Fiorucci, tra evocazione e contemporaneità

Un nuovo Amministratore Delegato e una Direttrice Creativa per il rilancio dell’iconico brand Fiorucci.

Foto di Paolo Gelmi

Paolo Gelmi

Esperto di moda e lifestyle maschile

Esperto di moda e lifestyle, è stato direttore di svariate riviste cartacee nel settore luxury.

Fondata nel 1967 da Elio Fiorucci, l’omonimo brand Fiorucci è diventato sinonimo di moda audace e dirompente dallo stile inconfondibile, tutto ha inizio in un piccolo negozio nel cuore della città di Milano ma in breve tempo Fiorucci conquisterà velocemente il mondo della moda attraverso il suo stile unico e innovativo. Elio inizialmente punta per le sue creazioni nei colori e sulle forme, ridefinendo il concetto di moda, mescolando audacemente colori vivi, stampe eccentriche e silhouette provocanti, la sua estetica vibrante e anticonformista catturerà in breve tempo l’attenzione di un’intera generazione di giovani alla ricerca di espressione e libertà.

Negli anni 70 e 80 il brand raggiungerà l’apice del suo strepitoso successo diventando un’icona della cultura pop, rimarranno famosissimi i suoi  “Fiorucci Angels” T-shirt con disegnati 2 angeli paffuti e dai grandi boccoli capaci d’incarnare lo spirito libero e ribelle del marchio, contribuendo a diffondere lo stile Fiorucci in tutto il globo, oppure le T-shirt con le stampe di Topolino e Minnie, fu proprio Elio ha lanciare sul mercato il tanga, il bichini, le minigonne a tulle, una delle sue intuizione più famose fu il mixare il denim con la lycra, creando modelli di jeans stretch unici e innovativi, che nel tempo verranno copiati da molte maison prestigiose. Importante fu l’apertura del suo concept store a New York e di conseguenza il sodalizio filosofico e artistico con Andy Warhol contribuendo a dar vita a quel fenomeno culturale di stile che oggi viene elegantemente denominato Pop Art nato nel famoso e trasgressivo Studio 54, si ricorda di Fiorucci con affetto e ammirazione il suo “daytime Studio 54” che ospitava la rivista “Interview”di Andy Warhol che dava spazio ad artisti emergenti del calibro di Madonna.

Il brand Fiorucci ha nel tempo ampliato la sua offerta creativa proponendo una vasta gamma di accessori e prodotti tra cui spiccavano profumi, cosmetici e accessori per la casa insieme a molti oggetti di design, questo suo modo di diversificare la sua visione della moda ha dato al brand la possibilità di consolidarsi sul mercato globale e soddisfare le esigenze di un popolo che si sentiva parte viva e attiva del marchio, la comunicazione fu il suo elemento vincente di diversificazione rispetto agli altri stilisti, grazie alle sue campagne pubblicitarie dissacranti e colorate, create ad hoc dal grande fotografo Oliviero Toscani.

Elio Fiorucci sarà ricordato per il suo spirito visionario e ribelle, per la sua visione audace e trasgressiva capace di conquistare celebrities e generazioni di giovani che nel suo stile ritrovavano la bellezza della libertà e l’essenza della voglia di stare insieme. Nel 2015 nella sua Milano Elio morirà, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama del fashion system. Come tutte le più belle favole il brand Fiorucci proseguirà comunque il suo viaggio anche senza il suo iconico creatore, il vero rilancio del brand avverrà nel 2022 grazie all’acquisto totale delle quote del marchio da parte dell’imprenditrice Svizzera Dona Bertarelli tramite il suo Family Office, a luglio 2023 Fiorucci annuncia il suo ritorno in Italia con una produzione completamente Made in italy, un duo di manager, “Alessandro Pisani” Amministratore Delegato con una lunga carriera nel gruppo OTB e una nuova responsabile creativa “Francesca Murri” con esperienze pregresse in prestigiose maison come Versace, Gucci, Armani e molte altre, saranno loro il valore aggiunto per la rinascita globale di questo glorioso brand.

