Dopo tanti anni dall’insorgere della vicenda giudiziaria è arrivata la decisione definitiva, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano è stato definitivamente condannato. La Corte di Cassazione ha infatti deciso di confermare la condanna a 18 mesi di reclusione (con pena sospesa) inflitta per il reato di falso dalla Corte d’appello di Reggio Calabria nell’ottobre 2023. Al centro del caso la gestione dell’accoglienza dei migranti a Riace nel periodo in cui Lucano ricopriva la carica di primo cittadino. La difesa di Lucano, subito dopo la condanna del 2023, aveva presentato un ricorso formale nel quale si chiedeva l’assoluzione del sindaco e di tutti gli altri imputati per i reati di truffa ai danni dello Stato, ma oggi la Suprema Corte ha dichiarato lo stesso inammissibile.
L’iter giudiziario di Mimmo Lucano
Per capire come si è arrivati oggi, 12 febbraio 2025, alla conferma da parte della Corte di Cassazione della condanna a 18 mesi per l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano occorre ripercorrere le tappe segnate dai diversi gradi di giudizio del processo Xenia. A causa della creativa gestione dei migranti attuata nel Comune calabrese da lui amministrato, il sindaco era stato arrestato nell’ottobre 2018 e, nel processo di primo grado del 2021, era stato ritenuto promotore di un’associazione per delinquere. La condanna del tribunale di Locri era stata pesantissima: tredici anni e due mesi di reclusione. Molti i reati contestati al sindaco di Riace, tra cui il più grave era quello di essere stato il promotore di un’associazione per delinquere che aveva lo scopo di commettere “un numero indeterminato di delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio”.
Il capo d’imputazione recitava che “mediante indebite rendicontazioni al Servizio centrale dello Sprar e alla Prefettura”, Mimmo Lucano, “in qualità di pubblico ufficiale” e in concorso con i presidenti degli enti gestori dei progetti Sprar e Cas, “avrebbe procurato alle associazioni che si occupavano di assistere i migranti un ingiusto vantaggio patrimoniale pari a 2 milioni e 300mila euro”.
Il processo di secondo grado con la caduta delle accuse
Nel processo di secondo grado, ottobre 2023, le accuse più pesanti erano tuttavia venute meno, con la condanna chi si era limitata a un solo reato di falso e la pena che era scesa da 13 anni e due mesi a 18 mesi. A cadere le accuse più pesanti, come quella per associazione a delinquere e truffa. Va sottolineato inoltre che, per i reati di associazione per delinquere, 4 episodi di peculato e 2 falsi, l’assoluzione dell’ex sindaco di Riace era già definitiva in quanto non era stata appellata dalla Procura generale nel suo ricorso che, si ricorda, riguardava soltanto alcuni episodi di truffa aggravata ai danni dello Stato, un abuso d’ufficio e un falso.
La decisione della Cassazione
La Suprema Corte ha nello specifico deciso di respingere il ricorso, dichiarando anche inammissibile la richiesta con cui la Procura Generale di Reggio Calabria aveva impugnato le assoluzioni di Lucano e di altri imputati per alcuni reati di truffa in danno dello Stato. Questo ricorso della PG è stato anche rigettato in relazione alle assoluzioni per tutte le altre truffe e ai reati di falso (questi ultimi ascritti solo a Lucano).
Resta dunque la condanna per Mimmo Lucano che attualmente, lo si ricorda, ricopre il ruolo di europarlamentare essendo stato eletto nelle liste dell’Alleanza Verdi-Sinistra.