Morbillo, nuova variante in Italia: può sfuggire ai test. I sintomi da riconoscere

Nuovo allarme sanitario in Italia. Pochi casi in Lombardia confermano la diffusione di una variante del morbillo, che elude i test

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

È innegabile, dalla pandemia in poi il livello di attenzione dell’opinione pubblica per quanto concerne la salute è aumentato a dismisura. Non aiuta di certo il fatto che ci si ritrovi, spesso, a fronteggiare degli allarmi di caratura nazionale e internazionale.

Basti pensare alla resistenza agli antibiotici cui stiamo andando incontro. Ora però la questione centrale, per quanto riguarda l’Italia, è l’identificazione di una nuova variante di morbillo. Una delle sue caratteristiche più preoccupanti riguarda la fase di individuazione. Ciò perché è in grado di influire sui test molecolari per la diagnosi. In parole povere questi risultano essere meno sensibili, e dunque efficaci. L’ipotesi che questa variante di morbillo possa sfuggire alla verifica medica, dunque, è concreta e probabile.

Variante del morbillo in Italia

Guardando al solo 2024, sono stati confermati ben cinque casi di questa variante di morbillo in Italia. Da gennaio di quest’anno a oggi e tutti nell’area metropolitana di Milano e nel territorio circostante, in Lombardia.

La classificazione è quella del genotipo D8. Questi casi vengono considerati sporadici, al momento, dal sistema sanitario, dal momento che non è evidente un legame epidemiologico tra loro. Dati forniti da uno studio condotto dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità. Il tutto è stato pubblicato su Eurosurveillance.

Le mutazioni del morbillo

Dei cinque casi indicati, tre avevano qualcosa in comune. Sono stati impegnati in viaggi di recente, anche se in aree ben differenti tra loro. Parliamo infatti di Uzbekistan, Thailandia e Italia meridionale. Nello specifico, evidenziano i ricercatori, i pazienti che sono stati al Sud del nostro Paese e in Thailandia, presentano infezione da ceppi di MeV, caratterizzati da tre mutazioni.

Queste non rappresentano un’assoluta novità, essendo già state descritte da alcuni ricercatori svizzeri in uno studio pubblico allo stesso modo su Eurosurveillance. Non una ricerca datata, anzi, dal momento che ha trovato spazio nel numero della rivista del 1° febbraio 2024.

È stata esattamente questa ricerca a spingere l’Università di Milano e il Dipartimento di malattie infettive dell’Iss a interessarsi alla questione. Ha dunque avuto inizio una vera e propria caccia alle mutazioni, per così dire. Non può di certo essere un caso che queste siano state rilevate in un’area densamente popolata, proprio ai confini con la Svizzera.

Come detto, l’ostacolo maggiore è rappresentato dalla difficoltà di procedere con una diagnosi adeguata. Le mutazioni infatti si verificano in una porzione particolare della nucleoproteina, che rappresenta il bersaglio dei test rapidi.

Ciò vuol dire che il lavoro svolto nei laboratori di sorveglianza viene in parte reso vano. Si registra una perdita della sensibilità dei test, che i ricercatori considerano però essere lieve: “Nessuno degli altri 614 ceppi (453 D8 e 161 B3) rilevati in laboratorio tra il 2017 e il 2023 possedeva queste mutazioni. I risultati suggeriscono che i virus del morbillo, con le mutazioni rilevate, ora stanno circolando in Italia”.

Ciò dovrebbe aumentare la consapevolezza del sistema sanitario, così come dei cittadini e dei medici di famiglia. Ciò che occorre fare, dunque, è aggiornare i test in maniera tempestiva, così da renderli più efficaci contro queste varianti in diffusione.