Velasca, il saper fare della tradizione artigianale italiana

Incontro con Enrico Casati, co-fondatore di un brand che fa leva sull’omnicanalità tra retail digitale e fisico.

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Paolo Gelmi

Esperto di moda e lifestyle maschile

Esperto di moda e lifestyle, è stato direttore di svariate riviste cartacee nel settore luxury.

Pubblicato: 14 Marzo 2025 15:44

Il Brand Velasca nasce nel 2013 per volontà di 2 giovani milanesi appassionati di Made in Italy, Enrico Casati (classe 1897) e Jacopo Sebastio (classe 1982) i valori della bellezza e del “saper fare” guidano i 2 giovani imprenditori in questa entusiasmante avventura. Il loro è un progetto guidato con passione e determinazione, basato su un’ambiziosa sfida imprenditoriale: creare un’azienda e un brand moderno che potessero coniugare la tradizione artigianale italiana e un innovativo modello di vendita diretta. Questo è stato possibile grazie a un approccio che fa leva sull’omnicanalità tra retail digitale e fisico e un’accurata comunicazione digitale che ha permesso di creare una vera e propria community di persone che apprezzano il “bello e fatto bene all’italiana”. Le creazioni Velasca sono caratterizzate da uno stile senza tempo che punta su raffinatezza ed eleganza, due peculiarità tanto ricercate – in ufficio ma anche nel tempo libero – dai professionisti di tutto il mondo, i due fondatori girano l’Italia in lungo e in largo alla ricerca del miglior distretto calzaturiero in cui creare i propri modelli.

Il viaggio si conclude quando approdano a Montegranaro nelle Marche, culla della tradizione centenaria del saper fare le scarpe. Si tratta di un mestiere di famiglia che viene tramandato di generazione in generazione e che anche oggi si replica con lo stesso amore e la stessa meticolosità di un tempo. Dal primo modello del 2013 alle 450 referenze e le 100.000 paia di scarpe vendute, tutto avviene manualmente grazie alle maestrie di 14 famiglie di artigiani – circa 150 persone – e di un indotto di oltre 900 persone. Velasca vuole distinguersi sul mercato come artefice di una piena rinascita dell’artigianato, attività che, dopo essere stata per molti anni al centro dell’industria nazionale, risulta notevolmente sfavorita dalla diffusione di una produzione manifatturiera di stampo industriale. I prodotti di Velasca nascono, infatti, nei piccoli laboratori artigianali stanziati tra le colline marchigiane. Le collezioni non vengono semplicemente prodotte, bensì create: ogni articolo viene ideato grazie a un continuo confronto tra gli artigiani e l’azienda. Dal disegno alla scelta dei modelli, dall’individuazione del pellame per raggiungere la qualità che contraddistingue tutti i prodotti di Velasca, fino alla tecnica di cucitura e all’applicazione della suola.

Dal 2013 con l’apertura del loro marchio di calzature a Milano ad oggi le cose sono decisamente cambiate in meglio per il brand, numerosi i negozi aperti in Italia e nel mondo e nel 2021 nasce anche Velasca Women dedicato all’universo femminile con l’apertura del primo negozio di scarpe da donna nel capoluogo meneghino, mentre nel 2022 il marchio milanese presenterà sul mercato la sua prima collezione Total Look uomo con la stessa filosofia e valori che hanno caratterizzato la creazione delle calzature e del brand stesso, nella stagione FW 23/24 alle collezioni già presenti si aggiungerà anche l’abbigliamento Total Look donna. Velasca ha dimostrato inconfutabilmente che il suo approccio alla moda e al mercato attraverso il retail digitale e off line è vincente. Anno dopo anno i fatturati della società sono in crescita e le nuove aperture di negozi monomarca Velasca si moltiplicano sia in Italia che all’estero in città come Milano, Torino, NY, Londra e Parigi per citarne alcune.

QF Lifestyle ha incontrato Enrico Casati, cofondatore del brand Velasca per farsi raccontare dettagli e aneddoti di un brand italiano capace di esportare il “ben fatto” e l’eccellenza del nostro Made in Italy nel mondo.