In questa occasione QF Lifestyle ha incontrato Alessandro Pisani, nuovo Amministratore Delegato, per avere qualche dettaglio in più sul rilancio di Fiorucci.

Quali sono state le leve che hanno spinto ad acquistare la totalità dell’iconico brand Fiorucci?
I valori del brand quali inclusività, sensibilità all’arte ed alla cultura e l’amore per il pianeta ed il ruolo giocato nella storia della moda hanno creato i presupposti per l’acquisizione.

Lei vanta una bella e lunga carriera in OTB (Diesel) cosa l’ha spinta ad accettare una sfida così prestigiosa con Fiorucci.
Le stesse ragioni che hanno spinto l’investitrice ad acquisire il brand unitamente alla volontà di rendere Fiorucci, orgoglio italiano, rilevante nell’arena competitiva del Contemporary.

All’interno del nuovo team ci sono figure importanti con svariate esperienze in maison di prestigio, quali sono le innovazioni di stile ma anche gestionali che pensate di portare al brand?
La volontà del gruppo di lavoro capeggiato da Francesca Murri è di rendere reale il mondo utopico dell’universo Fiorucci. Il prodotto che meglio rappresenta questo concetto e la Mella una borsa marshmallow. L’innovazione principale è nel metodo di lavoro che prevede la creazione di contenuti attraverso un sistema aperto di collaborazioni con discipline diverse, artisti e altri marchi.

Cosa del brand Fiorucci per voi è intoccabile e imprescindibile per portare avanti questa maison?
La creatività e il concetto dello sugar coating…dove arriva Fiorucci porta positività e colore.

Fiorucci vuol dire non solo abbigliamento, ma anche accessori e oggettistica, cosa in questa fase è la vostra priorità?
Gli accessori in generale ma con focus specifico su borse e bijoux, oltre all’iconico denim.

Fiorucci è simbolo iconico di intere generazioni, uno stile di vita, come pensate di approcciare la generazione Z e i Millennials?
Cristallizzando i valori e i tratti distintivi del Dna brand con una rilettura non nostalgica ma attuale e contemporanea fatta con e per nuove generazioni di consumatori.

Nei vostri progetti di espansione quali sono i paesi sul quale puntate?
Fiorucci ha una naturale vocazione internazionale. L’idea e di dare priorità all’Italia e all’Europa per riposizionare il brand per poi focalizzarci su USA e Asia con priorità in Corea e Cina.

Ci sono in programma aperture di negozi monomarca?
Pensiamo ad un tour di temporary Pop-up stores nelle capitali della moda per poi approcciare il mondo retail.

Pensate di creare rapporti consolidati con celebrity internazionali come era consuetudine fare nella gestione di Elio Fiorucci?
Crediamo nella creazione organica di una community Fiorucci ricca di talenti e multidisciplinare, con l’obiettivo di amplificare il nostro modo di vivere la moda.

Il denim è ancora il vostro punto di riferimento?
Il denim come Fiorucci è una tela su cui incidere storie mutevoli e sempre innovative.

Quali sono le novità maschili per questa stagione?
Crediamo nell’approccio gender bending delle collezioni e nell’utilizzo di accessori stravaganti come la Mella e le infradito Fluffy Flops per creare look unici.

Chi sono secondo il vostro punto di vista gli uomini che vestono Fiorucci?
Uomini che non cercano l’omologazione attraverso un guardaroba banale ma persone con forte personalità e con approccio alla vita positivo.

 Parlando di sostenibilità come la pensate in merito a questo argomento?
Sostenibilità sociale ed ambientale sono elementi fondanti per il brand Fiorucci, lo sono da tempi non sospetti, grazie alla sensibilità e lungimiranza di Elio Fiorucci.

Il vostro prodotto è totalmente Made In Italy?
Tutti gli elementi delle collezioni Fiorucci sono Made in Italy per 2 ragioni: sostenibilità e realizzazione di prodotti frutto di creatività che solo i fornitori italiani sanno interpretare.