Mutui a tasso variabile, le previsioni parlano di una progressiva discesa

In pochi mesi le rate dei mutui variabili sono aumentate del +78%, ma adesso la situazione va normalizzandosi. Qual è il ruolo della Bce

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Le rate dei mutui variabili potrebbero continuare a scendere se, come preannunciato, alla prossima riunione della Bce del 6 giugno si dovesse decidere per il taglio dei tassi d’interesse. La Bce ha effettuato 10 rialzi consecutivi per tentare di porre un freno all’inflazione galoppante. Poi, fra fine 2023 e inizio 2024, i tassi sono stati lasciati fermi. Ora si attende, finalmente, l’inversione di tendenza definitiva che avrà ripercussioni immediate su gran parte dei prestiti e sui mutui a tasso variabile.

Mutui in calo

Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso che sono stati erogati fino a inizio 2022 resteranno invariate fino al termine del piano di rimborso. Le rate dei mutui a tasso variabile sono invece lievitate fino al +78%. Il risultato: chi fino a prima dell’aumento a cascata dei tassi pagava una rata da 500 euro al mese è finito col pagare 890 euro.

È un’analisi della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) a fare il quadro della situazione. Secondo i bancari “è molto probabile che, alla luce della decisione di giugno, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano iniziare una progressiva discesa, anche se è difficile, al momento, indicare una traiettoria precisa”. Fabi specifica che da luglio 2022 in poi i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio attorno dell’1,8% a superare quota 6%. L’inversione di tendenza è arrivata negli ultimi mesi con le banche che a marzo hanno cominciato a praticare un tasso medio fisso attorno al 3,69%.

L’andamento dei mutui a tasso variabile

Per i mutui a tasso variabile la media si è mantenuta sopra il 4%. I mutui a tasso variabile hanno sperimentato un’esplosione del +1.000% passando dallo 0,6% di fine 2021 a oltre il 6% nel corso del 2023. Oggi il valore medio si è assestato a quota 3,67%. Se nel 2021 la rata media per un mutuo da 150.000 a 20 anni era di 665 euro, con l’impennata dei tassi la rata mensile è schizzata a quota 1.180 euro (+77,4%).

Secondo Fabi, in Italia sono 3,5 milioni le famiglie che hanno acceso un mutuo per l’acquisto di un immobile mentre il numero delle famiglie che si sono indebitate a vario titolo arriva a quota 6,8. Si tratta di un quarto del totale.

Secondo Fabi, a fine marzo 2024 il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava a 423,4 miliardi di euro, con 144 miliardi a tasso variabile e 279 miliardi a tasso fisso. E fra credito al consumo e prestiti personali le banche hanno erogato agli italiani 244 miliardi di euro.

Il report dell’Abi

Alle osservazioni della Fabi si uniscono quelle dell’Abi, (Associazione bancaria italiana). Abi conferma il calo al 3,67% ad aprile del tasso medio sui nuovi mutui in Italia. Il valore era del 3,79% a marzo 2024 e del 4,42% a dicembre 2023.

L’impennata dei tassi di interesse sui mutui dell’anno scorso è fra le concause del crollo del mercato immobiliare degli ultimi mesi: l’ultimo Rapporto Dati Statistici Notarili racconta di un 2023 in cui in Italia si è registrato un calo del -7% nelle compravendite rispetto al 2023. I notai rilevano poi che il mercato dei mutui nello stesso periodo (relativamente all’ammontare degli importi) è crollato del -26%.