Vaccino Covid funziona meglio se sei donna e single. Ecco perché

I risultati di uno studio condotto da Sapienza e Umberto I di Roma aprono la strada a programmi vaccinali personalizzabili.

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Redazione

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Pubblicato: 13 Luglio 2022 09:39

Come noto, il Ministero della Salute ha esteso la platea vaccinale destinataria della seconda dose di richiamo, o second booster, della campagna vaccinale contro il Sars-Cov-2. Cambiando dunque la fascia di età per cui è consigliabile sottoporsi alla “quarta dose” di vaccino anti Covid. La decisione è arrivata dopo la nota congiunta dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, e l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Sulla questione si è prima espressa la Commissione consultiva tecnico scientifica dell’Aifa.

Rischio flop

In realtà è molto probabile che questa campagna estiva, complice il periodo di vacanza, possa rivelarsi un flop: le Regoni nicchiano sulla riapertura degli hub vaccinali, e i medici di base si sfilano dal ruolo di supervisori. Per di più, molti cittadini sono orientati ad attendere l’autunno, quando sarà quasi certamente disponibile un nuovo vaccino in grado di difendere anche dalle varianti Omicron.

Lo studio sull’efficacia

Uno studio tutto italiano, promosso dall’Università Sapienza e dal Policlinico Umberto I di Roma, dal quale è emersa una correlazione tra la risposta immunitaria acquisita dopo il vaccino e alcune variabili demografiche, cliniche e sociali, tra cui l’età, il sesso, le malattie pregresse, l’abitudine tabagica e lo stato civile. I risultati della ricerca, pubblicata sul ‘Journal of Personalized Medicine’, “aprono la strada – sottolineano gli autori – a programmi vaccinali personalizzabili”.

Lo studio – coordinato da Stefania Basili del Dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione della Sapienza e riportato dall’Adnkronos Salute – è stato condotto su un campione di 2.065 lavoratori sanitari del Policlinico Umberto I, che avevano ricevuto il vaccino a mRna di Pfizer-BioNTech e che si sono sottoposti a due prelievi di sangue, dopo un mese e dopo 5 mesi dalla seconda vaccinazione. “A tutti – spiega Basili – è stato somministrato un questionario per raccogliere informazioni personali ed è stato eseguito un test sierologico quantitativo in grado di rilevare gli anticorpi anti-proteina S (Spike) del virus Sars-CoV2, il miglior strumento per valutare l’immunità acquisita a seguito della vaccinazione o dell’infezione”.

Risposta anticorpale

Dai risultati è emerso che, dopo un mese dalla vaccinazione, i soggetti con una pregressa infezione da Covid-19 e quelli più giovani hanno livelli di anticorpi più alti rispetto agli altri. Al contrario, le malattie autoimmuni, le patologie polmonari croniche e il tabagismo sono correlati ai più bassi livelli di risposta anticorpale. Dopo 5 mesi dalla vaccinazione si è osservata una diminuzione mediana del 72% del livello anticorpale, che però è meno evidente nelle donne e nei soggetti con infezione pregressa. Invece nei fumatori, negli ipertesi e nei meno giovani è stato riscontrato un crollo drammatico di circa l’82% dei livelli di anticorpi anti-Spike. E’ inoltre emerso un mantenimento maggiore della risposta anticorpale nei single o conviventi rispetto ai soggetti sposati, divorziati o vedovi, anche se questa associazione potrebbe essere dovuta ad altre variabili cliniche inesplorate, come lo stile alimentare e l’indice di massa corporea.

“Lo studio – commenta la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, tra gli autori della ricerca – mette in rilievo come il perseguimento della salute, anche di fronte a situazioni pandemiche, sottenda a un più generale principio di benessere sociale. I fattori legati agli stili di vita, infatti, hanno un ruolo rilevante nella risposta immunitaria. La prima cura è quindi l’innalzamento della cultura sanitaria e degli standard qualitativi di vita”.

Al di là dei risultati, l’auspicio è che l’nostra analisi possa incoraggiare ulteriori ricerche a indagare gli effetti delle variabili legate al genere e allo stile di vita sulla risposta immunitaria, facendo emergere una medicina personalizzata e di precisione.