Pensione, APe Sociale: scadenze e domanda 2021

Il 30 novembre si chiude la terza finestra annuale per la presentazione delle domande che danno diritto all’Ape sociale. Quali sono i requisiti necessari e le finestre sfruttabili.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Con Quota 100 pronta ad andare in archivio alla fine del 2021, settembre è il mese in cui riparte il confronto fra governo e parti sociali per una riforma previdenziale complessiva, con focus particolare sull’uscita anticipata. Diverse le opzioni sul tavolo, che però rischiano di incagliarsi – come sempre – sullo scoglio dei costi.

Si pensa, dunque, di ripartire da strumenti già a disposizione, in versione rafforzata: su tutti, l’Ape sociale che “dovrebbe essere utilizzabile anche da altre categorie di lavoratori impegnati in attività considerate gravose o usuranti”. Possibilità che piace anche al Presidente dell’Inps Tridico. Intanto si avvicina la scadenza per la terza e ultima finestra 2021 per fare domanda.

L’Ape Sociale

L’Ape sociale nella sua formula originale è l’anticipo pensionistico previsto per le persone di 63 anni, che rientrano nelle categorie socialmente deboli e che sono in possesso di almeno 30 anni di anzianità contributiva. L’obiettivo è quello di estendere il più possibile la platea per trasformare questo strumento in un vero canale d’uscita pensionistica. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha già istituito un’apposita Commissione tecnica proprio per individuare una nuova lista di lavori gravosi da “agganciare” all’Ape sociale. Già fissati tre parametri sulla base dei dati Inail per individuare nuove mansioni faticose o pericolose: frequenza e gravosità degli infortuni; gravosità delle malattie professionali.

Requisiti Ape Sociale 2021

L’Ape sociale spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti o alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché a quelli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi o alla Gestione Separata, i quali:

  • si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
  • non abbiano più un lavoro a seguito di scadenza del contratto a tempo determinato, ma a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno 3 mesi e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, oppure ancora un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74% e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • sono lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi 10 ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più delle seguenti attività (cd. gravose).

Sono considerate attività gravose (o lavori usuranti), per esempio, quelle svolte da operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, personale sanitario, facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati, personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia etc. (l’elenco completo è consultabile sul sito Inps). Inoltre, ai fini del riconoscimento dell’indennità, i requisiti contributivi richiesti sono ridotti, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.

Finestre

La Legge di Bilancio 2021- come accennato – ha prorogato di un anno l’anticipo pensionistico a carico dello Stato, dunque fino a fine dicembre 2021. Tre gli slot temporali per l’inoltro delle richieste di certificazione del diritto all’APe Social. Le domande vanno infatti presentate in base a finestre specifiche, anche se non tutti i requisiti sono stati maturati, purché lo siano entro l’anno: dopo le due prime due possibilità di invio (31 marzo e 15 luglio), fino al 30 novembre 2021 è possibile presentare istanza tardiva, con ammissione in base alle risorse disponibili.

L’uscita è prevista ancora per tutto il 2021, ed ha ottime possibilità di essere prorogata anche per il 2022.

La domanda

I soggetti che sono in possesso dei requisiti e interessati all’anticipo pensionistico tramite Ape Sociale devono, preliminarmente alla domanda di prestazione, presentare domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio entro i termini. Contestualmente o nelle more dell’istruttoria della domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso all’Ape sociale, il soggetto può presentare la domanda di accesso alla prestazione.

Le domande, sia di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’Ape sociale, sia di accesso al beneficio, devono essere indirizzate alle sedi territoriali Inps di competenza e presentate in modalità telematica utilizzando i consueti canali istituzionali.