Pensioni, pace contributiva 2024: domanda e requisiti

Nuova pace contributiva: l'Inps spiega i dettagli, tra requisiti e procedura di versamento del dovuto

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Si torna a parlare di pace contributiva, nello specifico per i lavoratori privi di anzianità assicurativa, alla data del 31 dicembre 1995. Si può procedere al riscatto di ogni sorta di vuoto contributivo collocato tra  l’1 gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023. Ciò è garantito in un lasso di tempo alquanto ampio, ovvero dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, fine ultimo per la presentazione delle relative domande. Vediamo nel dettaglio chi ne ha diritto.

Pace contributiva: destinatari

Un piccolo salto nel passato, recente, con una riproposizione per due anni della facoltà garantita nel triennio 2019-21. Una splendida notizia per tanti lavoratori, che devono rientrare in queste categorie:

  • iscritti all’assicurazione generale obbligatoria per invalidità e vecchiaia;
  • superstiti dei lavoratori dipendenti;
  • iscritti alle forme sostitutive ed esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria;
  • iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
  • iscritti alla Gestione separata.

In estrema sintesi, a risultare esclusi dalla prevista pace contributiva 2.0, sono unicamente i lavoratori iscritti alle casse professionali.

I requisiti

Al fine di poter godere di tutto ciò, l’Inps richiede che i soggetti possano dimostrare di non avere anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Ogni forma di contribuzione presente, anteriormente alla data del 1° gennaio 1996, renderà vana la domanda presentata: obbligatoria, figurativa o da riscatto.

Ciò vale per qualsiasi gestione pensionistica. Vuol dire che se fosse evidenziata anche una contribuzione delle casse per liberi professionisti, nonostante siano esclusi dal beneficio, non si potrà accedere alla pace contributiva. Ciò vale anche nel caso in cui l’assicurato, dopo la presentazione della domanda, dovesse acquisire anzianità anteriore al 1° gennaio 1996. L’Inps procederà in tal caso ad annullare d’ufficio la procedura, con richiesta di restituzione dell’onere, qualora elargito, all’interessato.

Limiti temporali

Esistono ulteriori confini entro i quali dover rientrare. Si tratta di quelli temporali, che prevedono possano formare oggetto di riscatto periodi temporali tra l’1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023. Esiste però una misura massima di cinque anni prevista dall’Inps.

La determinazione di questi anni, non necessariamente continuativi, non deve tener conto di eventuali periodi già riscattati in passato, con riferimento al triennio 2019-21. Chiunque avesse già beneficiato di questa procedura, non sarà penalizzato, anzi. A conti fatti, alcuni soggetti potranno avvantaggiarsi in toto di dieci anni di vuoto contributivo riscattato.

Come fare domanda e versamento

I soggetti interessati possono presentare domanda per la pace contributiva tra l’1 gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. La procedura si svolge unicamente online, passando attraverso il sito ufficiale dell’Inps.

La documentazione può essere prodotta tanto dal diretto interessato quanto dai suoi superstiti, così come dai parenti entro i limiti del secondo grado. L’onere di riscatto può essere dedotto dal reddito complessivo di chi lo sostiene. Ciò a differenza della prima versione, che vedeva l’onere detraibile dall’imposta lorda al 50%.

L’onere può essere versato in una soluzione unica o in 120 rate mensili senza interessi. Nel caso in cui i contributi da riscatto debbano essere sfruttati per l’immediata liquidazione di una pensione, diretta o indiretta che sia, o nel caso in cui siano determinanti per decretare l’accoglimento o meno di una domanda di autorizzazione ai versamenti volontari, la somma prevista dovrà essere versata in una soluzione unica.