Un anno in più per andare in pensione in anticipo con un sistema di “premialità” per chi continua a lavorare e penalizzazioni per chi esce prima. In una legge di Bilancio ridotta quasi ai minimi termini non ci sono risorse per una riforma previdenziale e così il Governo corre ai ripari con una sorta di quota 104, che prevede una soglia anagrafica minima per fare domanda spostata a 63 anni e una stretta ai requisiti.
I nuovi requisiti
Se l’età per andare anticipatamente in pensione è stata aumentata di un anno, per la stragrande maggioranza dei lavoratori l’anzianità contributiva rimarrà a 41 anni. Fanno eccezione alcune categorie specifiche: i disoccupati, caregiver e lavoratori con invalidità di almeno il 74%, vedranno aumentare gli anni di contributi da 30 a 36 anni, quota confermata per gli uomini che sono impegnati in attività gravose; le donne invece dovranno accumulare 35 anni di versamenti.
È il risultato dell’addio all’Ape sociale e di Opzione donna, accorpati in un fondo di flessibilità in uscita, come spiegato dalla premier durante la conferenza stampa di presentazione della Manovra 2024: “Ape sociale e Opzione donna vengono superate e accorpate in un unico fondo per la flessibilità in uscita che consente di andare in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per (i maschi) caregiver, disoccupati, impegnati in lavori gravosi e disabili, mentre per le donne è di 35 anni” (qui per conoscere tutte le misure presenti nella Manovra 2024, da quelle per le famiglie alle pensioni).
Per le donne dovrebbe essere previsto un aumento dell’età anagrafica di almeno tre anni, anche se non è ancora chiaro se la possibilità di uscire dal lavoro sarà riconosciuta soltanto a chi ha figli.
I premi e le penalizzazioni
In conferenza il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato che “per quota 103 abbiamo alzato i requisiti di età anagrafica fermo restando i 41 anni di contributi per accedere alla pensione”.
“C’è la modifica del requisito e non delle finestre” ha chiarito il titolare del Mef, spiegando che la quota 104 piena prevede “un meccanismo di incentivi a permanere al lavoro e una penalizzazione per quelli che decidono di andare in pensione prima” (qui avevamo spiegato le novità inserite in Manovra sulle pensioni).
La nuova quota 104 dovrebbe prevedere un premio per chi deciderà di rimanere al lavoro, che potrebbe concretizzarsi nella rinuncia da parte dello Stato della a trattenuta contributiva del 9,19% in busta paga, come previsto dal riadattamento del bonus Maroni deciso con la scorsa legge di Bilancio.
I lavoratori che decideranno di andare in pensione in anticipo dovrebbero ricevere una penalizzazione, che si dovrebbe tradurre probabilmente in una soglia massima sull’importo che si potrà ricevere fino al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia.
Se i limiti della pensione di vecchiaia della legge Fornero rimangono inalterati a 67 anni di età e 20 anni di contribuzione, continuerà a rimanere aperto il canale che permette il pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne), a prescindere dall’età anagrafica. Inoltre, per i cosiddetti lavoratori “precoci”, quelli con 12 mesi di contribuzione effettiva prima del compimento dei 19 anni, resta possibile l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi (qui per sapere quando arriva l’anticipo del conguaglio sulle pensioni).