Decreto Salva casa, addio alla doppia conformità: cosa cambia

Il decreto Salva casa include anche l'addio alla doppia conformità e una serie di altre semplificazioni burocratiche

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

L’approvazione del decreto sul mercato immobiliare, il cosiddetto Salva casa, promosso dal leader della Lega Matteo Salvini, ha portato diversi vantaggi per i proprietari di immobili legati soprattutto alle sanatorie di piccole irregolarità non strutturali accumulatesi a causa di alcuni cambiamenti di normativa.

Nel testo del decreto però ci sono anche una serie di semplificazioni burocratiche che dovrebbero sveltire diverse procedure legate alla costruzione e alla ristrutturazione di case. Tra queste la più importante è il superamento del principio di doppia conformità in favore di una norma meno stringente. In questo modo il governo spera di rendere meno complessa la sanatoria di diverse piccole irregolarità e aumentare il numero potenziale di case sul mercato.

Il superamento della doppia conformità nel decreto Salva casa

Il decreto Salva casa introduce diverse semplificazioni per alcune procedure burocratiche necessarie soprattutto alla sanatoria di piccole irregolarità. La più significativa di queste semplificazioni è il superamento del principio di doppia conformità. Prima dell’approvazione del testo, quando un proprietario di immobile iniziava un’opera sulla propria casa, per quanto piccola, era obbligato a presentare due diverse attestazioni di conformità agli uffici del Comune.

Le due dichiarazioni dovevano attestare che l’intervento era conforme sia alle norme urbanistiche e edilizie valide nel momento in cui la struttura era stata costruita. La seconda invece doveva attestare il rispetto di queste norme per le leggi attuali. Il nuovo decreto limita questa necessità alle sole norme attuali, semplificando sensibilmente il processo di sanatoria di piccole irregolarità che è il centro della nuova legge.

Il decreto Salva casa si concentra infatti su una serie di piccole difformità non strutturali presenti in molte case italiane. Spesso, pur non pregiudicando la stabilità o l’integrità di un immobile, queste piccole differenze tra progetto approvato ed edificio costruito rendono molto complesso vendere o affittare la casa stessa. L’obiettivo del decreto, tra gli altri, è quello di consentire a diversi immobili di entrare nel mercato, abbassando i prezzi delle case nelle grandi città e facendo ripartire il settore, in crisi dopo la stretta del credito da parte delle banche a seguito dell’innalzamento dei tassi di interesse.

Le altre semplificazioni burocratiche del decreto

Non c’è però soltanto il superamento della doppia conformità tra i principi burocratici affrontati dal decreto Salva casa. Un’altra semplificazione significativa è la sostituzione del silenzio rifiuto della pubblica amministrazione con il silenzio assenso. Riguardo alla sanatoria di piccole difformità, se il Comune preposto non dispone un diniego della richiesta del proprietario della casa entro 30 o 45 giorni dalla presentazione della domanda, a seconda di quale sia la difformità, questa viene considerata automaticamente approvata. Il periodo di attesa si prolunga fino a 180 giorni se si tratta di edifici sottoposti a vincoli paesaggistici.

Importante riduzione della burocrazia anche in caso si voglia cambiare destinazione di utilizzo di un immobile. Non sarà infatti più necessario alcun passaggio o autorizzazione per passare, ad esempio, da un uso commerciale a un uso abitativo. Sarà sufficiente al contrario che il proprietario presenti la Scia, la  Segnalazione certificata di inizio attività, che informi il comune della nuova destinazione dell’immobile.