Influenza: superato il picco di contagi, colpiti 7,8 milioni di italiani

Dopo settimane segnate dalla preoccupazione per l'intensificarsi di gravi forme di polmoniti influenzali, l'atteso picco dell'influenza è arrivato

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il picco della stagione influenzale è ormai alle spalle, e il numero di casi ha iniziato a diminuire. Nella prima settimana dell’anno, le sindromi simil-influenzali sono state approssimativamente 980 mila, registrando una diminuzione di circa 100 mila rispetto alla settimana precedente. Durante il picco stagionale, sette giorni prima, si è raggiunto il massimo con un’incidenza di 18,3 casi ogni 1.000 abitanti, un valore senza precedenti nelle stagioni passate. Da Capodanno è iniziata la discesa e dall’1 al 7 gennaio i casi di sindromi simil-influenzali si sono ridotti di circa 100 mila unità rispetto ai 7 giorni precedenti (16,5 casi ogni 1.000 persone).

Questi dati emergono dal bollettino del sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale, in collaborazione con il ministero della Salute, ha anche fornito aggiornamenti sui dati relativi al Covid. È da notare che anche i casi di Covid stanno diminuendo sia in termini numerici che per quanto riguarda l’impatto sugli ospedali.

La stagione, però, non è ancora finita e sembra ormai destinata a rivelarsi una delle più intense mai verificatesi in Italia. Da ottobre a oggi sono 7,8 milioni gli italiani colpiti da sindromi simil-influenzali; con questo trend si potrebbero superare i 14 milioni di contagi complessivi registrati lo scorso anno, quando la stagione era stata particolarmente aggressiva.

Picco superato, ma circolazione ancora sostenuta

Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, commenta che sia i dati epidemiologici che microbiologici suggeriscono il superamento del picco, anche se è altamente probabile una persistente circolazione nelle prossime settimane, favorita dalla riapertura delle scuole. Palamara afferma: “Continuiamo a raccomandare le vaccinazioni per le persone a rischio, ancora utili in previsione della fase finale della stagione, che si protrarrà per diverse settimane. È importante mantenere una prudenza sana nei comportamenti. Ribadiamo l’invito a evitare l’uso di antibiotici, in quanto non sono efficaci contro le infezioni virali, salvo indicazione del medico, e a recarsi al pronto soccorso solo se strettamente necessario”.

Come riportato nella prima settimana del 2024, l’incidenza è scesa a 16,5 casi per mille assistiti, rispetto al picco della settimana precedente, che aveva registrato 18,3 casi (dato aggiornato rispetto alla scorsa settimana a causa di ritardi nelle notifiche).

Nella prima settimana del 2024, è risultato positivo all’influenza il 34% dei campioni analizzati dai laboratori afferenti alla rete di sorveglianza RespiVirNet (era il 46% la settimana precedente). Tra i virus influenzali, risultano prevalenti quelli di tipo A, in particolare il sottotipo H1N1 pdm09 che è il protagonista quasi assoluto.

Incidenza scende tra bimbi, solo due Regioni ad alta intensità

L’incidenza delle sindromi simil-influenzali sta manifestando una marcata diminuzione nelle fasce di età pediatriche, con una maggiore rilevanza nei bambini al di sotto dei cinque anni, in cui l’incidenza è ora di 33,6 casi per mille assistiti (rispetto ai precedenti 47,2 nella settimana precedente). Nel contempo, si osserva una stabilità nelle fasce di età degli adulti e degli anziani. Il bollettino avverte che, in tutte le Regioni con attivazione della sorveglianza, si registra un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali al di sopra della soglia basale.

Il documento sottolinea che sono ora solamente due le Regioni in cui è stata raggiunta la soglia di intensità “molto alta” dell’incidenza: Abruzzo e Sardegna. Antonino Bella, responsabile della sorveglianza epidemiologica RespiVirNet e curatore del bollettino epidemiologico, commenta: “Anche se fare previsioni sull’andamento della stagione è sempre difficile, il significativo calo osservato suggerisce che il picco potrebbe essere stato raggiunto. Tuttavia, non è escluso che si verifichino oscillazioni al rialzo, specialmente nei bambini, a causa della riapertura delle scuole.”

