Addio assegni: quale banca li ha già tolti

Intesa Sanpaolo ha comunicato ai propri clienti che da maggio non rilascerà più il libretto degli assegni, diventato ormai uno strumento di pagamento sempre meno utilizzato

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Sembrerebbe l’inizio della fine per uno strumento una volta indispensabile per i correntisti, ma che nell’era delle app di pagamento e dell’internet banking è ormai caduto in disuso: il libretto degli assegni. Intesa Sanpaolo è il primo istituto di credito a decidere di eliminarlo e per questo sta informando i propri clienti che a partire dall’8 maggio il blocchetto non sarà più rilasciato. Una scelta che il gruppo è però pronto a rivedere di fronte alle richieste dei correntisti e che non sembra voler essere seguita al momento da altre banche del nostro Paese.

Addio assegni: la decisione di Intesa

I clienti Intesa coinvolti sono per ora qualche migliaio, ma la decisione sarà estesa sempre di più. Al posto degli assegni l’istituto ha comunicato che fornirà delle alternative di pagamento senza ulteriori costi. “Ti informiamo inoltre, che a partire dalla stessa data, potrai effettuare online bonifici istantanei senza alcuna commissione aggiuntiva, allo stesso costo del bonifico Italia” si legge ancora nella lettera mandata dal gruppo bancario ai pochi clienti.

La scelta si basa su un utilizzo sempre più residuale del libretto degli assegni, come certificato anche da un report della Banca d’Italia aggiornato a settembre 2022, secondo il quale questo strumento è stato usato in meno dell’1% dei pagamenti totali, escludendo l’uso del contante. Una tendenza in calo anno dopo anno, dato che nel 2013 la percentuale era a quota 5%.

Intesa Sanpaolo ha però fatto sapere che nulla impedisce di rilasciare il libretto ai clienti che ne facciano richiesta. Gli assegni del resto sono titoli esecutivi di pagamento, normati dal codice civile e dai contratti, ancora indispensabili per alcuni tipi di transazioni. Al momento del rogito per l’acquisto di una casa, ad esempio, l’importo viene pagato normalmente con assegni circolari non trasferibili intestati al venditore, da richiedere in banca con alcuni giorni di anticipo. Ma anche al primo incontro tra venditore e compratore per formalizzare l’intenzione di quest’ultimo nel procedere al negozio giuridico si ha solo quando si versa l’acconto o meglio la caparra confirmatoria, che viene solitamente versata tramite assegno circolare, oppure assegno bancario di conto corrente, solo in casi con bonifico bancario.

Assegni: le scelte delle altre banche

Anche per questo gli altri istituti di credito italiani non sembrano volere prendere al momento la stessa decisione di Intesa: Banca Sella ad esempio non ha intenzione di rottamare il libretto degli assegni, così come Mps Banca, Bpm o Bper, che però ammette che “la sempre più accentuata preferenza dei clienti per l’utilizzo dei canali digitali della banca è un trend in atto da tempo e crediamo continuerà nel prossimo futuro. Ecco perché l’utilizzo degli assegni è notevolmente diminuito”.

“Non abbiamo al momento in programma di dismettere il servizio nel breve-medio periodo” fanno sapere da Credem. “nel settore dei pagamenti gli assegni rimangono forse l’ultimo prodotto fisico in un contesto in cui la spinta alla digitalizzazione è in forte incremento. Occorre sottolineare che lo strumento copre ancora casi d’uso in un certo senso esclusivi, sia per la clientela privata sia per le aziende. Tuttavia si può affermare che sono maturi i tempi per una riflessione più ampia che miri ad identificare nel medio periodo un’alternativa digitale ed al passo con la user experience sui pagamenti”.

In questo senso Unicredit ha messo a disposizione dei clienti un conto che non prevede emissione di assegni e, in generale, sensibilizza la clientela a scegliere di utilizzare strumenti di pagamento evoluti in ottica di incentivo alla sostenibilità, pur continuando la banca ad assicurare l’uso degli assegni in tutti i casi in cui sono preferiti dalla clientela.