Ape sociale, c’è la proroga fino al 31 dicembre 2024: limite fissato a 63 anni

I chiarimenti dell’Inps dopo la stretta nella legge di bilancio 2024: ora per poter accedere all'Ape Sociale è necessario avere 63 anni e 5 mesi

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Prorogata di un anno l’estensione dell’Ape Sociale, con il nuovo termine che slitta dal precedente 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024. La notizia di questo slittamento era già contenuta nella nuova Legge di Bilancio, ma c’è l’ufficialità anche dall’Inps, con la circolare numero 35 del 20 febbraio. Secondo questa circolare, per poter accedere all’Ape Sociale è necessario avere almeno 63 anni e 5 mesi di età anagrafica.

Inoltre, la circolare evidenzia i limiti di incumulabilità dell’anticipo pensionistico con i redditi da lavoro. Ciò significa che coloro che usufruiscono dell’Ape Sociale devono tener conto dei limiti di reddito che possono percepire da altre fonti di lavoro senza compromettere l’accesso o l’importo dell’anticipo pensionistico.

I nuovi requisiti

Le nuove disposizioni riguardanti l’accesso all’Ape Sociale si applicano a tutte le domande di verifica presentate dal 1° gennaio 2024 in avanti. Tra le condizioni che devono essere verificate vi è l’età anagrafica, che deve essere pari ad almeno 63 anni e 5 mesi al momento della domanda o entro il 31 dicembre 2024.

Queste disposizioni si applicano non solo ai nuovi richiedenti, ma anche a coloro che avevano già perfezionato i requisiti per accedere al beneficio in anni precedenti ma non avevano presentato la domanda di verifica. Inoltre, le nuove regole si applicano anche ai soggetti che erano decaduti dal beneficio, ad esempio per superamento dei limiti reddituali annuali, e che intendono ripresentare domanda nel corso dell’anno 2024.

In sostanza, tutte le domande di verifica delle condizioni di accesso presentate nel 2024 devono essere valutate in conformità con le nuove disposizioni, indipendentemente dal fatto che si tratti di nuovi richiedenti, di coloro che avevano già diritto ma non avevano presentato domanda o di soggetti che erano decaduti dal beneficio e intendono ripresentare domanda.

Chi può chiedere l’Ape Sociale

La pensione Ape Sociale spetta ai lavoratori che:

  • Sono disoccupati a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale, oppure per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato. Questi lavoratori devono aver avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro, almeno 18 mesi di lavoro dipendente e devono aver concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione spettante, oltre ad avere un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.
  • Assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente
  • Sono invalidi civili, con questa superiore o uguale al 74%, e in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.
  • Sono lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci oppure almeno sei anni negli ultimi sette una o più delle professioni considerate gravose.

Come si può perdere l’indennità

La circolare dell’Inps ricorda che per coloro che ottengono la certificazione per l’accesso al beneficio dell’Ape Sociale nel 2024 si applica un nuovo regime di incumulabilità dei redditi di lavoro. Tuttavia, per coloro che hanno ottenuto la certificazione in anni precedenti, continua ad essere in vigore il regime di incumulabilità che prevede che l’indennità sia compatibile con la percezione dei redditi da lavoro dipendente o parasubordinato nel limite di 8.000 euro annui e dei redditi derivanti da attività di lavoro autonomo nel limite di 4.800 euro annui.

Secondo le nuove disposizioni, il titolare dell’Ape Sociale, il cui accesso al beneficio viene certificato nel 2024, perde il diritto all’indennità nel caso in cui:

  • svolga attività di lavoro dipendente o autonomo;
  • svolga lavoro autonomo occasionale da cui derivino redditi superiori al limite di 5.000 euro lordi annui.

I beneficiari dell’Ape Sociale sono quindi tenuti a comunicare all’Inps la ripresa di attività di lavoro dipendente o autonomo, così come il superamento del limite reddituale di 5.000 euro lordi annui per il lavoro autonomo occasionale, entro 5 giorni dal verificarsi dell’evento. In caso di mancata comunicazione entro tale termine, sarà avviata la procedura di recupero dell’indebito, con conseguente corresponsione degli interessi legali.