Affitti brevi, come ottenere il Cin previsto dalle nuove regole 2024

Sono scattate dal primo settembre 2024 le nuove regole sugli affitti brevi che prevedono l’obbligo di Cin e alzano i parametri di sicurezza.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

In Italia sono circa 600mila gli immobili destinati ai cosiddetti affitti brevi concessi soprattutto per locazioni di tipo turistico. Un giro d’affari importante che, tuttavia, sconta ancora una forte evasione fiscale da parte dei proprietari degli immobili. Per porre fine a questo fenomeno, o quantomeno contrastarlo in maniera più decisa, il ministero del Turismo ha stabilito una serie di nuove regole che sono entrate in vigore il primo settembre 2024. Tra le nuove normative, la misura principe è sicuramente l’introduzione del Codice identificativo nazionale (Cin), un vero e proprio bollino che dovrà essere esposto all’interno della struttura e negli annunci su tutte le piattaforme online dedicate. In caso di mancato rispetto delle regole sul Cin è prevista una multa che può arrivare fino a 8mila euro. Vediamo dunque come ottenere il Cin e quali sono i requisiti richiesti.

Le nuove regole sugli affitti brevi

Le nuove regole di contrasto all’evasione fiscale nel campo degli affitti brevi sono entrate in vigore all’inizio di settembre, anche se in alcune aree del Paese era già stata avviata una fase di test dal 28 agosto. Si è trattato, nel dettaglio, di Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Campania, Basilicata e della provincia autonoma di Trento. In queste Regioni l’assegnazione dei Cin anticipata ha permesso di affinare le procedure nazionali, anche se la consegna dei codici locali (i bollini) richiederà un arco di tempo maggiore. Il ministero stima un anno per la conclusione dell’intera fase.

A spiegare l’importanza delle misure adottate è stata la ministra del Turismo Daniela Santanchè che ha sottolineato come il Cin rappresenti “un’importante risorsa per il coordinamento e la gestione dei dati relativi alle strutture ricettive presenti sul territorio nazionale” in quanto “pensata per regolamentare e non criminalizzare gli affitti brevi, perché in molte aree italiane, dove scarseggiano gli alberghi, sono fondamentali per accogliere i turisti e favorire il decongestionamento dei flussi”.

Come ottenere il Cin per gli affitti brevi

Il Codice identificativo nazionale ha il principale obiettivo di effettuare un censimento nazionale degli immobili destinati agli affitti brevi, così che finalmente possa conoscere fine il fenomeno della forte evasione fiscale. Per ottenerlo i proprietari delle case devono farne espressa richiesta, con l’intera procedura che si svolge online.

Per chi ha già un codice provinciale o regionale, è sufficiente accedere alla Banca dati strutture ricettive del ministero del Turismo (Bdsr) e presentare domanda per sostituirlo con un Cin o rendere il codice da locale a nazionale. Chi, invece, fosse privo di un codice provinciale o regionale, deve accedere alla Bdsr con identità digitale, vale a dire Spid o Carta d’identità elettronica, e inserire tutti i dati che vengono richiesti.

L’ottenimento del Cin passa dal rispetto di alcuni requisiti dell’immobile stabiliti dalla legge. Prima di tutto è necessario che ogni abitazione funzionale all’attività di affitto breve sia dotata di sistemi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio certificati e funzionanti. La casa, inoltre, deve essere dotata di un estintore portatile a norma di legge e rispettare le norme per la sicurezza previste a livello nazionale.

Cosa rischia chi non espone il Cin

Il mancato rispetto degli obblighi di legge sul Cin espongono il proprietario dell’immobile al rischio di pesanti sanzioni. Le multe per chi non possiede il codice, più nel dettaglio, vanno dagli 800 agli 8mila euro, mentre chi lo ha, ma non lo espone correttamente, è possibile bersaglio di multe tra i 500 e i 5mila euro. E ancora, l’assenza dei dispositivi di sicurezza obbligatori fa scattare un’ammenda tra i 600 e 6mila euro, così come chi affitta più di quattro immobili senza dichiarare l’attività di tipo imprenditoriale può ricevere una sanzione che va dai 2mila ai 10mila euro.