Torna a spaventare la Listeria in Italia. Dopo i casi degli scorsi mesi che hanno riguardato diversi prodotti lavorati e commercializzati nel nostro Paese, altri prodotti sono stati bloccati e ritirati dai supermercati in questi giorni per la possibile presenza del batterio della Listeria.
Cos’è la Listeria
Dopo i casi dei mesi scorsi, si riaccende l’allerta per la listeria. La Listeria monocytogenes è un batterio che causa la listeriosi, un’infezione generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato e quindi classificata fra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti.
Nei Paesi occidentali la listeriosi rappresenta un problema di sanità pubblica sempre più importante. Nel 2020 la listeriosi è stata la 5a malattia maggiormente riferita nell’Unione europea e ha interessato principalmente persone over 64 anni: sono stati registrati ben 1.876 casi. Inoltre, è tra le malattie caratterizzate da esiti più gravi, sia in termini di ricoveri ospedalieri che in termini di morti.
Il batterio della Listeria riesce a riprodursi a temperature molto variabili, da temperature di refrigerazione fino a 45°C, il che lo rende particolarmente resistente a varie condizioni ambientali, incluse quelle che si hanno nella produzione e nella lavorazione degli alimenti. Può crescere nell’alimento contaminato fino a raggiungere concentrazioni tali da causare un’infezione nell’uomo, e si può sviluppare nei prodotti pronti al consumo, cosiddetti ready-to-eat – RTE e nei prodotti con una lunga vita commerciale (shelf-life), mantenuti a temperature di refrigerazione.
In quali cibi si trova
I cibi più a rischio Listeria sono:
- pesce affumicato, come il salmone
- prodotti a base di carne, come paté di carne, hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie
- formaggi a pasta molle, formaggi erborinati, formaggi poco stagionati
- vegetali preconfezionati
- latte non pastorizzato.
Seppur meno frequente rispetto ad altre “malattie del cibo” come la salmonellosi, la listeriosi può manifestarsi con quadri clinici severi e tassi di mortalità elevati, soprattutto in soggetti fragili come anziani, donne in gravidanza, neonati e adulti con sistema immunitario compromesso.
I sintomi della listeriosi
La listeriosi ha tempi di incubazione molto lunghi, anche fino a 70 giorni. Riguardo ai sintomi, ne può dare diversi: dalla gastroenterite acuta febbrile più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione, a quella invasiva o sistemica, che nei casi più gravi può portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie.
Nelle donne in gravidanza la listeriosi può provocare aborto, morte in utero del feto, parto prematuro e infezioni neonatali. La listeriosi può verificarsi in ogni momento della gravidanza ma è stata più frequentemente documentata durante il terzo trimestre.
Come evitarla: cosa fare quando mangiamo
Il modo migliore per evitare di prendere la listeriosi a casa è l’applicazione delle generali norme di igiene e attenzione previste per scongiurare tutte le altre infezioni alimentari:
- lavare accuratamente gli alimenti crudi, come frutta e verdura, sotto l’acqua corrente prima di consumarli, sbucciarli, tagliarli o cuocerli
- pulire la superficie degli alimenti come meloni e cetrioli con una spazzola pulita
- asciugare i prodotti con un panno pulito o un tovagliolo di carta
- separare le carni crude dalle verdure e dai cibi cotti e pronti al consumo
- lavare le mani, i coltelli, i piani di lavoro, e i taglieri dopo la manipolazione e la preparazione dei cibi crudi
- mantenere la corretta temperatura di esercizio di frigoriferi e congelatori separando al loro interno gli alimenti crudi da quelli cotti
- mantenere il frigorifero pulito, lavando frequentemente le pareti interne e i ripiani con acqua calda e sapone liquido
- cuocere accuratamente e completamente in profondità la carne e i prodotti a base di carne crude
- consumare i prodotti precotti, o pronti per il consumo appena possibile
- non conservare né consumare i prodotti refrigerati oltre la data di scadenza
- conservare gli avanzi di cibo cotto, nel frigorifero, in contenitori provvisti di coperchi e poco profondi, così da farli raffreddare più velocemente, e consumarli in breve tempo.
I soggetti a rischio, come le donne in gravidanza e le persone immunodepresse, dovrebbero evitare il consumo di:
- prodotti lattiero-caseari freschi, in particolare formaggi a pasta molle, a breve stagionatura ed erborinati
- salumi a breve stagionatura
- pesce fresco affumicato pronto per il consumo
- preparazioni gastronomiche da consumarsi senza trattamento termico
- paté di carne freschi.
Trattandosi di un batterio, il trattamento della malattia prevede una terapia antibiotica, sia per gli adulti che per i bambini. Una cura antibiotica somministrata precocemente alle donne in gravidanza può prevenire la trasmissione dell’infezione al feto.
I prodotti ritirati per sospetta listeria
La listeriosi rientra nel gruppo di malattie per le quali sono state stabilite, sia negli Stati Uniti che in Europa, reti di sorveglianza sulla sicurezza alimentare con obbligo di denuncia. Queste reti, volte a individuare focolai di infezione e a determinarne la causa, permettono di agire sia ritirando i prodotti dal mercato che adottando le necessarie misure nei confronti degli impianti di produzione e informando la popolazione a rischio.
Forse non tutti sanno che i cosiddetti OSA, gli operatori del settore alimentare, hanno l’obbligo di informare i propri clienti sulla non conformità riscontrata negli alimenti messi in commercio e a ritirare il prodotto dal mercato. In aggiunta al ritiro, nel caso in cui, come spesso avviene, il prodotto sia già stato venduto al consumatore, l’OSA deve provvedere anche al richiamo, cioè deve informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante avvisi ad hoc nei punti vendita, e a pubblicare il richiamo nella specifica area del portale del Ministero della Salute.
La pubblicazione del richiamo nel portale internet del Ministero è a cura della Regione competente per territorio, che lo riceve direttamente dall’OSA, previa valutazione della ASl.
Oltre ai richiami di prodotti alimentari, sono pubblicate on line anche le revoche dei richiami successivi a risultati di analisi favorevoli, scadenza o per altri motivi. Attenzione: sono autentici e assolvono agli obblighi di informazione ai consumatori soltanto i richiami e loro revoche pubblicati nel portale del Ministero della Salute.
Ma vediamo nel dettaglio quali prodotti sono stati ritirati.
Come si legge sul sito del Ministero della Salute, per rischio “grave” per la salute dei consumatori per la presenza riscontrata del batterio della Listeria è stato ritirato questo prodotto:
Gamberetti boreali in salamoia da 225 g (sgocciolato 125 g)
- marchio: Gioia di mare
- lotto di produzione: L510WS-B
- data di scadenza: 5/5/2023
- venduto da: Maxi Di Srl
Possibile presenza di Listeria anche per:
Salame campagnolo 400 g
- marchio: Gabba Salumi
- prodotto da: Gabba Salumi, Candelo (BI)
- lotto di produzione: 0312
- senza data di scadenza
Sfilaccio di cavallo 100 g
- marchio: Buoni sapori
- lotto di produzione: tutti quelli con scadenza dal 2/6/2023 al 13/8/2023
- marchio: Bernardini Gastone
- prodotto da: Coppiello Giovanni, Vigonza (PD).