Covid, come curarsi mentre si aspetta l’esito del tampone

Tutto passa dal medico di base, perché il fai da te non esiste, ma non fare nulla durante l'attesa può peggiorare la situazione

Pubblicato: 24 Novembre 2020 20:17Aggiornato: 25 Novembre 2020 09:36

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Chi ha necessità di sottoporsi a un tampone molecolare, perchè ha il chiaro sospetto d’essere positivo al Covid, sa bene di non poter fare affidamento su un responso immediato. Ciò a causa dell’enorme mole di test che viene effettuata su base quotidiana. occorre infatti qualche giorno per ricevere l’esito, al fine di garantire le tempistiche basiche per l’analisi. Nei casi peggiori, però, la risposta non giunge prima dei quattro giorni, come minimo, e a volte si supera la soglia della settimana.

Un soggetto che ha un impegno e deve sottoporsi a un tampone molecolare come forma precauzionale, dovrà semplicemente agire d’anticipo. Il problema risiede invece nella casa di chi ha necessità di comprendere la natura dei sintomi accusati. In attesa del responso, come deve curarsi per evitare un peggioramento delle proprie condizioni?

Tutto passa ovviamente dal medico di base, per evitare di improvvisarsi dottori e procurarsi danni col fai da te, visto che la combinazione di più farmaci può avere effetti gravi sull’organismo.

Aspirina e cortisone per il Covid: quando assumerli

La rivista Clinical and Medical Investigation sta per pubblicare un documento, firmato anche da Norberto Perico, Monica Cortinovis e dal professor Fredy Suter, (per 12 anni primario di Malattie infettive all’ospedale di Bergamo), che sottolinea l’importanza della cura prima dell’esito del tampone.

Dopo la visita dal medico di base, nei 5-7 giorni di attesa per il responso, si può intervenire con una terapia per prevenire la reazione infiammatoria. Appena c’è un sintomo come tosse (presente nel 67% dei casi), febbre (43%), stanchezza, mialgia, mal di gola, nausea, vomito, diarrea, si fa il tampone e subito dopo il confronto col medico ci si può iniziare a curare trattando il coronavirus come qualunque altra infezione delle vie respiratorie.

Ecco quali sono i farmaci indicati. Il primo approccio prevede l’uso dell’aspirina. Si tratta della risposta immediata consigliata all’apparire dei primi sintomi. In seguito, nel caso in cui dovessero manifestarsi anche dei dolori, si potrà optare per l’Aulin.  Importante però sottolineare come in nessun caso risulta consigliato mescolare i due farmaci.

Si parla di cortisone, invece, unicamente in quei csi molto gravi. Fredy Suter, uno dei firmatari dello studio, ha aggiunto che aggiunge che finora in Italia sono una trentina i medici di base che hanno provato questo metodo, sperimentandolo quindi su una platea stimata intorno ai 400 pazienti. “Nessuno di loro vuole tornare indietro”.

Antibiotici per curare il Covid: cosa consigliano gli esperti

Il mondo della scienza è impegnato in un acceso dibattito in merito ai consigli per la cura del Covid. Di fatto in molti casi, col passare dei mesi, ci si rende conto di dover fare un passo indietro e ritentare, anche a fronte di variazioni dei sintomi in seguito all’adattarsi del nostro organismo.

L’opinione degli autori è che sia necessaria una medicina che abbia proprietà antinfiammatorie, aspirina e Aulin, che invece mancano nella tachipirina. La durata del trattamento dipende dall’evoluzione clinica. In caso di peggioramento, si passa a cortisone ed eparina. L’antibiotico, in genere l’Azitromicina, è per i soggetti fragili. In alcuni casi il medico di base può procedere alla somministrazione di ossigeno.