Netto calo dei casi Covid

Durante la settimana compresa tra il 4 e il 10 gennaio, si è osservato un significativo calo dei casi di Covid in Italia, con un totale di 20.945 nuovi positivi, registrando una variazione negativa del 45,9%. Anche il numero di decessi è diminuito, con 355 morti registrati nello stesso periodo, evidenziando una variazione negativa del 4,3% rispetto alla settimana precedente. Inoltre, si è ridotto l’impatto sugli ospedali, con il tasso di occupazione in area medica al 10 gennaio pari all’8,2% (5.131 ricoverati), in confronto al 10,1% (6.320 ricoverati) del 3 gennaio. Nella stessa data, il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 2,4% (213 ricoverati), rispetto al 2,8% (246 ricoverati) sempre del 3 gennaio.

Francesco Vaia, Direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero, commenta i dati della settimana affermando: “Gli indicatori mostrano una ulteriore riduzione della diffusione del Covid, riflettendosi anche sulla diminuzione del tasso di occupazione delle strutture ospedaliere, sia in area medica che in terapia intensiva. Questo risultato va consolidato, e l’invito è a continuare a proteggere i più vulnerabili attraverso la vaccinazione, che è possibile ricevere contemporaneamente a quella anti-influenzale, particolarmente importante considerando l’andamento delle ultime settimane”.

Buone notizie sul fronte dei vaccini

In Italia, fino a oggi, sono state somministrate quasi 9,5 milioni di dosi di vaccino anti-influenzale, con una copertura della popolazione degli over 65 che si attesta al 45%. Francesco Vaia, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, ha dichiarato: “Ci aspettiamo, entro la fine della stagione, di raggiungere i livelli della stagione precedente.” Nel frattempo, sono giunte buone notizie sul fronte dei vaccini.

Secondo una ricerca coordinata dal ministero della Salute dello Stato dell’Alberta, in Canada, e pubblicata su Eurosurveillance, la vaccinazione in questa stagione ha un’efficacia del 61% nel prevenire l’influenza causata dal virus A/H1N1, che è il ceppo dominante. Tuttavia, si osservano notevoli differenze tra le fasce di età. L’efficacia massima, pari al 74%, è stata registrata nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 9 anni, mentre è stata più bassa, del 57%, negli individui oltre i 65 anni. La protezione contro gli altri virus inclusi nel vaccino di quest’anno è stata del 49% contro il virus A/H3N2, che aveva dominato l’anno scorso, e del 75% contro i virus influenzali di tipo B.

La situazione nelle Regioni

L’incidenza settimanale sta diminuendo nella maggior parte delle Regioni/Province Autonome. Nel Lazio, si è registrata l’incidenza più elevata, pari a 61 casi per 100.000 abitanti, mentre la più bassa è stata segnalata in Sicilia, con 5 casi. Questa tendenza alla diminuzione coinvolge tutte le fasce d’età. L’età mediana al momento della diagnosi è di 60 anni, mostrando un leggero aumento rispetto alle settimane precedenti.

Si evidenzia che la fascia di età più vulnerabile è quella degli anziani, con i tassi di ospedalizzazione e mortalità più elevati nei soggetti oltre i 90 anni, che presentano anche il più alto tasso di incidenza settimanale.

Per quanto riguarda le varianti, secondo i dati di sequenziamento disponibili nella piattaforma nazionale I-Co-Gen, la variante JN.1 rappresenta attualmente la più diffusa, con una proporzione del 49,2% nella settimana di campionamento consolidata (18-24 dicembre 2024). Si conferma, inoltre, la co-circolazione di ceppi virali riconducibili a XBB, con una particolare menzione per EG.5, che rappresenta il 27,3% delle varianti, seppur con valori in diminuzione.