Cos’è l’Anticipo Pensionistico Sociale e come funziona

Scopri di più sull'APE Sociale, a chi si rivolge e come funziona

Con l’abbreviazione Ape, in ambito fiscale, si indica l’anticipo pensionistico. All’atto pratico, dà la possibilità di andare in pensione coloro che hanno un’età di 63 anni, dunque prima rispetto alle condizioni imposte dalla Riforma Fornero.

Se con la norma inserita nella legge di stabilità del 2017 l’idea iniziale del Governo era quella di introdurre solo un tipo di Ape – quella volontaria -, le trattative hanno poi portato un’altra possibilità a costo zero per i lavoratori: l’Ape sociale, valido solo in determinate condizioni. Come il nome suggerisce, si tratta di un sostegno economico per aiutare chi non è ancora arrivato alla pensione e si trova in particolari condizioni di difficoltà, prorogato di un ulteriore anno con la Legge Bilancio 2022.

Cos’è l’Ape sociale

L’Ape sociale, o anticipo pensionistico, è un progetto sperimentale che, senza alcun onere economico, consente il prepensionamento a specifiche categorie di lavoratori che abbiano raggiunto almeno i 63 anni di età. L’indennità, a carico dello Stato ed erogata dall’INPS, è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2017, in particolare dall’articolo 1, commi dal 179 al 186, ed è stata prorogata anche per il 2022. A tal fine, il governo italiano ha stanziato 141,4 milioni di euro per il 2022, 275 milioni per 2023, e 247,6 milioni per il 2024, con l’ampliamento delle categorie di lavori gravosi, che andranno a ricevere l’indennizzo fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia.

Ape sociale: requisiti e come funziona

La pensione Ape sociale, come già detto, è riservata a chi ha compito almeno 63 anni e non ha attiva alcuna pensione, in Italia o all’estero, e che riversa in particolari condizioni economiche. Appare quindi chiaro che si tratta di uno strumento diverso rispetto alla Pensione sociale, e allo stesso modo al reddito di cittadinanza o agli assegni familiari. Possono farne richiesta tutti i lavoratori dipendenti – del settore pubblico e privato – iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dei dipendenti, quelli iscritti alle forme sostitutive della stessa, e quelli legati alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi.

Non tutti però ne possono godere, ma solo quelli che si ritrovano nelle specifiche condizioni di tutela individuate dal legislatore. In particolare, è possibile ottenere l’Ape sociale se:

  • Si è i disoccupati per licenziamento o in seguito a dimissioni per giusta causa, ma anche per scadenza del contratto a termine e per risoluzione consensuale. La condizione è quella di avere almeno 30 anni di contributi versati, e almeno 18 mesi di lavoro dipendente nei 36 mesi precedenti l’interruzione, avendo concluso da almeno 3 mesi il periodo di disoccupazione spettante.
  • Si assiste da almeno 6 mesi il coniuge o un parente convivente di primo grado con un handicap grave, oppure, come si legge sul portale dell’INPS, un parente di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.
  • Si ha una capacità lavorativa ridotta per invalidità civile uguale o superiore al 74%, con contributi versati per 30 anni.
  • Si lavora come dipendenti, con 36 o più anni di contribuiti, e, da almeno 7 anni negli ultimi 10 o almeno 6 anni negli ultimi 7, si ricopre uno dei ruoli considerati “gravosi” dal legislatore. Questi sono indicati nel dettaglio sempre sul portale ufficiale dell’INPS.

L’Ape sociale per le donne con figli è invece differente: l’anzianità contributiva viene infatti ridotta di 12 mesi per ogni figlio, ma solo fino ad un massimo di 2 anni detratti. Come per gli altri casi, è corrisposto ogni mese per 12 mensilità nell’anno, fino al il conseguimento della pensione di vecchiaia o fino a quello di un trattamento pensionistico diretto anticipato. Il netto mensile dell’Ape sociale, in caso di iscrizione ad un’unica gestione, è pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione – se inferiore a 1.500 euro -, o pari a 1.500 euro – se la pensione è pari o maggiore di questo importo. In caso di più gestioni pensionistiche, il calcolo avviene pro quota per ciascuna gestione, rapportandolo ai rispettivi periodi di iscrizione maturati.

Ape sociale 2022: le novità

Ora che sappiamo come funziona l’Ape sociale in generale, andiamo a scoprire le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022. Questa, soprattutto, ha infatti allungato l’elenco delle mansioni gravose con 8 nuove categorie, per un totale di 23:

  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • tecnici della salute;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • artigiani, operai specializzati, agricoltori;
  • conduttori d’impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori d’impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di forni e altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori d’impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operatori di macchinari e d’impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • conduttori d’impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • portantini e professioni assimilate;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.