Decreto salva casa, tutte le sanatorie possibili elencate da Salvini: cosa si potrà fare

Salvini ha elencato tutte le sanatorie contenute negli emendamenti al Decreto Salva Casa, dalle mini-case fino alla semplificazione di procedure burocratiche

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Il Decreto Salva Casa, recentemente approvato dal governo Meloni e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è destinato a subire cambiamenti significativi grazie agli emendamenti proposti dalla Lega.

Durante una conferenza stampa alla Camera, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha illustrato i dettagli del decreto. Ha elencato le possibili sanatorie offerte dal nuovo provvedimento.

Il ministro Salvini ha dichiarato: “Il Salva Casa riguarda le case di milioni di italiani quindi spero che la politica, da destra a sinistra, almeno sul tema della casa degli italiani, del taglio della burocrazia, della regolarizzazione di nove metri di cameretta, di una parete in cartongesso, di una veranda, di un bagnetto, non stia a litigare. Noi stiamo semplificando la vita degli italiani”.

Semplificazioni proposte negli emendamenti

Gli emendamenti al Decreto Salva Casa presentati dalla Lega mirano a semplificare gli interventi edilizi effettuati prima del 1977, anno della legge Bucalossi. Salvini ha spiegato che molti interventi risalenti a mezzo secolo fa sono difficili da regolarizzare a causa della documentazione spesso irreperibile. La proposta prevede quindi forme semplificate di regolarizzazione per le difformità parziali presenti negli immobili realizzati prima del ’77.

Sblocco del mercato immobiliare

Secondo il Carroccio, tali semplificazioni potrebbero portare a uno sblocco del mercato immobiliare e aumentare il valore del patrimonio delle famiglie. Dopo i lavori, i cittadini dovranno ottenere un certificato di agibilità o abitabilità da parte di un tecnico comunale o della Asl, che verificherà l’assenza di difformità.

La regolarizzazione avrà un costo che va dai mille ai 31mila euro, con una sanzione pecuniaria pari al doppio dell’aumento del valore dell’immobile.

Riduzione delle tempistiche per il potere sostitutivo

Un altro emendamento propone di ridurre le tempistiche per l’esercizio del potere sostitutivo da parte delle Regioni. Attualmente, dopo 10 anni dal rilascio del titolo edilizio, le Regioni possono ancora annullare il permesso di costruire, sostituendosi al Comune. La proposta mira a semplificare e accelerare questo processo.

Nuovi limiti per i micro appartamenti

L’attuale normativa riconosce l’abitabilità solo se la superficie è pari ad almeno 28 metri quadrati per una persona o 38 per due persone. La proposta della Lega mira a ridurre questi requisiti: per una persona, la superficie minima scenderà a 20 metri quadrati, mentre per due persone si ridurrà a 28 metri quadrati.

Anche l’altezza minima dei soffitti subirà una modifica, passando da 2,70 metri a 2,40 metri, includendo cucine e soggiorni che garantiscano adeguate condizioni di aerazione e luminosità. Questo permetterà di rendere abitabili spazi come lavatoi, mansarde e piccole stanze con bagno e cucina.

Introduzione delle nuove tolleranze

Ulteriori semplificazioni riguarderanno interventi realizzati prima del 1977, con la possibilità di regolarizzare parziali difformità. Questo processo di regolarizzazione sarà circoscritto ai lavori necessari per la sicurezza, limitando l’entità e l’importo dei lavori richiesti. Le modifiche introdurranno anche limiti al potere sostituivo delle Regioni, che oggi possono annullare il rilascio del titolo edilizio anche dopo 10 anni.

Cambio di destinazione d’uso

Gli emendamenti propongono anche novità sui cambi di destinazione d’uso, in particolare per i locali al piano terra che potranno essere convertiti in abitazioni. Questa norma mira a contrastare lo spopolamento dei centri storici, sebbene i sindaci potranno imporre specifiche condizioni per garantire il rispetto dei requisiti minimi e prevenire situazioni di degrado.

Le tolleranze costruttive saranno ampliate: quella del 2% verrà aumentata al 3% per le abitazioni con superficie tra 300 e 500 metri quadrati, al 4% per quelle tra 100 e 300 metri quadrati e al 5% per quelle sotto i 100 metri quadrati. La sanatoria diventerà permanente, estendendosi a tutti gli immobili futuri, mentre il decreto originale limitava l’applicazione delle nuove tolleranze agli interventi realizzati entro il 24 maggio.