Fondi pensione a segno più, da risorse a rendimenti: i numeri

La fotografia scattata dall'ulltimo monitoraggio trimestrale della COVIP

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Redazione

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Segno più per i fondi pensione. Allo scorso settembre, sono 10,6 milioni – il 3 per cento in più rispetto alla fine del 2022 – le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari. A tali posizioni, che includono anche quelle di coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, corrisponde un totale degli iscritti di 9,515 milioni (+3 per cento).

Rendimenti in crescita

Lo rileva l’ultimo monitoraggio trimestrale della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) dal quale emerge che nei fondi negoziali si registrano 188.000 posizioni in più rispetto alla fine dell’anno precedente (+4,9 per cento), per un totale che sfiora i 4 milioni. Gli incrementi più alti nel numero delle posizioni continuano a registrarsi nel fondo rivolto al settore edile (+86.700), destinatario dell’adesione contrattuale di lavoratori attraverso il versamento di un contributo, ancorché di importo modesto, a carico del solo datore di lavoro, e nel fondo del pubblico impiego (+28.900 posizioni), per il quale è attiva l’adesione anche tramite silenzio-assenso per i lavoratori di nuova assunzione; seguono il fondo destinato al settore del commercio, turismo e servizi (+13.300) e quello rivolto all’industria metalmeccanica (+10.300). Nelle forme pensionistiche di mercato, si rilevano 71.000 posizioni in più nei fondi aperti (+3,8 per cento); meno dinamico il segmento dei PIP, con 40.000 posizioni in più (+1,1 per cento); alla fine di settembre, il totale delle posizioni in essere in tali forme è pari, rispettivamente, a 1,912 milioni e 3,738 milioni di unità.

Contributi e risorse, i numeri

Le risorse destinate alle prestazioni a fine settembre del 2023 totalizzano 215 miliardi di euro rispetto ai 205 miliardi di dicembre 2022. Poco più della metà dell’aumento è dipeso dal miglioramento dei corsi dei titoli in portafoglio; l’incremento residuo è dovuto ai flussi contributivi al netto delle uscite. L’attivo netto è di 64,5 miliardi di euro nei fondi negoziali, in crescita del 5,6 per cento rispetto a dicembre; esso si attesta a 30,3 miliardi nei fondi aperti e a 48 miliardi nei PIP, rispettivamente, il 7,9 e il 5,4 per cento in più nel confronto con la fine dell’anno precedente.

Segno più anche per i contributi incassati da fondi negoziali, fondi aperti e PIP che – nel corso dei primi nove mesi dell’anno – sono stati pari a 9,8 miliardi di euro, con una crescita del 6 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2022. L’incremento si riscontra in tutte le forme pensionistiche, variando dall’8 per cento nei fondi negoziali, al 6,4 nei fondi aperti, al 2,5 per cento nei PIP.

Da PIP a fondi aperti

Nei primi nove mesi dell’anno tutte le tipologie di forme pensionistiche e di comparti registrano in media risultati positivi, in particolare nelle gestioni con una maggiore esposizione azionaria. Per i comparti azionari – spiega Covip – si riscontrano rendimenti in media pari al 4,5 per cento nei fondi negoziali, al 5,5 nei fondi aperti e al 6 nei PIP. Per le linee bilanciate i risultati sono in media del 2,1 per cento nei fondi negoziali, 2,2 nei PIP e 3 per cento nei fondi aperti; più contenuti sono i rendimenti dei comparti obbligazionari e garantiti, in media dell’ordine dell’1-2 per cento.