Duro colpo per le pensioni minime, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei numeri sull’inflazione e quindi dei ricalcoli per il 2025 degli assegni pensionistici. Chi riceve il trattamento garantito avrà un bonus pari soltanto a 1,80 euro al mese netti. Sfumano quindi le speranze di perequazioni e aumenti maggiori, a meno di un intervento in Manovra.
La ragione dietro a questo aumento così basso è la riduzione drastica dell’inflazione. Secondo gli ultimi dati, quest’anno l’aumento dei prezzi non raggiungerà nemmeno il 2% che buona parte degli economisti reputa come un tasso di inflazione soddisfacente per un’economia in salute. Per questa ragione la perequazione si è ridotta fortemente rispetto a quella degli anni scorsi
Meno di 2 euro per le pensioni minime
Venerdì 29 novembre l’ultima Gazzetta Ufficiale ha pubblicato i dati relativi alla perequazione delle pensioni all’inflazione. Una cifra che si è rivelata anche più bassa di quella inizialmente prevista dal Governo. Questo significa che, nel 2025, le persone che ricevono il trattamento minimo vedranno aumentare il proprio assegno mensile di soltanto 1,80 euro al mese netti, solo lo 0,8% in più rispetto allo scorso anno.
Dopo due anni di alta inflazione e di conseguenti altrettanto significative perequazioni quindi, l’assegno minimo rimane quasi fermo. Da 614,77 euro al mese del 2024 si passerà a 616,57 euro nel 2025. Risultati simili per le altre pensioni, anche loro con una perequazione molto ridotta. Chi prende 1.000 euro al mese vedrà, ad esempio, aumentare il proprio assegno mensile di 8 euro netti.
Un problema per il Governo, che aveva sperato in un dato almeno dell’1% per permettere alle pensioni minime di raggiungere cifre migliori. L’esecutivo si è già impegnato a confermare, con la Manovra finanziaria, l’addizionale adottata dal Governo Draghi, senza la quale i trattamenti minimi sarebbero scesi sotto i 600 euro al mese, ma può fare poco altro.
Le speranze per una modifica in Manovra
Le ultime speranze per vedere le pensioni minime ulteriormente in rialzo nel 2025 sono legate a possibili interventi, tramite emendamenti, nella Manovra finanziaria in discussione proprio in questi giorni in Parlamento. Una prospettiva non così probabile però, a causa sia di problemi di natura economica sia politica.
Per quanto riguarda il lato economico, il Governo ha già chiaramente fatto capire di essere in chiara difficoltà nel trovare i fondi per finanziare le misure che vorrebbe inserire all’interno della legge di bilancio. Un problema legato a varie circostanze, dalla bassa crescita che porterà a un rapporto deficit/Pil più alto del previsto allo scarso successo di norme che avrebbero dovuto aiutare a migliorare la situazione in cui versano le casse dello Stato, come il concordato preventivo. La situazione è tale che anche un taglio di piccola entità, come quello di 20 euro al canone Rai, non è sostenibile.
Proprio il canone Rai è al centro delle ragioni politiche per cui un aumento delle pensioni minime ulteriore a quelli già previsti è difficile. Forza Italia è il partito che sostiene maggiormente la necessità di alzare il trattamento minimo, ma è anche opposto alla proposta della Lega di confermare l’abbassamento del canone Rai. Questo ha creato tensioni nella maggioranza e veti incrociati su molti emendamenti. Difficile quindi che un progetto complesso come l’aumento delle pensioni minime possa essere portato a termine.