Vaccino Covid, miocarditi e pericarditi: cosa sappiamo

Quali sono le reali incidenze delle infiammazioni al cuore nei casi di vaccinazioni anti-Covid, secondo quanto chiariscono oggi gli specialisti di cardiologia

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Mentre i numeri del Covid tornano a salire, l’Italia si trova nel pieno di una campagna vaccinale che fa fatica a decollare. Tra i fattori frenanti delle iniezioni contro il Sars-Cov-2 destinate ai soggetti più a rischio c’è la confusione, l’ambiguità e la disinformazione attorno agli effetti collaterali associati a vaccini anti-Covid, specialmente per quelli a mRna. Sospetti che continuano a circolare tra i cittadini in modo particolare in relazione al legame tra la somministrazione della dose e l’eventuale sviluppo di miocarditi o pericarditi. Un argomento rimasto ancora in sospeso dalla pandemia e che oggi i medici possono analizzare con qualche elemento in più.

Cos’è la miocardite

Sia la miocardite sia la pericardite sono processi infiammatori che riguardano il cuore, che si distinguono essenzialmente per la zona colpita dall’infiammazione.

La miocardite compromette il tessuto muscolare che costituisce le pareti dell’organo, cioè il miocardio. L’infiammazione può essere provocata da diverse cause, che possono andare dall’infezione virale (derivata principalmente da Coxsackievirus, Citomegalovirus, virus dell’epatite C, Herpes virus, HIV, Adenovirus e Parvovirus) a patologie sistemiche o meccanismi autoimmuni, dall’esposizione a tossine all’ipersensibilità ad alcuni farmaci.

In generale la malattia si presenta in forma asintomatica, ma può manifestarsi in forme diverse. Il sintomo più frequente è il dolore toracico che spesso viene scambiato per infarto, mentre altri segni dell’infiammazione in corso possono essere febbre e mal di gola, dolori articolari e muscolari, mancanza di respiro o affaticamento, ritenzione dei liquidi, senso di stanchezza e svenimento.

Nei casi più gravi la miocardite può portare ad anomalie del battito cardiaco ed aritmie, debolezza o insufficienza cardiaca, disfunzioni elettriche o meccaniche del cuore, fino ad arrivare alla necrosi del tessuto e anche all’arresto cardiaco.

Cos’è la pericardite

La pericardite è invece un’infiammazione della membrana che riveste il cuore, appunto il pericardio. Anche in questo caso la malattia può generarsi da cause diverse, come infezioni virali o batteriche, malattie autoimmuni, tumori o insufficienza renale.

Allo stesso modo i sintomi possono essere svariati, a partire, analogamente alla miocardite, dall’improvviso dolore al petto che può essere confuso con un infarto, per poi includere febbre alta, fiato corto, tosse secca, nausea, senso di debolezza e affaticamento, gonfiore agli arti.

I collegamenti tra miocarditi, pericarditi e vaccino anti-Covid

Durante la pandemia alcuni casi di miocarditi e di pericarditi sono stati collegati alla somministrazione del vaccino anti-Covid, una correlazione che viene oggi contestata da diversi specialisti, come il presidente della Federazione italiana di Cardiologia e ordinario all’università di Catanzaro, Ciro Indolfi: “Dopo miliardi di persone vaccinate sono stati riportati alcuni casi di associazione tra vaccini e miocarditi o pericarditi – ha spiegato in un’intervista a ‘Repubblica’ – per lo più riscontrata in quei giovani maschi a cui era stata inoculata la seconda dose a mRNA. Ma le prove attuali sulla presunta associazione si basano in gran parte su case report e serie di casi pubblicati, nonché su indagini osservazionali e meta-analisi” (qui le nuove linee guida dell’Oms di fronte al nuovo aumento dei casi di Covid).

Per il professor Indolfi, nonostante tramite biopsia siano stati diagnosticati alcuni casi di miocardite acuta “potenzialmente associati all’immunizzazione” anti-Covid, “sono rimasti alcuni e fondati dubbi sulla reale incidenza di questa complicanza“.

Come chiarisce il cardiologo, in particolare l’insorgenza della miocardite in seguito alla somministrazione della dose anti-Covid “rimane relativamente rara e accompagnata da un tasso di mortalità molto basso. L’incidenza varia in base al tipo di vaccino, sesso ed età e dopo la prima, seconda o terza dose di vaccinazione” (qui avevamo parlato della scoperta del rischio miocarditi con il vaccino anti-Covid).