Pensioni, previdenza complementare e riscatto laurea: il piano “pro giovani”

Per "disinnescare" quella che si annuncia come una vera e propria "bomba sociale" pronta ad esplodere da qui ai prossimi anni.

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Redazione

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Decisamente difficile che la riforma delle pensioni arrivi a meta in tempi brevi. Il nodo da sciogliere – come sempre – è quello legato alle risorse che scarseggiano, per questo con grande probabilità ci si concentrerà in particolare sulle uscite anticipate confermando Quota 103 almeno per un altro anno in attesa di dare una soluzione strutturale al dossier nel 2025. 

Pensioni, il piano del Governo “pro giovani”

Intanto, l’azione del Governo si focalizza sui giovani dell’era “contributiva”- con carriere discontinue –  ai quali deve essere garantita una copertura pensionistica tollerabile: e proprio in quest’ottica si sta pensando e lavorando ad un vero e proprio piano giovani il cui perimetro è tracciato da forme di garanzia e misure ad hoc come ad esempio il riscatto ultra agevolato della laurea ma anche  incentivi e sconti fiscali per assicurare un più rapido accesso alle  forme di previdenza complementare.

Del resto, era stata la stessa Premier Meloni, quando aveva incontrato i sindacati, a garantire che il tema delle pensioni future è decisamente urgente garantendo il massimo impegno da parte del governo da lei guidato per cercare di disinnescare quella che si annuncia come una vera e propria “bomba sociale” da qui ai prossimi anni.

Bomba pronta ad esplodere

“Dobbiamo garantire la tenuta del sistema” previdenziale “ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni”, ha detto Meloni.  “Il 23 marzo – ha ricordato il Presidente del  Consiglio  – è stato istituito al ministero del Lavoro l’osservatorio per il monitoraggio della spesa previdenziale. Sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici, poi si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future”.

Sindacati alla finestra

La premier ha sottolineato che “il confronto con le parti sociali su questi temi è particolarmente prezioso. Credo che si possa partire dal lavoro dell’Osservatorio e dei tavoli tecnici, un lavoro di studio, per poi proseguire con un confronto complessivo sul sistema pensionistico. Un confronto che possa portarci a soluzioni migliori in una materia molto complessa”. Necessario, dunque, rilanciare la previdenza integrativa anche alla luce del dato – tutt’altro che incoraggiante – che vede salire l’età media degli iscritti che negli ultimi cinque anni è lievitata da 46,1 a 47 anni.