Quando ricorrere a una vertenza sindacale

La vertenza sindacale è uno strumento di tutela del lavoratore, che può rivolgersi ai sindacati per agire contro l'azienda

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Redazione

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La vertenza sindacale, o vertenza di lavoro, è uno strumento nelle mani del dipendente che, in caso il datore di lavoro non rispetti i suoi diritti, non paghi il suo stipendio o tenga una condotta contraria a quanto disciplinato dalla legge o dal contratto collettivo, può agire contro il medesimo e dunque contro l’azienda, a patto di essere tesserato con un sindacato.

Anziché rivolgersi ad un avvocato, dunque, il dipendente può scegliere di fare vertenza: un’operazione decisamente meno onerosa, soprattutto se deve recuperare un credito esiguo o far valere un diritto perché, ad esempio, il datore di lavoro non gli permette di usufruire delle ferie che gli sono dovute, o non gli riconosce il pagamento delle ore straordinarie lavorate.

Ecco dunque nel dettaglio come procedere e a chi rivolgersi per usufruire di questo particolare strumento di tutela del lavoratore.

Vertenza sindacale: a chi rivolgersi

Per fare una vertenza sindacale, come il termine suggerisce, è necessario rivolgersi al sindacato. E, dunque, a quell’organizzazione nata proprio per tutelare i diritti dei lavoratori tramite rappresentanti interni e aziendali. I suoi compiti? Contrattare nuovi termini del contratto collettivo di categoria affinché sia il più possibile a tutela del dipendente, e promuovere azioni collettive e individuali qualora i diritti dei lavoratori non vengano rispettati.

Sebbene di norma il sindacato tuteli tutti, sia gli iscritti che i non iscritti in caso di partecipazione alla formazione dei contratti collettivi, se si intende avanzare una vertenza contro il datore di lavoro essere tesserati è necessario. E anziché anticipare eventuali costi, il lavoratore che agisce può accordarsi con l’organizzazione per riconoscerle una percentuale sull’incasso di quanto gli spetta, così da “ricompensare” il sindacato per il suo supporto o il legale fiduciario del medesimo per la sua assistenza.

Come iscriversi al sindacato? Basta fare domanda, e pagare la quota associativa iniziale per il rilascio della tessera oltre ad una quota sindacale periodica che viene trattenuta direttamente dalla busta paga.

Poiché ogni sindacato ha al suo interno diverse categorie – ciascuna a tutela dei lavoratori di un determinato settore produttivo, e ciascuna col suo segretario e i suoi funzionari – per fare vertenza bisognerà rivolgersi ad uno dei funzionari di riferimento all’interno della propria categoria. In alternativa, è possibile rivolgersi all’ufficio vertenze legali, nato proprio per fornire assistenza a tutti i settori produttivi: sarà questo, in caso, ad indirizzare il lavoratore verso la sua corretta categoria interna.

Come e quando fare vertenza

La vertenza sindacale viene fatta dal lavoratore quando il datore di lavoro non rispetta o pregiudica un suo diritto, contravvenendo alla legge o al contratto collettivo. Tipicamente, si fa vertenza per casi di mobbing, per le ore lavorate e non retribuite, per il mancato pagamento della retribuzione o del TFR o per il mancato riconoscimento di ferie e permessi, ma anche in caso di licenziamento ritenuto ingiusto.

A livello pratico, l’ufficio vertenze legali o il funzionario di categoria andranno a fornire al lavoratore un parere giuridico indicando modalità, tempi e costi dell’operazione. Dopo aver visionato i documenti richiesti, il sindacato chiederà al lavoratore di firmare un mandato con cui lo autorizzi ad agire in suo nome e per suo conto e in cui indicherà le condizioni economiche dell’intervento sindacale.

Successivamente, il sindacato scriverà all’azienda una lettera di diffida esponendo il problema del lavoratore e chiedendo che i diritti di quest’ultimo vengano rispettati. Il datore di lavoro può a quel punto rispondere subito e accettare di trovare un accordo: è la cosiddetta conciliazione sindacale, che viene seguita dal sindacato in tutte le sue fasi sino alla firma dell’accordo in sede protetta (tipicamente, presso il sindacato stesso o presso l’Ispettorato del Lavoro). Il costo della conciliazione sindacale? Oltre ai 30 euro dei diritti di segreteria, ciascuna parte andrà a riconoscere al sindacato una quota variabile basata sul valore della lite.

Se invece il datore di lavoro non risponde o non si riesce a raggiungere un accordo, a subentrare nella vertenza sindacale sarà il legale fiduciario dell’organizzazione, che procederà con tutte le attività stragiudiziali del caso.

È bene ricordare, infine, che i termini di prescrizione della vertenza sindacale variano a seconda del diritto che si intende tutelare e in base alla grandezza dell’azienda. In genere, si parla di cinque anni calcolati a partire dalla cessazione della prestazione lavorativa per le imprese fino a 15 dipendenti, oppure calcolati dal giorno di maturazione dell’ultima retribuzione per imprese con più di 15 dipendenti.