Contributo startup: chi può richiederlo e a quanto ammonta

Sono tante le startup che attendono di poter presentare domanda per ricevere un contributo promesso dal dl Sostegni: quali sono i tempi

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il 21 maggio 2021 è stato introdotto, grazie alla legge di conversione del dl Sostegni, un contributo a fondo perduto per le startup. Ecco tutto quello che c’è da sapere: a quanto ammonta, chi può richiederlo e in che cosa consiste il bonus.

Contributo startup: chi può richiederlo e a quanto ammonta

In realtà i tempi sono tuttora incerti, nonostante siano passati quasi 5 mesi. Sono ignote anche le modalità d’accesso al contributo a fondo perduto per le startup, dato che il bonus non è ancora diventato operativo.

Di contributi a fondo perduto del primo dl Sostegni erano già stati pagati da aprile 2021, come ricorda La Stampa, nella loro formula standard. Da allora, però, sono stati avviati anche i lavori sul testo del decreto DL n. 41/2021, che ha ampliato la platea di beneficiari degli aiuti, aumentandola di circa 370 mila beneficiari, introducendo nuovi canali di accesso.

In sostanza, il contributo è stato aperto anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa che non avevano registrato un calo del fatturato e dei corrispettivi pari al 30% (in precedenza erano invece stati esclusi, nonostante avessero tutti gli altri requisiti).

Il contributo riservato alle startup, che ammonta a massimo 1.000 euro, è rivolto a chi ha aperto la partita IVA nel 2018, ma ha iniziato l’attività nel 2019. Il problema, però, è che non ci sono ulteriori indicazioni più precise.

Il decreto attuativo, che è sostanzialmente il lasciapassare del contributo, è pronto ma non è ancora stato inserito in Gazzetta Ufficiale. Pertanto i tempi restano fortemente incerti e c’è il timore che non siano affatto brevi, dato che manca anche il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Startup, le migliori 10 in cui lavorare secondo LinkedIn

Ma in Italia quali sono le migliori startup? LinkedIn ha stilato una top 10 assai variegata. Al 10° posto c’è Roboze, nata a Bari nel 2013, attiva nella produzione di stampanti 3D. Al 9° posto c’è iGenius, nata a Milano nel 2016, che si occupa di intelligenza artificiale. A salire, Kineton: fondata a Napoli nel 2017, è una società di ingegneria che offre prodotti e servizi nell’automotive e in altri settori. Al 7° posto c’è Milkman, inserita da Apple nella top 10 delle migliori app italiane: offre un servizio a domicilio per l’e-commerce. Al 6° posto, la modenese Energy Way, che offre modelli matematici. Al 5° posto c’è Credimi, fintech milanese specializzata in finanziamenti digitali. Al 4° posto Everli: l’utente può scegliere il supermercato e ordinare la spesa online, ricevendola entro un’ora.

Al 3° posto Satispay, società di pagamenti digitali che nel 2021 ha sfondato quota 1 milione di utenti. Al 2° posto BOOM Image Studio, nata a Milano nel 2018: consente di avere servizi fotografici on demand in meno di 24 ore grazie all’intelligenza artificiale. Al 1° posto, Casavo: anche lei milanese, nata nel 2017, consente di chiedere un appuntamento per la valutazione dell’immobile a un team di esperti, fino alla formalizzazione della vendita nel giro di 30 giorni.