Pensioni, allarme di Giorgetti: mancano i lavoratori in questo settore

Rispondendo su Quota 102 e legge Fornero, il titolare dell’Economia ha parlato dei rischi di carenza del personale per una categoria di professionisti

Pubblicato: 12 Novembre 2022 12:58

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

È stata una settimana di forti tensioni quella vissuta dal governo di Giorgia Meloni. Dopo un esordio quanto mai complicato per la difficile trattativa tra le forze di maggioranza sulla spartizione dei ministeri, gli ultimi sette giorni hanno rappresentato una sorta di spartiacque in questa prima fase di assestamento del nuovo esecutivo. Dalle parole si è dovuti passare ai fatti e i primi provvedimenti approvati dal Consiglio dei ministri hanno scatenato aspre polemiche tra i partiti di opposizione.

Il terreno di scontro con la minoranza si è aperto con la stretta sui rave party: il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha ritenuto di dover introdurre una serie di norme per inasprire le pene, aggiungendo anche una nuova fattispecie di reato all’interno del nostro sistema legislativo. Un fatto che ha provocato l’irritazione di Partito Democratico, Terzo Polo e Movimento 5 stelle, convinti che la misura venga utilizzata dalla premier solamente per mostrare i muscoli davanti all’opinione pubblica.

Dai rave party all’emergenza migranti, Giorgia Meloni sotto attacco

Nelle ultime ore, gli attacchi verso la presidente del Consiglio si sono moltiplicati a causa delle scelte effettuate per contrastare l’emergenza migranti. La questione però si è allargata, assumendo contorni ben più gravi per la crisi diplomatica innescata con la vicina Francia: il presidente transalpino Emmanuel Macron ha sferrato una dura invettiva nei confronti del governo italiano, colpevole (a suo dire) di non aver rispettato i protocolli europei per lo sbarco dei rifugiati presenti sulle imbarcazioni delle Ong.

Mentre si disimpegnava per smorzare le polemiche dentro e fuori dai confini nazionali, Giorgia Meloni era però impegnata anche sul fronte più delicato, ossia quello dell’economia. Dopo aver messo nero su bianco gli aiuti da destinare a famiglie e imprese per contrastare il caro bollette, la leader di Fratelli d’Italia ha parlato anche delle voci che entreranno a fare parte della prossima legge di Bilancio. L’esecutivo deve approvarla entro il prossimo 31 dicembre: il tempo stringe e la corsa per trovare nuove risorse pare ogni giorno sempre più complicata.

Medici e dottori: il governo teme un buco di professionisti

Uno dei temi affrontati dalla premier assieme ai titolari dei dicasteri è quello relativo alle pensioni. Stando alle stime più recenti diffuse dagli uffici tecnici dell’Economia, nel 2023 il costo per gli assegni previdenziali schizzerebbe a dei livelli davvero insostenibili a causa della fine di Quota 100. Se non venisse apportata nessuna modifica allo status quo, il ritorno alla legge Fornero provocherebbe un aumento di spesa di quasi 60 miliardi di euro nel triennio fino al 2025. Il peso degli assegni pensionistici salirebbe in totale del 19,5%: per fare un esempio pratico, si tratterebbe di ben sette punti in più di quanto dovrebbe aumentare il PIL nello stesso arco temporale.

Nonostante questo, il ministro Giancarlo Giorgetti (numero due della Lega e titolare di via XX Settembre) ha voluto frenare coloro che invocano nuovi interventi per l’uscita anticipata dei lavoratori. Si parla molto di Quota 102, che agevolerebbe i contribuenti di 61 anni di età con 41 anni di contributi (modificabile anche con la combinazione 64+38). Ma il timore dell’esponente del Carroccio è che il pensionamento di molte persone ancora abili al lavoro – di cui parecchi con competenze difficili da sostituire – possa portare ad una grave carenza di personale in alcuni settori già allo stremo, a cominciare da quello dei medici: i dati mostrano un potenziale buco di 40mila professionisti entro il 2024.