De Luca paga i manifesti contro Meloni con i soldi della Regione: quanto ha speso per la campagna

De Luca attacca Meloni tramite manifesti apparsi in tutta la Campania, ma chi li ha pagati? Accusato di aver usato fondi per la comunicazione della Regione

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Da giorni in diverse città della Campania sono spuntati per strada manifesti contro la premier Giorgia Meloni, tra fermate dell’autobus e addirittura una installazione luminosa di fronte al Maschio Angioino. Una campagna contro la leader di Fratelli d’Italia che sembrerebbe portare direttamente a Vincenzo De Luca, perché tratto distintivo dei panel è il blu della Regione Campania e anche il logo istituzionale, come a sottolineare che si tratta di manifesti pensati, prodotti e autorizzati proprio da palazzo Santa Lucia.

Elementi che lascerebbero pochi dubbi, con i manifesti che sono apparsi prima a Salerno, poi ad Avellino e anche a Napoli. E a scagliarsi contro De Luca, che con Meloni è in aperta critica già da diverse settimane, sono stati i sodali della premier, nonché le forze d’opposizione in Campania.

I manifesti contro Meloni in Campania

Che tra Vincenzo De Luca e Giorgia Meloni non scorra buon sangue non è di certo un mistero, soprattutto dopo i ripetuti attacchi e contrattacchi degli ultimi giorni tra il governatore e la premier. Stracci che volano da sinistra a destra, come le migliori opposizioni politiche, che però in Campania negli ultimi giorni hanno acceso non poche polemiche.

A causarle è stata la campagna contro Meloni della Regione, perché i manifesti presenti in giro per Napoli, Avellino e Salerno portano la firma inconfondibile di palazzo Santa Lucia. Ben 4 mila, infatti, sono quelli disseminati su tutto il territorio, 200 panel alle fermate dei bus, 100 della grandezza 6×3 e un’installazione luminosa di fronte al Maschio Angioino per una campagna partita il 20 febbraio e destinata a concludersi il 31 marzo in tutta la regione, secondo una delibera dello scorso 9 febbraio che l’ha autorizzata.

Il governo Meloni tradisce il Sud” è il testo a caratteri cubitali che si legge su sfondo blu mentre in alto campeggia il logo della Regione. nel manifesto vengono elencate anche una serie di richieste che non sarebbero state accolte dall’esecutivo. In particolare, si denuncia “il blocco da un anno e mezzo dei fondi per il Sud, dei fondi per la cultura”, “dei fondi per le strade e i Campi Flegrei”.

E si evidenzia la situazione dei Comuni che a causa della mancanza di risorse “sono avviati verso il dissesto”. Insomma, critiche aperte, pubbliche e non tanto nascoste all’operato di Meloni che avrebbe promesso, ma non mantenuto la parola.

Le accuse a De Luca sulle cifre spese

Una campagna che, secondo i dati forniti, sarebbe costata circa 150 mila euro a Vincenzo De Luca. Ma con quali soldi? Il centrodestra in consiglio regionale ha formalizzato un’interrogazione al fine di chiedere conto della spesa che, secondo l’accusa, sarebbe stata affrontata usufruendo dei fondi per la comunicazione istituzionale.

Ne è convinto Stefano Caldoro, capo dell’opposizione nonché presidente della Regione Campania dal 2010 al 2015 e dunque predecessore di De Luca. Per il leader del Nuovo PSI, infatti, utilizzare i fondi della “comunicazione istituzionale per finalità di lotta politica, attraverso una massiccia diffusione pubblicitaria, con conseguente spreco di risorse pubbliche” non sarebbe leale da parte del governatore.

Sul piede di guerra anche Fdi e Lega, nei loro coordinamenti regionali e provinciali. Michele Schiano Di Visconti, deputato e coordinatore provinciale di Fdi, parla di “deriva inarrestabile” di De Luca, mentre il senatore Sergio Rastrelli accusa il governatore di aver dato prova di “indecenza ed inaffidabilità istituzionale”.