In Medio Oriente, la tensione ha raggiunto livelli senza precedenti. Le crescenti voci di possibili attacchi da parte dell’Iran in risposta all’eliminazione della leadership di Hamas da parte di Israele stanno generando allarme a livello globale, e abbiamo visto anche le ritorsioni sui mercati, in picchiata da venerdì scorso.
Questo scenario di instabilità potrebbe innescare un’escalation di conflitti nella regione (e non solo), già martoriata da decenni di tensioni geopolitiche.
Risposta del pentagono: rafforzare la difesa di Israele
Gli Stati Uniti, mentre chiedono di abbassare i toni per evitare un’escalation del conflitto, hanno nel frattempo intensificato la loro presenza militare. Il Pentagono ha schierato una dozzina di caccia F/A-18, partiti dalla portaerei Uss Theodore Roosevelt, verso una base militare in Medio Oriente, la cui posizione è mantenuta segreta. Accanto a questi aerei da combattimento, un velivolo di sorveglianza E-2D Hawkeye è stato dispiegato per monitorare la situazione.
Lloyd Austin, Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, ha giustificato questa mossa come parte di una strategia per proteggere le truppe americane e garantire la sicurezza di Israele. “Non tollereremo attacchi contro le truppe Usa in Medio Oriente,” ha dichiarato.
Cambio di leadership in Hamas
Nel frattempo, a Gaza, il movimento di resistenza islamica Hamas ha nominato Yahya Sinwar come nuovo leader politico, dopo che è stato fatto fuori il capo di Hamas la settimana scorsa in Iran.
Sinwar, noto per la sua posizione radicale, prende il posto di Ismail Haniyeh, ucciso in un attacco mirato a Teheran. La sua nomina è vista come un forte messaggio di resistenza a Israele e indica una possibile intensificazione delle attività ostili nella regione.
Secondo Michael Milshtein, esperto di questioni mediorientali, Sinwar rappresenta “una figura dominante e inflessibile, poco incline ai compromessi”. La sua leadership potrebbe portare a un aumento delle ostilità, poiché è determinato a continuare la lotta contro Israele senza vincoli politici. D’altronde, il più moderato era proprio Haniyeh, ed era l’uomo che organizzava gli scambi di ostaggi.
Preparativi iraniani e la minaccia di Hezbollah
L’Iran, alleato storico di Hamas, ha iniziato a muovere le sue pedine militari. Lanciamissili e batterie di difesa aerea sono stati riposizionati, mentre esercitazioni militari intensificate indicano una preparazione attiva per un possibile confronto. Il capo delle forze aeree iraniane, Ali Reza Sabahifard, ha annunciato l’apertura di un centro avanzato per la guerra elettronica, aumentando ulteriormente le capacità militari del Paese.
Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha ribadito che l’attesa è una componente strategica della risposta iraniana. Ha promesso un attacco coordinato, coinvolgendo l’intero asse sciita, che comprende gruppi armati come gli Houthi dello Yemen. “La nostra risposta arriverà al momento giusto”, ha dichiarato Nasrallah.
Cosa sta facendo la diplomazia internazionale
In questo clima di incertezza, l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica ha convocato una riunione straordinaria per discutere gli ultimi sviluppi. Leader mondiali, tra cui il presidente russo Vladimir Putin, hanno lanciato appelli per la calma, cercando di evitare un conflitto su vasta scala.
Gli Stati Uniti, sotto la guida del presidente Joe Biden, hanno confermato il loro impegno a difendere Israele, mentre il Segretario di Stato Antony Blinken ha detto di evitare ulteriori escalation. Anche l’Italia è attivamente coinvolta nei negoziati, con la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani impegnati in dialoghi con i partner regionali, tra cui Giordania ed Egitto.
Allerta massima in Israele
In Israele, la situazione è altamente volatile. Le autorità hanno allertato i residenti delle aree vicine al confine con il Libano e la Siria, invitandoli a rimanere nei rifugi in attesa di sviluppi. I recenti attacchi di Hezbollah con droni e razzi verso il Golan e la Galilea hanno ulteriormente incrementato la tensione, facendo suonare le sirene di allarme in tutto il paese.
La possibilità di un attacco coordinato da parte dell’Iran e dei suoi alleati sembra sempre più imminente. Le principali cancellerie mondiali continuano a lavorare senza sosta per evitare che le tensioni si trasformino in un conflitto aperto, che potrebbe avere ripercussioni devastanti su scala globale.