Pensioni, slittano gli aumenti: quando arriva l’accredito

Rinviato a dicembre il conguaglio della rivalutazione delle pensioni previsto inizialmente a novembre dal Dl Anticipi: ecco a quanto ammontano gli aumenti

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Con una modifica dell’ultimo momento il Governo rinvia l’anticipo del conguaglio delle pensioni, frutto delle rivalutazioni all’inflazione. Con il Dl Anticipi approvato in Consiglio dei ministri, l’adeguamento al caro-vita degli assegni previdenziali previsto di solito a gennaio era stato fissato per novembre, ma nel testo definitivo del decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale nella giornata del 18 ottobre l’accredito dell’aumento è stato segnato per l’1 dicembre.

Il rinvio

Così come avvenuto lo scorso anno quando l’anticipo del conguaglio delle pensioni è stato rimandato in prossimità della data, molto probabilmente l’Inps ha valutato che i tempi fossero troppo ravvicinati per ricalcolare le somme di tutti gli assegni previdenziali.

Il conguaglio effettuato ogni anno per adeguare le pensioni all’aumento dell’inflazione sulla base delle stime dell’Istat è pari quest’anno a un aumento dello 0,8%. Per finanziare la perequazione il Governo ha stanziato oltre 2 miliardi di euro per il 2023 e più di 560 milioni di euro per il 2024.

Sia per effetto dell’aumento dei prezzi sia per il crescere dell’aspettativa di vita nel nostro Paese, la spesa previdenziale raggiungerà complessivamente i 361,24 miliardi di euro. Per il 2024 l’Istituto di statistica ha stimato una rivalutazione del +8,1%, in crescita rispetto al +7,3% rilevato ad aprile, e calcole aumenti medi nel 2025 e nel 2026 del 3%.

Gli aumenti

La somma accreditata negli assegni sarà calcolata come nella scorsa Manovra in relazione alla fascia di appartenenza, con una rivalutazione del 100% esclusivamente per le pensioni pari a 4 volte l’importo minimo (circa 2.100 euro) e al 90% per quelle da 4 a 5 volte le minime, per poi calare man mano che aumentano i trattamenti previdenziali (qui gli aumenti della nuova Irpef):

  • tra 2.101,53 e 2.626,90 euro, l’aumento sarà pari all’85% del tasso di inflazione, cioè del +0,68%
  • tra 2.626,91 e 3.152,28 euro l’aumento sarà pari al 53% del tasso di inflazione, cioè del +0,4%
  • tra 3.152,29 e 4.203,04 euro l’aumento sarà pari al 47% del tasso di inflazione, cioè del +0,3%;
  • tra 4.203,05 e 5.253,80 euro l’aumento sarà del 37% del tasso di inflazione, cioè del +0,29%
  • sopra i 5.253,81 euro l’aumento sarà del 32% tasso di inflazione, cioè del +0,25%.

Nella Legge di Bilancio appena varata dal Governo ha modificato il corrispettivo riconosciuto nel 2024 per le pensioni tra quattro e cinque volte il minimo Inps (all’incirca tra 2.272 e 2.840 euro lordi mensili), dall’attuale 85% del tasso di inflazione al 90%. Invece i beneficiari di trattamenti superiori ai 5.680 euro al mese che oggi ricevono il 32% della perequazione, dovrebbero recuperare nel 2024 solo il 18 per cento del caro-vita (qui per conoscere tutte le novità sulle pensioni e cosa cambia nel 2024 tra anticipi e aumenti mentre qui avevamo parlato dell’ipotesi di riduzione della rivalutazione delle pensioni medio-alte per finanziare il sistema pensionistico).

Tra le novità introdotte con legge di Bilancio per 2024 in materia previdenziale c’è anche la rivalutazione maggiorato per le pensioni minime ricevute da chi ha più di 75 anni, che dal prossimo 1 gennaio dovrebbero così vedere crescere il proprio assegno dai 600 euro al mese attuali fino a 618 euro.