Venere influencer, la campagna è incompleta: cosa manca

Armando Testa, che si è occupata della campagna, ha ammesso che "Open to Meraviglia" è ancora incompleta: ecco cosa manca alla Venere influencer

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Non si placano le polemiche e i malumori attorno a “Open to Meraviglia“, la campagna pubblicitaria fortemente voluta da Daniela Santanchè, ministro del Turismo che mira a valorizzare il brand italiano nel mondo. Dito puntato ancora contro il remake della Venere, i follower acquistati per il profilo social “Venere23” e il famoso video girato in Slovenia. Ma la campagna sembrerebbe ancora essere incompleta, con i costi che quindi potrebbero ancora lievitare e andare ben oltre i 9 milioni.

A sottolineare lo stato delle cose è stata Armando Testa, l’agenzia di comunicazione che ha curato la campagna, che sul Corriere della Sera ha spiegato cosa sta succedendo e cosa ha portato alla Venere influencer che tutti stanno criticando.

Armando Testa si difende sulla Venere influencer

Il marketing e la comunicazione dell’era moderna hanno preso ispirazione dal passato, attingendo a una massima di Oscar Wilde che ne “Il ritratto di Dorian Gray” scriveva: “Parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli“. E il caso della Venere di Botticelli influencer è l’ennesimo caso che non fa eccezione a questa regola non scritta.

A sottolinearlo è la stessa società di comunicazione, che acquistando una pagina pubblicitaria sul Corsera ha risposto ironicamente alle polemiche. Un grazie, quello da parte dell’agenzia incaricata a produrre la campagna, che va a chi ha dato risalto mediatico alla pubblicità di “Open to Meraviglia” perché “quando una campagna di promozione turistica rompe il muro dell’indifferenza e riesce a dar vita ad un dibattito culturale come quello acceso in soli 5 giorni da “Italia.Open to meraviglia” rappresenta sempre qualcosa di positivo“.

Insomma, la prova del “purché se ne parli” è presto data, con Armando Testa che ha però specificato: “I 9 milioni di euro dell’investimento previsto da Enit sono destinati alla pianificazione media in tutti i principali mercati: Europa, Paesi del Golfo, Usa, Centro e Sud America, Cina, India, Sud-est asiatico e Australia”.

La società ha poi spiegato che l’obiettivo della pubblicità è quello di “promuovere l’Italia all’estero, puntando su un target proveniente da 33 Paesi. Anche e soprattutto su mercati culturalmente molto diversi dal nostro, accendendo l’attenzione in modo facile, diretto e immediatamente riconoscibile su ciò che tradizionalmente contraddistingue l’Italia nel mondo“.

Ecco quindi spiegato il perché della Venere in bici, quella che mangia la pizza e la donna che si fa il selfie in piazza San Marco a Venezia. Tutte immagini moderne e quotidiane, per avvicinare quanto più turismo all’Italia.

Cosa manca ancora alla Venere influencer

Ma attenzione, la campagna non è ancora completa. Sì, perché secondo quanto riferito da Armando Testa il lavoro sarebbe incompleto, soprattutto in una delle parti più aspramente critiche negli scorsi giorni.

Parliamo del famoso video sloveno, ovvero le immagini utilizzate per lo spot della campagna. Testa, infatti, sottolinea che la campagna è stata solo presentata e “non è ancora uscita”. Cosa significa? Che il prodotto di per sé non sarebbe stato ancora completato e che quella che circola non è altro che una bozza.

“Grazie a tutti coloro che hanno immaginato che il video destinato alla presentazione del progetto – e dunque realizzato con materiale di repertorio – fosse già lo spot ufficiale della campagna” ha scritto Armando Testa sul Corriere della Sera, aprendo di fatto all’attesa per conoscere quale sarà l’effettivo spot della campagna “Open to Meraviglia” con l’influencer d’eccezione, la Venere di Botticelli.