In Italia si vendono più case, le città dove si compra meglio

Il mercato immobiliare italiano continua a crescere, con oltre 201mila compravendite e un aumento dell'8% rispetto all'anno precedente

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

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Secondo i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) dell’Agenzia delle Entrate, tra aprile e giugno si sono registrate oltre 201mila compravendite di abitazioni, circa 15mila in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Si tratta di un incremento dell’8% su base annua, che consolida una crescita ormai ininterrotta da cinque trimestri consecutivi.

Ad aprile il mercato ha raggiunto il picco e gli scambi (numero di compravendite effettivamente concluse) hanno fatto registrare un balzo del +10,2% rispetto all’anno precedente, con una domanda che è rimasta sostenuta nonostante l’inflazione e i tassi di interesse relativamente alti.

Questi numeri confermano il ritorno di fiducia degli italiani verso la casa, bene rifugio per eccellenza, nonché il rinnovato dinamismo del settore immobiliare, trainato da fattori economici, sociali e demografici.

Dove si vendono più case in Italia

Se si guarda alle grandi città, quasi ovunque il segno è positivo, ma Torino e Palermo si confermano le più dinamiche, con incrementi superiori al 10%.

Milano cresce del 6,6%, consolidando il suo ruolo di polo attrattivo e innovativo, mentre Bologna (+6,1%) e Genova (+5,6%) segnano rialzi solidi, sostenuti dal rinnovato interesse per i centri urbani di medie dimensioni.

Roma e Firenze mostrano aumenti più contenuti, rispettivamente +4,1% e +3,9%, ma restano mercati fortemente attrattivi.

Napoli invece rappresenta l’unica eccezione, con una leggera flessione che però non altera il quadro nazionale.

Interessante anche il dato dei centri minori, che registrano un incremento delle compravendite superiore rispetto ai capoluoghi: +8,4% contro +7,2%.

Un segnale chiaro che molte famiglie stanno scegliendo città e comuni più piccoli, attratte da prezzi più accessibili, maggiore qualità della vita e nuove possibilità legate allo smart working.

Mutui e agevolazioni prima casa

Un altro indicatore chiave è il ruolo del credito.

Nel secondo trimestre 2025, il 46% delle abitazioni acquistate da persone fisiche è stato finanziato tramite mutuo ipotecario, con un tasso medio iniziale del 3,3%.

Le percentuali superano il 50% in città come Roma, Bologna, Milano e Firenze, dove il costo degli immobili resta elevato e l’accesso al mutuo diventa quasi imprescindibile.

La vera forza del mercato, però, arriva dagli acquisti con il bonus prima casa, che rappresentano ben il 70% delle compravendite tra le persone fisiche.

A Roma questo dato raggiunge addirittura l’85%, segno che la spinta principale viene dalle famiglie che acquistano la loro abitazione principale e non da investitori.

In difficoltà il settore delle nuove costruzioni

Diverso il discorso per le case nuove, dato che gli immobili di nuova costruzione nel trimestre considerato rappresentano appena il 5,6% del totale delle compravendite.

Rispetto al 2024 si registra un calo del 7,2%, dovuto principalmente agli alti costi di costruzione, alla lentezza delle procedure burocratiche e al rallentamento dei cantieri.

Roma resta la città con la maggiore incidenza di acquisti di nuove case (7,1% del totale degli scambi capitolini), mentre a Milano la quota è scesa dal 9,5% al 6,6%.

Un trend che segnala difficoltà strutturali nel comparto edilizio e pone interrogativi sulla capacità del settore di rinnovarsi e rispondere a una domanda crescente di immobili moderni, sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico.

Un settore strategico per l’economia

Il quadro complessivo ci consegna un settore immobiliare che nel 2025 si conferma in salute. Le vendite crescono e la domanda di abitazioni resta solida, soprattutto nelle città metropolitane e nei centri urbani di medie dimensioni.

Questo trend ha ricadute dirette sull’economia nazionale. Più compravendite significa più entrate fiscali per lo Stato, più lavoro per agenzie immobiliari, banche e professionisti del settore.

Senza dimenticare l’indotto legato all’arredo, alle ristrutturazioni e ai servizi connessi alla casa, che rappresenta una componente fondamentale del Pil italiano.

Tuttavia, non mancano le criticità. Il calo delle nuove costruzioni rischia di limitare l’offerta in un momento in cui la domanda è in crescita, con il pericolo di alimentare ulteriormente la corsa dei prezzi per le abitazioni già esistenti, specie in quei quartieri dove la richiesta è alta e la disponibilità poca.

Allo stesso tempo, c’è il problema del forte rialzo dei canoni d’affitto e l’accessibilità abitativa ridotta che riguarda soprattutto giovani, studenti e famiglie con redditi medio-bassi.

Per garantire uno sviluppo equilibrato, sarà fondamentale:

  • incentivare l’edilizia sostenibile;
  • accelerare le procedure burocratiche;
  • rafforzare le politiche abitative pubbliche.

Solo così il mercato potrà continuare a crescere senza generare nuove disuguaglianze.