Elon Musk causa il crollo dei bitcoin e perde il 24% del suo patrimonio: cosa è successo

Settimana nera per le criptovalute, soprattutto i bitcoin: un tweet di Elon Musk e la Banca centrale cinese hanno di fatto abbattuto il loro valore. A rimetterci, anche lo stesso fondatore di Tesla

La scorsa settimana Elon Musk, Ceo (tra le altre) di Tesla, ha pubblicato un post su Twitter che ha causato un crollo della quotazione delle criptovalute. Musk, che recentemente era diventato l’uomo più ricco del mondo scalzando Jeff Bezos. È quindi bastato un semplice tweet per dare vita a una slavina che si è abbattuta non solo sui bitcoin e le monete virtuali in generale, ma anche sul patrimonio dello stesso Musk, scivolato al 3° posto della classifica dei più ricchi del pianeta.

Elon Musk ha perso un quarto del suo patrimonio: cosa è successo

Il 13 maggio Elon Musk ha pubblicato un post su Twitter in cui ha annunciato che Tesla avrebbe smesso di accettare criptovalute come mezzi di pagamento. Il motivo? La preoccupazione per l’uso massiccio di combustibili fossili, fondamentali per produrre l’energia necessaria alla creazione di bitcoin.

Pochi giorni dopo, secondo quanto riportato da Bloomberg precisamente lunedì 17 maggio, il crollo delle criptovalute ha colpito anche il suo patrimonio, erodendolo a tal punto da farlo passare dal secondo al terzo posto della classifica dei più ricchi del pianeta. Dopo i suoi tweet dedicati al rapporto tra Tesla e bitcoin, infatti, la sua azienda di veicoli elettrici ha perso il 2,2%. Più in generale, Musk avrebbe perso il 24% del suo patrimonio. Alle spalle di Jeff Bezos, quindi, adesso c’è Bernard Arnault, presidente di LVMH.

Criptovalute, cosa sta succedendo ai bitcoin e alle altre monete virtuali

Ma le brutte notizie per le monete virtuali e per chi ci ha investito non finiscono qui. Anche la Banca centrale cinese ha assestato un duro colpo al mondo delle criptovalute, affondando i bitcoin fino a far loro registrare una perdita di oltre il 30%, a 30 mila dollari. Sarebbero stati bruciati fino a 500 miliardi di capitalizzazione di mercato. La perdita, alla fine, è stata contenuta al -10%.

Come è successo? La Cina, di fatto, ha vietato alle banche e alle società di pagamento di fornire servizi relativi alle transazioni di criptovaluta. Non potranno offrire ai clienti servizi che coinvolgano monete virtuali. Il bitcoin, che è quella principale, tra quanto successo in Cina e il caso Tesla ha bruciato oltre il 50% rispetto al record di quasi 65 mila dollari dell’aprile scorso.

Non se la passano poi tanto meglio le altre: Ether, la moneta principale per la rete blockchain di Ethereum, ha perso oltre il 40% del suo valore in meno di 24 ore. Perdite anche per Coinbase.