Referendum Moldavia, No all’Unione Europea? Perché la Russia avrebbe mosso i fili del voto

Ancora non c'è un risultato definitivo in Moldavia, il piano dell’oligarca Shor per destabilizzare il Paese emerge mentre Sandu dovrà affrontare il ballottaggio

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 21 Ottobre 2024 07:53

Contro ogni aspettativa, i moldavi non stanno dicendo un sì convinto all’ingresso nell’Unione Europea nel referendum costituzionale che avrebbe dovuto segnare un passo storico per il Paese. La Commissione Elettorale Centrale (Cec) ha diffuso i dati, confermando una realtà politica frammentata: da una parte, i giovani, la diaspora e i romeni che sostengono l’integrazione europea; dall’altra, russofoni, nostalgici e generazioni più anziane, legati ancora alla sfera d’influenza russa.

Il referendum voluto dalla presidente Maia Sandu, che puntava a consolidare il percorso verso l’Ue, ha visto un colpo di scena: non c’è una maggioranza schiacciante per il sì all’Ue. Nelle ultime ore il sì ha la maggioranza risicata, al 50,03%.

Sandu e la corsa presidenziale in salita

Se per Maia Sandu il referendum doveva essere un segnale di fiducia sul suo operato, il risultato è stato un brutto colpo. Le elezioni presidenziali in Moldavia, in contemporanea, non fanno che complicare il quadro: la presidente si ferma al 34,1%, costretta a un ballottaggio contro il socialista filorusso Alexandr Stoianoglo. Un risultato ben al di sotto delle previsioni che la vedevano al 35,8%. Una giornata nera per la leader pro-Europa, che ora dovrà fare i conti con un elettorato decisamente più diviso di quanto si aspettasse.

Alta partecipazione e caos ai seggi

L’affluenza è stata notevole, con un 51,5% di partecipazione che supera di gran lunga le tornate precedenti. Ma non sono mancati gli incidenti. File interminabili, schede fotografate, voti comprati e teppisti scatenati: la polizia moldava ha dovuto fare gli straordinari per tenere sotto controllo una situazione che a tratti è sembrata fuori controllo.

Particolare caos è stato segnalato a Bucarest, dove i moldavi in fila ai seggi hanno dovuto affrontare code chilometriche. Intanto, Mosca continua a negare qualsiasi coinvolgimento nelle operazioni di disturbo, ma il sospetto rimane.

La lunga ombra di Mosca

C’è poi un fatto. Aleggia il sospetto di un’intromissione russa nel voto. L’Agi riporta che il Cremlino avrebbe messo in atto un piano per influenzare il voto, spendendo cifre esorbitanti per comprare voti e boicottare l’integrazione europea della Moldavia.

Si parla di 15 milioni di dollari provenienti da banche russe per acquistare il sostegno di 130.000 elettori. Altre voci riferiscono di una cifra ancora più alta, con la Russia che avrebbe investito 100 milioni di dollari per bloccare il referendum e impedire che l’aspirazione all’Unione Europea entrasse nel preambolo della costituzione moldava.

Il piano russo per addestrare giovani a seminare disordini prima del referendum

È una notizia proprio fresca riportata da Reuters, che afferma che la polizia moldava ha scoperto un programma clandestino in cui centinaia di cittadini sono stati portati in Russia per ricevere addestramento volto a scatenare disordini civili, proprio alla vigilia delle elezioni presidenziali e del referendum sull’adesione all’Unione Europea.

Secondo quanto dichiarato dalla polizia moldava, dal giugno di quest’anno, più di 300 giovani moldavi sono stati inviati in Russia per partecipare a quello che veniva presentato come scambio culturale. In realtà, questi individui hanno visitato campi d’addestramento legati a compagnie militari private, situati anche in Bosnia ed Erzegovina e in Serbia, dove avrebbero ricevuto istruzioni dettagliate su come organizzare rivolte in Moldavia. Alcuni dei partecipanti sono stati arrestati e stanno collaborando con le autorità nell’ambito dell’indagine.

E mentre il Cremlino si tiene a distanza dalle accuse, emerge il ruolo di Ilan Shor, l’oligarca fuggitivo che avrebbe investito 15 milioni per spingere il No. Telegram, comizi, compravendita di voti: Shor non ha lesinato mezzi per destabilizzare la Moldavia, mentre la Transnistria rimane lì, bloccata nel tempo, con i suoi 2.000 soldati russi pronti a intervenire.

L’indagine, condotta dall’ufficio del procuratore anti-corruzione, è in pieno svolgimento e le autorità stanno facendo luce sui legami tra il gruppo criminale e le attività di Shor.

I rapporti con l’Italia: a che punto siamo?

L’Italia si piazza tra i principali partner della Moldavia, in particolare grazie ad accordi come la Zona di Libero Scambio Globale e Approfondita (Dcfta), che mira a facilitare l’interscambio riducendo tariffe e semplificando le procedure doganali. Questo accordo, insieme a varie iniziative imprenditoriali, ha favorito la presenza di imprese italiane nei settori chiave moldavi, come quello tessile, meccanico, e agricolo.

La Camera di Commercio Italo-Moldava gioca un ruolo importante nel supportare le imprese italiane con missioni d’affari e progetti d’investimento. Agricoltura, energia e turismo sono settori che attirano particolare interesse, con iniziative che mirano a modernizzare il mercato moldavo​. L’Italia, attraverso le sue aziende, sta quindi investendo nella modernizzazione di un mercato che necessita di tecnologie avanzate, in particolare nei settori energetico e infrastrutturale, aprendo nuove possibilità commerciali e di sviluppo per entrambi i Paesi.