Salvatore Ferragamo e la sua Hollywood, la svolta americana

Dalle umili origini in Irpinia alle passerelle internazionali: Salvatore Ferragamo, il calzolaio che ha fuso artigianato e glamour, ha incantato star e registi di Hollywood

Foto di Giorgia Bonamoneta

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 4 Febbraio 2025 09:00

Dall’Irpinia alla conquista dei set cinematografici di Hollywood, Salvatore Ferragamo è il simbolo della rinascita dell’artigianato italiano e del valore del design “made in Italy” che fonde tradizione e innovazione. La sua è una storia di determinazione, ingegno e amore per il dettaglio, culminata in un legame indissolubile con il mondo del cinema americano. Ecco come il “calzolaio delle star” è riuscito a lasciare un’impronta indelebile nella moda internazionale.

Da bambino scalzo a Hollywood

Salvatore Ferragamo nasce il 5 giugno 1898 a Bonito, in Irpinia. Sin da bambino mostra un’inclinazione naturale per l’arte calzaturiera, tanto che, a soli 9 anni, realizza le sue prime paia di scarpe nonostante il disaccordo del padre. Dopo essersi formato a Napoli, fa ritorno a Bonito per avviare un’attività di calzolaio. Nel 1915 emigra negli Stati Uniti, in cerca di nuove opportunità: inizialmente lavora in una fabbrica di scarpe, ma non si sente realizzato a causa della scarsa qualità del prodotto industriale.

È in California che Ferragamo trova la sua vera dimensione. Apre un negozio di riparazioni e realizza scarpe su misura, cominciando a conquistare l’attenzione di registi e costumisti della nascente industria hollywoodiana. Nel 1923, il nome di Ferragamo diventa ancora più celebre con l’acquisto della licenza dell’Hollywood Boot Shop, situato di fronte al Grauman’s Egyptian Theatre su Hollywood Boulevard. Questo passo segna la sua definitiva “svolta americana”.

Chi ha vestito? Calzature famose

Avere un negozio nel cuore di Hollywood gli permette di incontrare star del calibro di Rodolfo Valentino, Pola Negri, Mary Pickford, Joan Crawford e molte altre icone degli anni d’oro del cinema. La reputazione di Ferragamo cresce a ritmi vertiginosi, grazie alla sua cura artigianale e all’intuizione di quanto fosse importante un corretto sostegno dell’arco plantare.

Tra le sue muse più celebri compaiono dive indimenticabili come Greta Garbo, che amava modelli dall’allure maschile, Marilyn Monroe coi suoi tacchi a spillo, Marlene Dietrich, Rita Hayworth, Ava Gardner, Lauren Bacall, Audrey Hepburn, fino a Ingrid Bergman, che invece prediligeva tacchi più bassi. Ma non solo stelle del grande schermo: tra i clienti di Ferragamo figurano anche Evita Perón, appassionata di pellami esotici argentini, e la duchessa di Windsor, Wallis Simpson, che adorava sfoggiare scarpe bicolori in estate e tinta unita in inverno.

La costante ricerca di nuovi materiali – dal sughero alla paglia, dalla rafia alle pelli più pregiate e particolari come quella di dentice o le piume di colibrì – ha reso i modelli di Ferragamo un connubio di tradizione, eccentricità e innovazione.

La grande crisi e il nuovo inizio

Nel 1927, forte del successo americano, Ferragamo torna in Italia per aprire una fabbrica a Firenze, intenzionato a unire l’artigianato nostrano alla produzione su scala più ampia, ispirata al modello statunitense. Il crollo di Wall Street del 1929 colpisce anche la sua attività, provocandone il fallimento nel 1933. Ma Ferragamo non si arrende: riapre il laboratorio a nome delle sorelle e trasferisce l’impresa in Palazzo Altoviti Sangalletti, che nel 1942 diverrà sede ufficiale della Ferragamo.

Negli anni successivi, l’azienda si espande nuovamente: apre negozi a Roma, Milano, Berlino, Londra e negli Stati Uniti. Nel 1937, la rivista Vogue USA pubblica il primo sandalo a zeppa firmato Ferragamo, mentre nel 1951 il calzolaio delle dive sfila a Villa Torrigiani a Firenze, partecipando alla storica prima sfilata di moda italiana. Quando Ferragamo muore, il 7 agosto 1960, lascia un vero e proprio impero dell’artigianato di lusso alla moglie Wanda e alla sua famiglia, che manterrà viva la visione e l’eredità di uno dei padri fondatori della moda italiana.