Il nome del vostro brand si ispira alla mitica torre di Milano?
Il brand prende il nome dalla famosa Torre Velasca di Milano, tutto nasce da un articolo del 2013 sul Sole24ore che raccontava della storia di questa struttura simbolo della città di Milano e bandiera di una rinascita nazionale nel dopoguerra, un ponte tra tradizione e futuro attraverso l’innovazione, questi aspetti sono esattamente rappresentativi della filosofia del nostro brand, quindi essendo noi milanesi ci siamo immediatamente rispecchiati in quei bellissimi valori e dopo aver verificato che il dominio fosse libero, abbiamo dato vita al nome del nostro marchio.

Cosa significa “Modello direct to consumer”?
Siamo partiti con le idee ben chiare, togliere dalla nostra attività tutti quelli che potevano essere degli intermediari tra la nostra società e il consumatore finale, quindi nessun showroom e nessun distributore, puntando su negozi di proprietà e sul digitale, certo questa scelta è stata più difficile e onerosa ma è stata la ragione del nostro successo, ogni volta che lanciamo delle calzature o dei capi d’abbigliamento abbiamo la risposta immediata di come reagisce il mercato, la parte retail off line si sposa con quella on line per darci risposte e permetterci di monitorare quotidianamente il desiderata dei nostri consumatori e l’andamento delle vendite, per noi il rapporto con il nostro cliente è una priorità assoluta. Grazie a questo tipo di approccio al mercato Velasca è in grado di portare nel mondo la qualità del manufatto italiano a prezzi estremamente competitivi attraverso un contatto diretto tra azienda e consumatori.

Perché la scelta di partire con le calzature?
Nasce un po’ per passione mia e del mio socio e un po’ per esigenza, tutto parte da un mio viaggio a Singapore, dovevo presenziare a una riunione molto importante e mi resi conto di non avere una scarpa elegante in stile italiano o che fosse adatta per quella situazione formale, decisi di uscire a cercarne una, purtroppo non trovai nulla di pregevole, quindi preso dal panico chiesi al mio socio e a mio fratello che nel frattempo stavano per arrivare a Singapore di portami un mocassino o una scarpa allacciata elegante, in modo da poter far bella figura, dopo quell’esperienza ci venne l’idea di creare delle calzature artigianali e Made in Italy da esportare in tutto il mondo, scarpe che rappresentassero l’eccellenza del nostro Made in Italy e del “saper fare” ad un giusto prezzo.

Quali sono state le leve che vi hanno fatto scegliere gli artigiani del polo calzaturiero marchigiano?
Abbiamo avuto subito le idee ben chiare, cercare artigiani con una forte tradizione calzaturiera quindi come non andare a cercare queste figure nel distretto più famoso e simbolo dell’eccellenza calzaturiera nel mondo come le Marche ed esattamente a Montegranaro?

Chi disegna i vostri modelli di calzature?
Abbiamo un team di creativi molto bravi che insieme ai nostri artigiani creano le nostre collezioni, anche il mio socio Jacopo contribuisce alla parte creativa pur non essendo un designer, ma ha ottime intuizioni e buon gusto, abbiamo anche dei creativi dedicati solo alla parte abbigliamento che sta crescendo stagione dopo stagione.

Quanto è importante per voi e-commerce e quanto invece la vendita off line?
Come detto in precedenza per noi la parte retail on line e off line hanno lo stesso valore, perché entrambe le situazioni ci portano direttamente a comunicare con il nostro target e a vendere le nostre collezioni, dandoci su mezzi diversi le risposte che la nostra azienda si aspetta.

Nel 2022 avete presentato la prima collezione Total Look uomo ne vogliamo parlare?
E’ stata una scommessa davvero ardua e da molti sconsigliata, alla fine è risultata comunque vincente, molti ci dicevano che dovevamo restare nell’ambito delle calzature e di non lanciarci nel creare collezioni di capispalla, pantaloni, maglie e accessori vari, invece ha vinto la nostra ambizione e determinazione, quella di voler creare dei capi che si sposassero perfettamente con le nostre scarpe, inizialmente abbiamo fatto molta ricerca in tutta Italia per scoprire i migliori produttori di tessuti e nello stesso tempo trovare degli artigiani che sapessero confezionare i nostri capi, la risposta del mercato è stata davvero positiva, i nostri primi clienti per l’abbigliamento erano gli stessi delle calzature, successivamente abbiamo acquisito cliente nuovi che compravano in primis i nostri capi e poi scoprivano le scarpe, questi fattori hanno decretato il successo di questa operazione, oggi il fatturato di Velasca è dato ancora per la maggior parte dalle calzature, ma l’abbigliamento sta crescendo in modo importante.

