Quanto vale il Leone d’Oro per il vincitore del Festival di Venezia

Il Leone d'Oro, tanto ambito dai registi, ha un valore che va ben oltre quello commerciale: ecco di cosa si tratta

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Mostra del Cinema di Venezia: uno dei festival più attesi dal pubblico e dalla stampa (nazionale e internazionale) e che raccoglie cineasti, attori e figure professionali del mondo del cinema. Oltre alla curiosità per le pellicole, c’è però anche quella relativa ad alcuni elementi cardine della manifestazione, come la celebre statuetta del Leone d’Oro. Quanto vale?

Leone d’Oro, il valore

Una delle domande più frequenti, quando si parla di premi, riguarda il valore materiale delle statuette consegnate. Che si tratti dell’Oscar o, come in questo caso, del Leone d’Oro, poco cambia. Proviamo quindi a fare chiarezza. La statuetta, innanzitutto porta una grande visibilità al regista e al film che se la aggiudicano. Tanto più il festival è prestigioso, maggiore sarà la visibilità mediatica che essi riceveranno. Lo scopo principale di un festival cinematografico è quello di rendere note opere filmiche, che magari farebbero fatica a emergere. Se da un lato, esistono manifestazioni che ripropongono lungometraggi già presentati in altre occasioni, dall’altro ci sono festival come quello di Cannes, di Berlino o di Venezia, che invece proiettano film in anteprima mondiale. Di fatto dunque, il Leone d’Oro, proprio per l’ampia risonanza mediatica che ruota intorno al Festival di Venezia, ha un grande valore commerciale per il vincitore, senza contare che può essere un importante trampolino di lancio per il film stesso.

La statuetta, simbolo del Festival di Venezia, può avere anche un valore “materiale”. Il vincitore può infatti decidere di metterla all’asta e ottenere dei ricavi di una certa consistenza. Un esempio è l’opera del cineasta Franz West, poi Leone d’Oro nel 2011, dal titolo “Il condor e pasa” (1999) e stimata tra i 69 e 104.000€, che in un’asta del 2011 è stata battuta a quota 104. Un altro caso è quello del regista tunisino Abdellatif Kechiche, vincitore della Palma d’Oro a Cannes per il film “La vita di Adele”, ma anche Leone d’Oro al Festival di Venezia nel 2000 con “Tutta colpa di Voltaire”, che, per completare la realizzazione del suo nuovo film “Mektoub is Mektoub”, ha messo all’asta la sua Palma d’Oro vinta nel 2013.

Com’è nato il Leone d’Oro

Restando in ambito curiosità, raccontiamo la storia della nascita di questo ambito premio veneziano. Occorre ovviamente tornare un bel po’ indietro nel tempo, precisando come il Leone d’Oro sia il simbolo della città di Venezia. Oggi il pubblico internazionale può accostarlo al Festival, ma chiunque abbia visitato la città lagunare sa bene come sia il Leone di San Marco. Era questo infatti il suo nome, prima del 1954, e prima ancora si parlava di Gran Premio Internazionale di Venezia.

La realizzazione della statuetta, oggi ambitissima, è stata assegnata a Cristiano Moschini. Questi era il capo della ditta veneziana Santi, specializzata nel realizzare medaglie e trofei. Una lunga storia di famiglia (attività iniziata nel 1850 dall’incisore Alessandro Santi), con l’azienda tramandata di padre in figlio. Chi meglio di loro per omaggiare la città. Nel corso del tempo però la statuetta ha cambiato un po’ forma. Non è sempre stata così stilizzata. L’incisione è però ancora oggi un momento speciale, perché realizzata in diretta, dopo l’assegnazione del premio.