Scoppia il caso La Russa dopo il servizio di Report

Il presidente del Senato ha annunciato querele contro Report per l'inchiesta 'La Russa Dinasty', che ricostruisce l'ascesa politica e finanziaria del padre Nino

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Ignazio La Russa va all’attacco di Report e promette querele. Il presidente del Senato imputa alla trasmissione di Sigfrido Ranucci su Rai 3 di aver “diffuso stralci di accuse inverosimili” sulla sua famiglia, tirata in ballo in un’inchiesta dal titolo ‘La Russa Dinasty’. Attraverso una nota diffusa già prima della messa in onda della puntata, l’esponente di vertice di Fratelli d’Italia promette di portare in tribunale il programma d’inchiesta e tutti i media che riportassero le notizie contenute nel reportage.

L’inchiesta di Report: ‘La Russa Dinasty’

Nella puntata di domenica 8 ottobre, il programma d’inchiesta Report ha ricostruito l’ascesa della famiglia La Russa e in particolare del padre del presidente del Senato, Antonino, dall’inizio della sua carriera politica come segretario della sezione del partito fascista a Paternò, fino alla militanza come parlamentare nelle file dell’Msi.

La trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci ha acceso i riflettori sui rapporti tra il capostipite e il compaesano uomo d’affari Michelangelo Virgillitto, una figura controversa del mondo della finanza che negli anni ’50 avrebbe offerto a Nino La Russa il ruolo da vicepresidente della Liquigas.

“Sebbene si sia trasferita a Milano alla metà degli anni ‘50, il paese di origine Paternò è la capitale del loro impero politico e finanziario” sostiene Giorgio Mottola, autore dell’inchiesta andata in onda su Report. “Oltre alla prestigiosa figura del presidente del Senato Ignazio La Russa, questa cittadina alle pendici dell’Etna di appena 45mila anime si è aggiudicata il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, un parlamentare e un consigliere del Csm”.

Secondo Report, che dice di aver mostrato documenti inediti e testimonianze esclusive, si indaga sul presunto “strettissimo” legame con il controverso finanziere paternese Virgillito, che dal nulla avrebbe costruito un impero finanziario che sarebbe scaturito grazie al patrimonio di ebrei costretti ad abbandonare il paese per le leggi razziali. Ad amministrare questo patrimonio, sostiene l’inchiesta di Rai3, sarebbe stato chiamato nel Dopoguerra Antonino La Russa, padre di Ignazio, che sarebbe rimasto anche dopo gli anni Settanta, quando si sarebbe scoperto che “la galassia delle società messe in piedi da Virgillito erano state finanziate dal banchiere della mafia Michele Sindona”.

Nell’inchiesta, inoltre, Report ha interpellato l’ex colonnello della direzione investigativa antimafia e dei Ros Michele Riccio, il quale ha riportato le dichiarazioni che avrebbe fatto un capomafia dell’epoca, Luigi Ilardo: stando a quanto rivelato all’ex carabiniere dall’uomo di Cosa Nostra, nel 1994 il clan di Caltanissetta avrebbe dato indicazioni di voto nella Sicilia Orientale a favore di Antonino La Russa e di suo figlio Vincenzo.

Report ha poi parlato del presunto ruolo diretto di Ignazio La Russa nelle vicende riguardanti alcuni call center e in alcune società dove si sarebbero trovati “soci con il passato ingombrante”.

La nota di Ignazio La Russa

Ricostruzioni contestate per filo e per segno dal presidente del Senato, in un momento caldissimo in cui il figlio più giovane, Leonardo, è accusato di violenza sessuale. Ignazio La Russa, tramite il suo portavoce, ha diffuso una nota prima della messa in onda dell’inchiesta: “In attesa di vedere e valutare attentamente la puntata di Report che andrà in onda questa sera su Rai3 – hanno fatto sapere dallo staff della seconda carica dello Stato – il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha dato mandato ai suoi legali di presentare querele per diffamazione aggravata nei confronti di giornali e media che hanno pubblicato e diffuso stralci di accuse inverosimili e senza aver compiuto alcuna doverosa verifica. Stralci di accuse fornite loro dalla stessa trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci”.

“Va subito affermato che dopo quasi due mesi di costose ricerche e di troupe sguinzagliate in varie regioni d’Italia, non avendo potuto trovare nemmeno un briciolo di attività non solo illegali ma anche solo inopportune del Presidente La Russa – è scritto nella nota – Ranucci e i suoi compagni hanno optato per cercare disperatamente di infangare suo padre e la sua famiglia, ed è questo l’aspetto che più fa infuriare il Presidente del Senato, con ricostruzioni del tutto difformi dalla verità e gravemente lesive dell’onore di chi, a cominciare dal defunto Antonino La Russa, che oggi avrebbe 110 anni, in vita sua mai è stato oggetto neanche di un avviso di garanzia per qualsivoglia ragione“.

“In particolare – si legge ancora – Report ‘accusa’ quest’ultimo di essere stato dopo il 1956 vicepresidente della Liquigas, società di quel finanziere Michelangelo Virgillito (tuttora osannato come benefattore della Chiesa e che mai ha avuto problemi giudiziari) che la trasmissione di Ranucci falsamente accusa per un episodio risalente al 1938. Ben 18 anni prima che il padre del Presidente La Russa lo conoscesse. Ripetiamo: 18 anni prima di conoscerlo! E ancora, sempre Report riferisce di una accusa di uno sconosciuto pentito, o perlomeno a noi sconosciuto, secondo il quale nel 1994 il senatore Antonino La Russa avrebbe, insieme al figlio Vincenzo, chiesto voti in ambienti criminali a favore di… Forza Italia!”.

La circostanza già di per sé falsa e calunniosa – è quanto dichiarato dal portavoce del presidente del Senato – appare peraltro impossibile alla luce del fatto che da anni Antonino La Russa non era più candidato e il figlio Vincenzo (peraltro mai appoggiato elettoralmente dai familiari) era candidato non con Forza Italia bensì con l’Udc di Casini. E quel che più conta è che mai tale circostanza ha avuto alcun seguito giudiziario, anche minimo, né mai è stata contestata agli interessati che l’hanno potuta leggere solo su un ‘giornaletto’ all’epoca dei fatti”.

“Sulle altre accuse, dai call center agli eletti di Paternò, fino ai rapporti con un socio di un piccolo bar comprato per aiutare il barista, ancora più facilmente si potrà far rendere conto in sede penale a tutti i divulgatori e ai calunniatori seriali. A cominciare da Report stessa. Vedremo la trasmissione di questa sera per poi affrontare fake news e vergognose ricostruzioni nei modi che la legge consente pur consci della convinzione di impunità che accompagna questo tipo di pseudo inchieste giornalistiche”, conclude la nota.

Spetterà naturalmente alla magistratura fare chiarezza adesso. Intanto, il presidente del Senato sta facendo un vero e proprio giro televisivo per portare le sue ragioni. Dopo la Rai, da Bruno Vespa a Bianca Berlinguer, anche a Mediaset. A “È sempre Cartabianca” la nuova trasmissione di Berlinguer dopo l’addio a viale Mazzini, La Russa ha detto: “Quando parlo di mio padre mi arrabbio, è la persona più onesta che ci sia in Italia”.