Chi è l’uomo che veste Velasca?
L’uomo Velasca è una persona amante dell’artigianalità e della qualità, attenta al giusto prezzo, un uomo dallo stile italiano, che spazia dal classico al casual con una certa eleganza sussurrata e non ostentata.

Cosa vi ha portato a creare anche una linea donna?
Ci siamo resi conto che molte donne con un piede un po’ più grande erano già nostre clienti comprando i modelli maschili, quindi abbiamo deciso di realizzare anche scarpe femminili con la stessa artigianalità e gusto del “ben fatto”, modelli per una donna metropolitana e moderna che ama l’eleganza, non creiamo certo scarpe con il tacco 12 per intenderci, poiché rispettiamo i canoni e valori del brand Velasca, la donna che indossa le nostre calzature e lo specchio del nostro uomo, una persona che fa dell’eleganza italiana senza tempo il proprio stile di vita.

Quali sono le caratteristiche dei vostri negozi?
Sono degli spazi conviviali, arredati con il tipico gusto dello stile di un salotto italiano, cerchiamo di renderli vivi con eventi o aperitivi che danno allo spazio quella sensazione di casa. Non tutti i negozi sono uguali, quelli di nuova generazione sono stati costruiti per ospitare collezioni di abbigliamento e calzature, invece i primi monomarca erano pensati solo come botteghe eleganti adatte per le calzature e solo successivamente sono state adattate ad ospitare anche collezioni Total Look, ad oggi abbiamo 30 negozi uomo e 3 donna, ma presto aumenteranno entrambi.

Parlando di AI, credete possa essere un valore aggiunto per la vostra realtà oppure un pericolo?
In piccola parte la stiamo utilizzando come supporto, per esempio nell’e-commerce perché ci aiuta nelle rapide traduzioni in lingue difficili, oppure per accelerare un lavoro come nel caso ci servisse di modificare una foto nata in un formato verticale e la si volesse in orizzontale, con AI possiamo farlo in un secondo, aggiungendo ad esempio uno sfondo che cambi di conseguenza il formato della foto senza modificarne l’immagine, un risparmio di tempo e danaro.

In tema di sostenibilità come vi state muovendo?
Noi abbiamo iniziato nel 2013 a ragionare in questo senso, senza pensare alla sostenibilità, partendo dal rapporto con i nostri artigiani con un concetto di responsabilità sociale e di come la nostra azienda avesse un impatto sui piccoli artigiani e la rete dei nostri fornitori, grazie a queste riflessioni abbiamo imparato a mettere queste persone al centro dei nostri interessi, con il tempo in Velasca ci siamo evoluti sino a diventare società Benefit, creando alcune finalità di beneficio comune, verso gli artigiani, i fornitori, ma anche i clienti, alimentando la loro consapevolezza all’acquisto, attraverso il nostro sito informiamo della natura e qualità dei nostri prodotti, del loro miglior utilizzo e di come conservarli al meglio, abbiamo anche creato pacchetti di Welfare sostenendo ad esempio la genitorialità dei nostri collaboratori, per ogni bambino nato diamo un sostegno economico alle famiglie di 300 € al mese per i primi tre anni di vita. Per noi la sostenibilità parte dalle persone per poi proiettarsi verso la produzione, che deve essere sempre meno impattante per l’ambiente.

I vostri mercati di riferimento?
Direi l’Italia e gli Stati Uniti, ma anche l’Europa sta crescendo bene, il nostro fatturato è 60% Italia e 40% estero, fuori dai nostri confini e soprattutto in America il Made in Italy è davvero apprezzato e super richiesto.

Come avete chiuso il 2024?
Nonostante la crisi del settore moda, il nostro fatturato cresce anno dopo anno, siamo passati da più di 22 milioni nel 2023 (+ 20% sul 2022) a 23,5 milioni nel 2024.

Progetti per il futuro? Nuove aperture?
In pentola bollono molte idee e novità ma è prematuro parlarne, sicuramente tra i nostri progetti c’è la volontà di implementare le collezioni di abbigliamento e calzature, ma anche sviluppare ancora meglio la parte on-line/e-commerce, aprire nuovi negozi, magari un terzo negli Stati Uniti a NY, in Europa inaugurare altri negozi nelle principali capitali europee dove non siamo ancora presenti.