Liste d’attesa nella Sanità, privati in campo per tagliare le file negli ospedali

All'ordine del giorno in Cdm le liste d'attesa nella Sanità: il governo introduce un Centro unico di prenotazione su base nazionale che attinga sia al pubblico che al privato

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il Governo si muove per sbloccare le liste d’attesa negli ospedali con il Consiglio dei ministri conclusosi martedì 4 giugno. Il cuore della riforma che prenderà corpo è un Centro unico di prenotazione nazionale, al quale collaboreranno anche le strutture private convenzionate. Due i provvedimenti sul tavolo: un decreto legge light e di veloce applicazione e un disegno di legge più corposo.

La riforma della Sanità secondo il governo Meloni

All’ordine del giorno del Cdm un dl recante “misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie” e il ddl sulle “misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie”. Su questo secondo provvedimento ricadranno gli aspetti più operativi che necessitano di una copertura finanziaria. Nelle intenzioni dell’Esecutivo alcune misure dovrebbero essere immediatamente operative.

Piattaforma nazionale per le liste d’attesa

Verrà istituita presso l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) una Piattaforma nazionale per le liste d’attesa. La Piattaforma riceverà dati dalle piattaforme regionali delle liste di attesa, garantendo l’interoperabilità. Le linee guida verranno emanate in un secondo momento tramite un decreto ministeriale. Il nuovo sistema permetterà di avere una panoramica in tempo reale a livello nazionale, territorio per territorio, dello stato delle liste d’attesa nella Sanità pubblica.

Cup unico regionale

Prevista la creazione di un Cup unico regionale (o infraregionale) in cui verranno convogliate tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato. Al momento il privato nei Cup regionali o non è presente o lo è solo in minima parte.

Stretta sui privati accreditati

Stabilita la decadenza dei contratti fra i privati accreditati e il Servizio sanitario nazionale in caso il privato non provveda a inserire le prestazioni nei Cup pubblici. L’inserimento nei Cup pubblici diventa requisito fondamentale per il rilascio dell’accredito.

Obbligo di inserire la classe di priorità

Durante la prima visita, il medico avrà l’obbligo di attribuire la classe di priorità al paziente e di indicare il sospetto diagnostico nella richiesta di visita o esami. La classe di priorità avrà dirette conseguenza sulle tempistiche nella lista d’attesa.

Tariffe orarie dei medici

Aumentano del 20% le tariffe orarie dei medici, in particolare per quanto riguarda i servizi che presentano maggiori necessità delle prestazioni aggiuntive. Prevista la decontribuzione fiscale con tassazione separata ad aliquota fissa del 15%.

Le Regioni potranno destinare risorse aggiuntive per la contrattazione collettiva integrativa dei medici, tenendo in particolare considerazione le aree in cui c’è scarsità di personale. Prevista poi una indennità di disagio per le realtà lavorative più difficili.

Riduzione dei gettonisti

Da sempre nel mirino del ministro Orazio Schillaci c’è la figura dei medici gettonisti, liberi professionisti che prestano la propria opera nelle strutture pubbliche dietro pagamento di un gettone di presenza. Tali figure sono utilizzate per tamponare i vuoti di organico, ma aggravano i costi del Servizio sanitario nazionale. Per frenare il fenomeno dei gettonisti, gli ospedali pubblici potranno assumere personale anche con contratti di lavoro autonomo e potranno avvalersi degli specialisti ambulatoriali interni per il recupero delle liste d’attesa. La tariffa oraria per la prestazione dello specialista viene alzata a 100 euro.

Obiettivi annuali

Le Regioni assegneranno ai direttori generali delle aziende sanitarie alcuni obiettivi annuali sulla riduzione delle liste d’attesa. I direttori sanitari che non centrino l’obiettivo verranno sanzionati con la sospensione dall’elenco nazionale per 12 mesi.

Giovani medici

I giovani medici riceveranno incarichi fino a 10 ore settimanali. E anche gli specializzandi verranno chiamati per abbattere le liste d’attesa.

Esami nel weekend e in farmacia

Sarà possibile fare esami in ospedale anche di sabato e di domenica. E sarà possibile eseguire le prestazioni più semplici anche in farmacia, come tamponi o esami del sangue.

Istituito un Ispettorato generale di controllo

Viene istituito un Ispettorato generale di controllo sull’assistenza sanitaria. L’Ispettorato è alle dirette dipendenze del ministero della Salute. L’obiettivo è quello di aumentare le attività di monitoraggio e controllo del Siveas (Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria) istituito nel 2005. L’Ispettorato dovrà effettuare verifiche presso le aziende sanitarie e ospedaliere sulla correttezza del funzionamento delle liste d’attesa e sui piani operativi per il recupero delle liste.

La riforma del test di Medicina

A completare il quadro c’è poi la, già annunciata, riforma del primo anno di Medicina, con l’eliminazione del test di ingresso e la selezione in itinere. La riforma del test di Medicina arriverà nel 2025.

Il nodo delle risorse regionali

A preoccupare le Regioni, come riporta Sky TG24, è l’aggravio economico risultante da un potenziamento delle liste d’attesa, dal momento che la Sanità è tradizionalmente la fetta più corposa dei bilanci regionali.

“Un incontro garbato nei toni”, come ha definito quello di lunedì Raffaele Donini, assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna e coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni “ma con qualche motivo di imbarazzo per le Regioni”.

Il motivo: “Noi non sappiamo ancora a oggi quali siano i testi di un eventuale decreto e di un disegno di legge né di eventuali coperture”. E dunque, ha aggiunto Donini, “ci piacerebbe contribuire alla genesi della norme, non fare solo osservazioni quando approvate”. Il governo ha annunciato un “tema privatizzazione ma non sappiamo come si declinerebbe”, ha aggiunto. Tra le direttrici accennate alle Regioni anche “un Cup unico nazionale”.

Altre misure in Cdm

Nel corso del Cdm, la premier Giorgia Meloni ha tenuto anche “un’informativa sui flussi d’ingresso degli stranieri per motivi di lavoro”, ha analizzato un ddl su “modifiche alla disciplina della magistratura onoraria del contingente ad esaurimento”, ha tenuto l’esame definitivo del ddl per la “semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie” e ha analizzato il decreto legislativo di “recepimento della direttiva (UE) 2022/431”, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro.