Maxi ritiro di carne contaminata venduta nei supermercati

Pubblicati diversi richiami relativi a dei lotti specifici di carne, venduta nei supermercati e segnalata come contaminata dal ministero della salute

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Redazione

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Mercoledì 15 marzo il ministero della salute ha pubblicato tutta una serie di richiami alimentari relativi a dei lotti specifici di carne, venduta nei supermercati e segnalata come contaminata agli operatori del settore.

Si tratta di diversi tagli di carne di pollo (sfilaccio e julinee) e equino (sfilaccio), tutti ritirati dal commercio per rischio microbiologico.

Pollo ritirato dai supermercati per presenza di listeria

Le prime due segnalazioni riguardano due diversi tagli di pollo del marchio “Coppiello Giovanni srl”, venduto in diversi supermercati italiani.

I lotti segnalati dal ministero della salute sono i seguenti:

  • tutti i lotti di sfilacci di pollo con scadenza tra il 20-03-2023 e il 29-04-2023, marchio di identificazione dello stabilimento/produttore IT 1323 L CE, nome del produttore Coppiello Giovanni, sede dello stabilimento “via Muggia 2, Vigonza (PD)”, scadenza dal 20-03-2023 al 29-04-2023, peso 100 grammi atm;
  • tutti i lotti di julienne di pollo con scadenza tra il 20-03-2023 e il 29-04-2023, marchio di identificazione dello stabilimento/produttore IT 1323 L CE, nome del produttore Coppiello Giovanni, sede dello stabilimento “via Muggia 2, Vigonza (PD)”, data di scadenza dal 20-03-2023 al 29-04-2023, peso 100 grammi atm.

In entrambi i casi il richiamo è avvenuto a “titolo precauzionale per Listeria Monocytogenes”, per cui i clienti che avessero acquistato tali prodotti sono pregati di non consumarli e restituirli al punto vendita per il rimborso entro il 29-04-2023.

Qui, invece, i prodotti segnalati e ritirati recentemente per presenza di tossine, salmonella e sostanze cancerogene.

Carne contaminata ritirata dai supermercati: i lotti segnalati

Non solo pollo, i richiami del ministero della salute hanno interessato anche altri tagli di carne (equina per la precisione), anche in questo caso ritirati dai supermercati a titolo precauzionale per Listeria Monocytogenes.

Di seguito i lotti segnalati:

  • tutti i lotti di produzione con scadenza tra il 02-06-2023 e il 10-07-2023 del prodotto del marchio “Coppiello Giovanni Srl”, denominazione di vendita “sfilaccio di equino 80 g (cod. 324154), ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato “Ali Sta”, marchio di identificazione dello stabilimento/produttore IT 1323 L CE, nome del produttore Coppiello Giovanni, sede dello stabilimento “via Muggia 2, Vigonza (PD)”, scadenza tra il 02-06-2023 e il 10-07-2023, peso 80 grammi atm;
  • tutti i lotti con scadenza tra il 02-06-2023 e il 10-07-2023 del prodotto del marchio “Coppiello Giovanni srl”, denominazione di vendita “sfilaccio di equino 100g atm”, marchio di identificazione dello stabilimento/produttore IT 1323 L CE, nome del produttore Coppiello Giovanni srl, sede dello stabilimento “via Muggia 2, Vigonza (PD)”, scadenza tra il 02-06-2023 e il 10-07-2023, peso 100 grammi atm;
  • tutti i lotti con scadenza tra il 02-06-2023 e il 10-07-2023, del prodotto del marchio Coppiello Giovanni srl, denominazione di vendita “sfilaccio di equino 100g oro”, commercializzato con il nome “Coppiello Giovanni srl”, marchio di identificazione dello stabilimento/produttore IT 1323 L CE, nome del produttore Coppiello Giovanni, peso 100 grammi atm.

La raccomandazione del ministero, anche in questo caso, è quella di non consumare i prodotti precauzionalmente ritirati e di restituirli presso il punto vendita dove si sono acquistati entro il 10 luglio 2023.

