Pensioni: da ipotesi Quota 103 Bis al ritorno di Opzione Donna. Cosa succede
Pensioni: da ipotesi Quota 103 Bis al ritorno di Opzione Donna. Cosa succede
Con le risorse scarse per la Manovra tramontano le velleità leghiste per una riforma più aggressiva con Quota 41 ma non mancano alcune novità positive,
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Pubblicato: 5 Settembre 2023 15:41
Il capitolo pensioni torna sul tavolo del governo. Riprende il confronto infatti tra le parti sociali e l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale, l’organismo tecnico fortemente voluto dal ministro del Lavoro, Marina Calderone. Tanti i dossier aperti da discutere in vista della manovra: dal prolungamento di Quota 103 anche nel 2024 e dall’ampliamento delbacino dell’Ape sociale fino al nuovo restyling di Opzione donna.
Dal MEF hanno già fatto intendere che la coperta è corta, probabilmente non più di 1-1,5 miliardi, al netto delle risorse da destinare all’indicizzazione degli assegni pensionistici, che saranno cospicue vista l’andatura ancora sostenuta dell’inflazione. Vediamo cosa può accadere nelle prossime settimane.
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I primi step
Il quarto round tecnico della serie di riunioni avviata all’inizio dell’estate ripartirà dai lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti e dalla tutela previdenziale delle donne. Il 18 settembre inoltre si dovrebbe tenere l’ultimo incontro sulla previdenza complementare. I sindacati, soprattutto Cgil e Uil, hanno più volte manifestato la loro delusione per l’atteggiamento del governo, accusato di non dare risposte e di non presentarsi al tavolo.
Il nodo risorse
Il principale scoglio da superare resta comunque quello delle risorse finanziarie. In questo caso un quadro più chiaro si avrà solo alla fine di settembre quando il governo presenterà la Nota di aggiornamento al Def (Nadef). Una soluzione per recuperare risorse potrebbe essere quella di un nuovo taglio, dopo quello già introdotto quest’anno, per la rivalutazione delle pensioni. Nel mirino ci sarebbe soprattutto le fasce degli assegni più elevati (da 5 volte il minimo in su). In ogni caso non dovrebbero essere toccate le pensioni fino a 4 volte il minino Inps (quasi 2.102 euro lordi al mese).
Le altre misure
L’impossibilità di aprire subito la strada a Quota 41, anche in forma “contributiva”, a causa dei costi di questa misura, rende molto probabile il prolungamento a tutto il 2024 di Quota 103: l’uscita anticipata con 41 anni di versamenti e 62 anni d’età. Il costo per il prossimo anno di questo intervento non dovrebbe superare i 300 milioni. (Qui la procedura per fare domanda).
È in fase di valutazione da parte del governo anche la possibilità di prorogare l’Ape sociale, attualmente in scadenza il 31 dicembre 2023 (vedi qui la procedura per la domanda), estendendone il raggio d’azione. L’accesso all’Anticipo pensionistico potrebbe infatti essere garantito anche ad altre categorie di lavoratori impegnati in attività gravose ed usuranti, compresi, con tutta probabilità, alcuni “profili” di professionisti. Attualmente l'accesso alla prestazione è limitato ai lavoratori dipendenti che svolgono mansioni gravose per almeno 7 anni negli ultimi 10, a gli invalidi civili al 74%, ai dipendenti disoccupati che hanno esaurito il trattamento di Naspi ed ai caregivers che assistono da almeno 6 mesi un anziano.
Dovrebbe poi essere parzialmente allentata la stretta scattata su Opzione donna con la legge di bilancio approvata alla fine dello scorso anno dal Parlamento, che ne aveva limitato l'accesso solo ad alcune categorie di lavoratrici )invalide, caregiver, dipendenti di aziende in crisi, ecc...),. L'ipotesi è fissare un limite di età a 60 anni senza alcuna distinzione su lavoro e figli.