La decisione della Banca Centrale Europea di aumentare i tassi di interesse di 75 centesimi rivelerà molto presto i suoi effetti sulle tasche di migliaia di contribuenti italiani. Le difficoltà maggiori riguarderanno coloro che hanno sottoscritto un mutuo sulla casa a tasso variabile.
La mossa della BCE colpirà tuttavia anche chi ha chiesto prestiti personali per spese più piccole, come l’acquisto di un’automobile.
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Le conseguenze del rialzo dei tassi sull’Euribor
Una delle prime conseguenze del rialzo dei tassi sarà con ogni probabilità un aumento anche dei tassi Euribor, che avevano già registrato un sensibile rialzo nei giorni scorsi. Gli Euribor 1 mese sono passati da 0,368% a 0,394%, mentre gli Euribor 3 mesi sono saliti da 0,816% a 0,822%. In ribasso, invece, quelli a 1 anno, dall’1,921% all’1,913%.
Cos’è l’Euribor
L’acronimo Euribor sta per “EURo Inter Bank Offered Rate” e rappresenta il tasso interbancario di offerta in euro. In altre parole, esso consiste nel primo indicatore del costo del denaro a breve termine e cioè l’interesse, il costo di un prestito. Viene preso come riferimento ed è calcolato giornalmente, perché rappresenta il costo degli interessi medio delle transazioni finanziarie in euro che avvengono ogni giorno tra le principali banche europee.
L’Euribor può avere scadenza settimanale, bisettimanale o mensile, fino a un massimo di 12 mesi. Per questo di solito gli Euribor si suddividono in quattro categorie principali:
- Euribor 1 M (1 mese);
- Euribor 3 M (3 mesi);
- Euribor 6 M (6 mesi);
- Euribor 1 A (1 anno).
Il suo effetto su un prestito (come quello per la prima casa) è presto spiegato: l’Euribor viene utilizzato dalle banche come tasso base per calcolare gli interessi variabili. Più aumentano Euribor e spread, più sarà costoso l’interesse del prestito richiesto per l’acquisto di un immobile (mutui e inflazione: conviene tasso fisso o variabile?).
Chi riguarda la decisione della BCE
Su temi come questi le precisazioni sono doverose. La prima è che l’aumento del tasso dei mutui sarà esattamente di 75 centesimi solo per i pochissimi finanziamenti variabili indicizzati appunto al tasso BCE. Come riporta infatti il Corriere della Sera, tutte gli istituti devono offrire la possibilità di parametrare i variabili alla Banca Centrale Europea.
Un’altra precisazione riguarda coloro che hanno in essere un mutuo a tasso fisso: per loro, la novità della BCE non avrà conseguenze. Nel caso di sottoscrizione di un mutuo a tasso variabile, invece, gli aumenti cambiare anche di molto in dipendenza di vari fattori: ad esempio se il mutuo è stato avviato da poco o da molto tempo e con quale tasso di partenza.
Quanto vale la stangata sull’anno
Secondo l’Unione italiana consumatori, la rata sui mutui a tasso variabile è cresciuta di un valore medio mensile di 46 euro in un anno e di oltre 500 euro sui 12 mesi. Considerando i dati diffusi dalla Banca d’Italia, a luglio i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Taeg) sono arrivati al 2,45% dal 2,37% di giugno.
L’effetto concreto sui mutui: un esempio
A livello pratico, diamo un’occhiata alla simulazione proposta da mutuisupermarket.it per conto de La Repubblica. Ipotizzando un finanziamento da 140mila euro e un un tasso variabile pari all’Euribor a 3 mesi, con uno spread ulteriore dell’1%, l’aumento dei tassi dello 0,75% comporterà un incremento della rata mensile fino a 49 euro (per un mutuo a 30 anni).
Nel caso invece di un finanziamento da 250 mila euro alle stesse condizioni, gli importi delle rate saliranno dai 79 agli 88 euro.