’ingestione. Solitamente all’apparenza il cibo contaminato non presenta alcuna alterazione delle caratteristiche organolettiche (colore, odore, sapore, consistenza). La contaminazione degli alimenti può avvenire al momento della loro produzione, durante la preparazione, oppure dopo la cottura a causa di una manipolazione non corretta degli alimenti.

Non è detto che la malattia degeneri quindi, ma ci sono dei soggetti che sono più a rischio di altri. Tra questi: anziani, bambini e donne in gravidanza, ma anche individui affetti da anemia falciforme e Hiv. La gravità della malattia è in relazione al sierotipo infettante, al numero di microrganismi ingeriti e a fattori di resistenza del paziente. In particolare, a livelli di acidità gastrica ridotti corrispondono maggiori probabilità di manifestare diarrea. Ai germi che non vengono neutralizzati dalla secrezione acida dello stomaco l’intestino umano risponde con una reazione infiammatoria che provoca il fenomeno diarroico.

In ogni caso, qualora si fosse sicuri di aver mangiato qualcosa di contaminato (o anche se si ha solo qualche dubbio), è sempre meglio rivolgersi al proprio medico. Nella maggior parte dei casi, l’infezione da salmonella si presenta in forma lieve e si risolve da sola nel giro di pochi giorni. Di norma è sufficiente adottare una terapia di supporto: somministrazione di soluzioni orali reidratanti (che servono per compensare l’acqua e i sali persi con il vomito e la diarrea), fermenti lattici e probiotici. Per scongiurare ogni rischio, quindi, sempre meglio farsi seguire da un professionista.