L’Onu chiede il cessate il fuoco per Gaza: è la prima risoluzione, che succede adesso

Schiaffo di Biden a Netanyahu: da settimane gli Usa chiedevano a Israele di allentare la morsa sulla popolazione di Gaza. Con l'astensione degli Usa all'Onu è passata la prima risoluzione che chiede il cessate il fuoco

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato la sua prima risoluzione per chiedere l’immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. È la prima volta che si riesce a sbloccare una situazione che di volta in volta è stata paralizzata dai veti incrociati degli azionisti di maggioranza, ovvero Usa, Cina e Russia. Questa volta Cina e Russia hanno votato a favore, ma gli Usa si sono astenuti.

Risoluzione Onu per il cessate il fuoco immediato a Gaza

Da settimane Washington chiede a Tel Aviv di ammorbidire gli attacchi su Gaza che hanno causato la morte di circa 32.000 persone. Attacchi che settimana dopo settimana hanno fomentato l’indignazione dell’opinione pubblica in molti Paesi occidentali, rendendo per gli Usa sempre più difficoltoso appoggiare lo storico alleato mediorientale.

Dopo settimane di moniti sempre più incalzanti, Joe Biden ha infine deciso di mandare un segnale concreto a Benjamin Netanyahu, considerato non più l’uomo di Washington in Medio Oriente, ma il principale ostacolo al cessate il fuoco.

Gli Usa “tradiscono” Israele

Dall’ufficio del premier israeliano sono arrivate critiche all’astensione Usa in Consiglio di Sicurezza Onu: per Netanyahu la risoluzione e l’atteggiamento degli Stati Uniti renderanno più complicati gli sforzi di Israele volti a liberare gli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Israele ha risposto a questo “sgarbo” facendone uno a sua volta: è stata immediatamente cancellata la visita di una delegazione israeliana programmata a breve a Washington.

La risoluzione Onu prevede un cessate il fuoco per il rimanente periodo del Ramadan. La più importante ricorrenza del mondo islamico è iniziata domenica 10 e si concluderà il 10 aprile. L’Onu chiede inoltre che Hamas liberi immediatamente tutti gli ostaggi che tiene in pugno. A Tel Aviv si chiede di facilitare gli aiuti umanitari volti al sostegno della popolazione che soffre per la sempre più grave mancanza di cibo, acqua, energia, abitazioni, vestiti e cure mediche.

Secondo la rappresentate Usa all’Onu Linda Thomas-Greenfield, l’astensione di Washington è dovuta al mancato accoglimento di diverse parti del testo, fra le quali l’assenza di una condanna netta dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

Risoluzione dal carattere vincolate

Le risoluzioni Onu hanno carattere vincolante. Ciò significa che Israele sarà tenuto a rispettare il volere del Consiglio di Sicurezza anche se non è chiaro in quali tipi di sanzioni potrebbe incorrere in caso dovesse fare il contrario.

In precedenza gli Usa avevano posto il veto per tre volte di seguito sulla richiesta di un cessate il fuoco definitivo nella Striscia di Gaza avanzando l’obiezione che richieste di questo tipo avrebbero intaccato il diritto alla difesa di Israele. Poi, venerdì scorso, gli Usa avevano presentato una proposta per chiedere un cessate il fuoco “duraturo”, una formula annacquata che non avrebbe intralciato i piani di Israele volti a fare guerra a oltranza.