Quali sono i rischi legati al consumo di carne contaminata da batteri

La listeria è un batterio che si trova comunemente nell’ambiente e nel cibo che spesso consumiamo. La maggior parte delle persone è regolarmente esposta alla Listeria senza conseguenze per la salute. Tuttavia, le infezioni da L. monocytogenes possono portare a uno sviluppo della listeriosi, una malattia che può avere delle conseguenze molto gravi per determinati soggetti, cd. “a rischio”, tra cui le donne incinte, i neonati, gli anziani e gli immunocompromessi (qui l’elenco degli alimenti a cui stare attenti).

Il batterio della Listeria Monocytogenes può essere trovato in alimenti di origine animale, come:

  • latte crudo;
  • carne;
  • pollame;
  • pesce;
  • formaggi;
  • gelati e carni lavorate a causa della contaminazione post-lavorazione.

A volte si può trovare anche su frutta e verdura fresca.

La pastorizzazione e la cottura distruggono ogni presenza di Listeria Monocytogenes, mentre può prosperare in un ambiente freddo e umido (per esempio nei frigoriferi dove, se un prodotto privo di listeria viene maneggiato o conservato in modo improprio, i batteri possono contaminare più cibi). Infatti, i prodotti proteici come la carne e il formaggio sono ottimi “alleati” della crescita batterica (qui le 335 imprese non a norma denunciate in Italia).

La listeriosi si manifesta invece nell’uomo con sintomi simili a quelli influenzali tra cui:

  • febbre;
  • dolori muscolari;
  • a volte, sintomi gastrointestinali.

Se l’infezione si diffonde al sistema nervoso, i sintomi possono progredire fino a includere:

  • forte mal di testa;
  • torcicollo;
  • confusione;
  • perdita di equilibrio;
  • convulsioni.

I disturbi della listeriosi possono durare diversi giorni. La diagnosi richiede analisi di laboratorio del sangue o del liquido cerebrospinale, mentre il trattamento viene somministrato attraverso antibiotici come la penicillina o l’ampicillina.
Adulti e bambini sani possono essere infettati, ma raramente si ammalano gravemente. Le donne incinte possono manifestare solo lievi sintomi simil-influenzali, ma l’infezione durante la gravidanza può trasferirsi ai neonati o portare a parto prematuro, aborto spontaneo o alla nascita di un bambino morto. In tali casi, quindi, a subire gli effetti più gravi di solito è il nascituro.

Prodotti segnalati dal ministero della salute: come ottenere il rimborso dopo il ritiro dai supermercati

Il Regolamento che istituisce il sistema rapido di allerta europeo (RASFF), stabilisce che nei casi in cui un prodotto rappresenti un rischio per la salute, l’OSA (operatore del settore alimentare, categoria in cui rientrano i supermercati) deve adottare le misure di ritiro e di richiamo.

La prima misura si riferisce all’obbligo per l’OSA di informare i suoi clienti sulla non conformità riscontrata ed a ritirare il prodotto dal mercato. In aggiunta al ritiro, qualora il prodotto fosse già stato venduto al consumatore, l’OSA deve inoltre provvedere al richiamo, ovvero a informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante apposita cartellonistica da apporre presso i punti vendita.

Ma chi ha acquistato uno o più prodotti segnalati dal ministero della salute o dagli operatori del settore, che cosa deve fare per ottenere il rimborso del prezzo? In questi casi basta recarsi presso lo store dove è avvenuta la vendita e restituire l’oggetto del richiamo. Essere in possesso dello scontrino che attesta l’acquisto sicuramente facilita e accelera l’intero processo, ma non rappresenta nessun obbligo. Qualora venisse richiesto, infatti, basta la prova testimoniale o l’eventuale prova di pagamento come, per esempio, l’estratto conto della carta di credito o del bancomat in caso di pagamento tramite pos.

In definitiva, qualora anche questo non sia disponibile, il supermercato può procedere a verifica tramite codice a barre, rintracciando in questo modo l’origine del prodotto e presso quale rivenditore questo è stato acquistato effettivamente. Una volta accettata la restituzione, il cliente riceverà l’equivalente del costo sostenuto.