Biglietti aerei, aumenti record: volare in Europa costa il 156% in più

I voli europei e nazionali registrano aumenti mai visti dal 2021. In un'estate tra inflazione, tensioni geopolitiche e calo dei viaggi, volare costa sempre di più

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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I prezzi dei voli sono sempre più alti, in un’estate piena di tensioni per il calo dei viaggi transatlantici e i conflitti in Medio Oriente ed Ucraina. Stando ai dati dell’Unc, i voli europei sono schizzati al 156,5%, seguiti da quelli nazionali a 124,9% rispetto ai prezzi di quattro anni fa.

E lo analizza anche Cirium, che fornisce dati e analisi nel settore dell’aviazione, inclusi dati sulle tariffe aeree; in media le tariffe per i viaggi all’interno dell’Europa sarebbero salite del 20,3%. Facendo una previsione, anche se Cirium non si sbilancia, nei prossimi mesi estivi gli aumenti potrebbero attestarsi attorno al 7%.

Dal 2021 in Italia prezzi aumentati del 156%

Nella classifica dei rincari che l’Unc ha stilato, al primo posto ci sono appunto i voli europei e nazionali, ma nella top 10 sono presenti anche i pacchetti vacanze in Italia, che sono cresciuti del 45,8% dal 2021. Salgono anche i voli intercontinentali (40,3%) e villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù e simili (15,7%).

Rincari del genere sono da ricondurre all’aumento del costo del carburante e dell’energia, che incide direttamente sul prezzo dei trasporti (in questo caso per i voli) e indirettamente sui servizi turistici (hotel, villaggi), aggravando l’inflazione di settore. Il turismo infatti sta diventando sempre più un bene di lusso, con i rincari che possono escludere fasce di reddito medio‑basse. Rischio di concentrazione della domanda su soluzioni ancora più economiche o su forme di turismo non organizzato (affitti privati, viaggi fai‑da‑te).

E gli italiani non vanno in vacanza

Non è un caso che quasi la metà degli italiani quest’anno non farà vacanze, come attesta un’analisi di Federalberghi: oltre 36 milioni saranno in viaggio fra giugno e settembre, ma la metà restante (il 49,2%) non si sposterà e resteranno a casa principalmente per mancanza di liquidità (54,8%). Per Assoutenti il fatto che meno persone partano determina tra l’altro un effetto a catena, con un aumento della spesa complessiva per chi, invece, decide di regalarsi una villeggiatura.

L’88% degli italiani rimarrà nei confini nazionali per le ferie estive mentre il rimanente 12% riguarda coloro che si recheranno all’estero e che, anche in questo caso, opteranno principalmente per le località di mare in Paesi esteri vicini all’Italia (57%).

I prezzi dei biglietti in aumento

Dai dati della società di analisi Cirium, in Italia i prezzi dei biglietti sono aumentati per le seguenti destinazioni:

  • Danimarca: +48,1%;
  • Svezia: +41,4%;
  • Spagna: +35,8%;
  • Inghilterra: +25,7%;
  • Portogallo: +10,3%;
  • Irlanda: +7,3%;
  • Grecia: +7,2%.

Sono invece in calo le prenotazioni per quanto riguarda l’Italia. Considerando le principali destinazioni italiane (Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Linate, Napoli, Catania, Bologna, Firenze, Venezia, Cagliari, Bari, Olbia, Torino e Brindisi), le prenotazioni interne per luglio e per agosto, già chiuse nel primo semestre, sono infatti in discesa del 16%.

Le prenotazioni per i viaggi europei con destinazione Italia sono invece stabili. Scendono invece quelle dagli Stati Uniti al Bel Paese che, tra luglio e agosto, registrano un calo del 9,48%. La riduzione si attesta anche nella tratta al contrario, ovvero dall’Italia verso gli Stati Uniti, con una discesa del numero di viaggiatori del 10,53%.